martedì 27 luglio 2021

Un cuore sleale

di Giancarlo De Cataldo, Einaudi 


Il Pm Manrico Spinori , soprannominato il "contino" per la sua origine nobile, di una nobiltà decaduta dal patrimonio ormai dissolto, con una madre ludopatica, guida la squadra investigativa della Procura romana, tutta composta da donne, in un caso complesso e scottante: la morte del ricco palazzinaro Ademaro Proietti, un personaggio noto della capitale, dal passato poco limpido e dal carattere autoritario e aggressivo. Forse si tratta di un semplice incidente e il Proietti è accidentalmente caduto dal suo yacht. Ma Spinori nutre dei dubbi e indaga tra molte difficoltà. 

Mancano pochi giorni a Natale. Dal mare di Ostia emerge il cadavere di Adriano Proietti. Ha trascorso la notte sul suo yacht con i tre figli maschi e il genero, hnno giocato a carte fino a notte inoltrata, hanno bevuto parecchio alcol. Un incidente sembra una spiegazione plausibile. 
Il Pm Spinori non è però convinto. Nella famiglia della vittima covano segreti e i rapporti tra i componenti sono molto meno armoniosi di quanto questi dichiarino. E poi qualche piccolo dettaglio potrebbe far pensare a un omicidio. 
Il team investigativo affianca validamente Spinori, si delineano i caratteri dei personaggi femminili, in particolare quello dell'ispettrice Deborah Cianchetti, da poco entrata a far parte del gruppo: dura, tatuata, con modi spicci e diretti che contrastano con le maniere raffinate ed eleganti del suo capo, Manrico, personaggio malinconico e solitario separato e con rapporti un po' complessi con le donne, che spesso ne restano affascinate: ama la musica, soprattutto quella lirica, in cui ritrova sentimenti, caratteri, situazioni che lo aiutano a comprendere meglio i casi che la professione gli fa incontrare. 
Scorrevole e curata la prosa, vario il lessico, registri linguistici che variano in rapporto all'estrazione culturale e sociale dei personaggi. Un noir ben costruito con personaggi riusciti. 

Giudizio sintetico: Parenti serpenti

LaRose

di Louise Erdrich, Feltrinelli


Una vicenda tragica al centro di questo romanzo, un terribile incidente di caccia. Landreaux, dopo aver spiato per settimane un cervo, studiandone i movimenti e valutando il momento opportuno per sparare, colpisce non l'animale ma un bambino, Dusty, suo nipote, il figlio della sorellastra di sua moglie. Un incidente che rompe gli equilibri delle 2 famiglie e di tutte le persone che le compongono.
Un romanzo psicologico complesso, in cui le azioni maturano lentamente , seguendo i punti di vista dei personaggi principali.
 

Il romanzo è ambientato tra la fine del '900 e l'inizio del 2000, tra gli Indiani Ojibwe del Nord Dakota, quando i timori del millenium bug, atteso come una possibile tragedia, vengono sostituiti dal trauma dell'undici settembre. Si può considerare l'ultimo episodio di una trilogia – Il giorno dei colombi e La casa tonda, – come questo ambientati in una riserva indiana immaginaria e nel contempo realistica. L'autrice, per un quarto di origine Cheppewa, molto stimata e premiata negli USA, costruisce questo romanzo considerando la storia e le tradizioni dei nativi americani. Così quando Landreaux colpisce a morte il piccolo Dusty, ritiene di dover "risarcire" i genitori del bambino, Peter e Nola, dando loro il proprio figlio piccolo LaRose, come vuole la tradizione indiana, d'accordo con sua moglie Emmaline, straziata dal distacco. La Rose si trova così ad avere 2 famiglie e una nuova sorella, Maggie, sorella di Dusty, che non sa più come suscitare l'attenzione dei propri genitori ma costruisce un legame forte con LaRose. I sentimenti dei personaggi si intrecciano: il senso di colpa di Landreaux, solo in parte attenuato dall'aver ceduto il proprio bambino, la disperazione di Nola, madre di Dusty e il suo attaccamento al "nuovo" figlio, mostrano come una tragedia inneschi situazioni e eventi a volte anche positivi. La narratrice racconta in modo delicato, senza sentimentalismi, con stile fluido ma lento, con pochi dialoghi e utilizzando diverse analessi che raccontano avvenimenti precedenti alla storia principale. 

Giudizio sintetico: Effetto domino

Non si uccide per amore

di Rosa Teruzzi, Sonzogno


Terzo episodio de
I delitti del casello, dopo La sposa scomparsa e La fioraia del Giambellino. Protagoniste, come nei romanzi precedenti, Libera, ex libraia, ora fioraia autrice di bouquet straordinari per la combinazione di fiori rispondenti ai caratteri delle spose e sua madre Iole, settantenne pimpante e stravagante, ex hippy, favorevole al libero amore, che indagano su un caso di vent'anni fa, l'omicidio di Saverio, marito di Libera. L'episodio ha segnato dolorosamente l'esistenza della donna e della figlia, Vittoria, ed è giunto il momento di affrontare un nodo cruciale della vita e scoprire il colpevole del delitto.

Già nei romanzi precedenti si accenna alla tragica morte di Saverio, marito di Libera, vittima di un delitto di tanti anni prima. Nel romanzo di inizio della serie, viene trovato in una vecchia camicia di Saverio un bigliettino, scritto presumibilmente da una mano femminile, che fissava un appuntamento per "Martedì 25, alle sette, al parcheggio", appuntamento da cui Saverio non era uscito vivo, ucciso a bruciapelo da una pallottola. Ne La fioraia del Giambellino era emerso il sospetto terribile di un traditore in questura che aveva confuso le indagini. In questo terzo episodio, Libera affronta l'indagine con decisione e coraggio, non esitando a viaggiare per l'Italia per ricostruire la dolorosa vicenda. La aiutano la madre Iole, donna eccentrica ma presente e consapevole dei sentimenti della figlia, e Irene, detta la Smilza, giovane giornalista del quotidiano La città, dotata di intuito e sensibilità .
Un'indagine personale, che permette di approfondire e conoscere meglio Libera, i suoi sentimenti, l'amore e il rimpianto per il marito morto e il nuovo amore che inizia a germogliare nel suo animo. Vediamo il rapporto di complicità profonda con sua madre Iole, pur così diversa da lei, e di incomprensione con la figlia Vittoria, indurita dal dolore per la perdita subita nella primissima infanzia, di cui sembra quasi "incolpare" la madre Libera.
Romanzo scritto con garbo e simpatia, con un tocco di malinconia (come i precedenti), si legge con facilità; il titolo è già di per sé un messaggio, ribadito nelle pagine del libro: "L'amore non ha colpe. L'amore non ha niente a che fare con la violenza".

Giudizio sintetico: Calabromilanese

giovedì 17 giugno 2021

Borgo Sud

di Donatella Di Pietrantonio, Einaudi


Scrittura forte, con frasi che sono sentenze ipotattiche di forte effetto, per questo sequel de l'Arminuta che rappresenta tuttavia un libro a sé stante e che può essere letto con piacere anche da chi non ne conosce già le protagoniste. Caratteri femminili fortemente connotati e particolarmente interessanti risaltano in una vicenda che si nutre di emozioni non scontate e nella quale è facile ritrovare i conflitti familiari di molte realtà italiane.

L'Arminuta è cresciuta, ha trovato un cambio di vita, successo professionale, marito, forse non nell'ordine giusto. Nella sua dimensione è sempre stata presente la tempestosa sorella Adriana, compagna di sventura di un abbandono bambino che ha lasciato segni indelebili sulla loro vita affettiva. Un'assenza di tenerezza compensata con l'amore totalizzante per i rispettivi fidanzati, Piero e Rafael, che sono il rifugio e la condanna delle due bambine diventate adulte. È una storia interessante quella di queste due donne, legatissime e sempre in contrasto tra loro, affamate di amore ma capaci di dominare le passioni, così diverse e tuttavia così unite nella consapevolezza della sfortuna affettiva che è toccata loro. La madre mantiene comunque una presenza imbarazzante nelle loro esistenze, che ignori o maledica, che predìca separazioni o che semplicemente rimanga freddamente arroccata nella sua alterigia contadina.
Con una lingua potente ed efficace, esaltata da un registro regionale sempre presente, l'Autrice ci porta in un Abruzzo eterogeneo, fatto della parte moderna di Pescara, dove la protagonista ha vissuto agiatamente con il marito dentista, ma anche del quartiere Borgo Sud, che al puzzo del pesce accompagna i suoni e l'odore di una vita più difficile ma più passionale e dove Adriana ha trovato il suo pescatore, amore giovane e totalizzante. Tutto a soli 50 km dal paese dell'entroterra in cui sono cresciute "figlie di nessuna madre", in una dimensione arcaica e contadina che ha reso le due protagoniste dure e fragili ma capaci di coinvolgere emotivamente anche il lettore più distaccato.

Giudizio sintetico: Sorellanza

Terra Alta

di Javier Cercas, Guanda


Thriller spagnolo di buona qualità, altalena i temi classici del giallo chandleriano a riflessioni introspettive, imperniandosi su un eroe suo malgrado che indaga su un efferato omicidio mentre salti temporali non spiazzanti ci raccontano la sua storia infelice, da ragazzo perduto a poliziotto ostinato. Godibile, può tuttavia rivelarsi a tratti poco credibile e indugia poco sui luoghi teatro della vicenda, che rimangono solo uno sfondo sfocato e avrebbero forse meritato più attenzione.

La Terra Alta è una regione decentrata della Catalogna nella quale è stato trasferito, per tutelarlo da eventuali rappresaglie, il poliziotto Melchor Marin, involontario eroe che da solo ha neutralizzato, uccidendoli, quattro terroristi islamici che stavano per compiere una strage. In quel distretto non succede mai niente, ma a Melchor va benissimo perché la sua storia di vita lo ha portato a desiderare il massimo della pace e della tranquillità possibili. La scoperta dei cadaveri orrendamente torturati e mutilati di due anziani benestanti è l'avvenimento che rompe la monotonia professionale di Melchor e mette in movimento un ciclo investigativo coordinato da un team di investigatori specializzati, provenienti da fuori, che lo coinvolgono con il suo vice solo in quanto esperti della zona.
L'indagine viene alternata alla storia di Melchor, un detective che sembra interrogarsi sul contrasto tra giustizia e forma giuridica, su delitto e punizione, sulla necessità di un aiuto valido per la riabilitazione. Un antieroe classico dal passato anomalo, quasi improbabile, per un thriller che presenta tutti i caratteri del noir classico ma che riavvolge il nastro del tempo per motivare, senza giustificarli, azioni e pensieri del suo protagonista mentre dà un carattere scontato, quasi macchiettistico, agli altri comprimari.

Giudizio sintetico: Cocciuto

martedì 8 giugno 2021

La salita dei saponari

di Cristina Cassar Scalia, Einaudi

Un romanzo giallo ambientato in Sicilia. La storia tuttavia sembra avere collegamenti addirittura internazionali, dato che la vittima è Esteban Torres, cubano-americano con cittadinanza italiana e residenza in Svizzera. Il complicato caso è affidato a Vanina Guarrasi, vicequestore della mobile di Catania, personaggio già protagonista di due precedenti romanzi della Scalia,
Sabbia nera e La logica della lampara. Questo terzo episodio rimanda a vicende e personaggi che alcuni lettori hanno già conosciuto, ma può essere letto e apprezzato anche come episodio a sé, che fa presagire una nuova puntata. 

Aeroporto di Catania, in un'auto viene ritrovato il cadavere di Esteban Torres: "Fedina penale pulita, immagine impeccabile, mai beccato a commettere il più piccolo reato, eppure in odore di mafia da lasciare la scia al suo passaggio. Un odore che nonostante le indagini dell'FBI tale è rimasto." L'arma del delitto, una pistola russa, una Makarov 9 mm. Un americano ucciso con un'arma russa molto in uso durante la guerra fredda... 
Il caso si complica ancora di più quando viene rinvenuto nel giardino di un hotel a Taormina un secondo cadavere, quello di una donna legata allo stesso Esteban Torres. Vanina, rientrata da Palermo, dove seguiva complesse indagini, affronta il caso avvalendosi dei suoi collaboratori e, in particolare, dell'intuito dell'ex commissario Biagio Patanè, ora in pensione. 
Centrale nel romanzo la figura della protagonista, la Guarrasi, donna affascinante, amante del buon cibo, fumatrice, cinefila, una relazione complicata con il magistrato di Palermo Paolo Malfitano, un passato doloroso alle spalle – la morte del padre, ucciso dalla mafia mentre era in servizio. Coprotagonista la città di Catania, con le sue viuzze, il traffico, i suoi squarci, la Muntagna (l'Etna) che domina la città. 
Scritto in un italiano sicilianizzato, con termini e modi di dire tipici del luogo, il romanzo si legge piacevolmente e potrebbe essere consigliabile per una lettura estiva. 

Giudizio sintetico: Trinacria gialla

I delitti della salina

di Francesco Abate, Einaudi


Giallo storico, ambientato nella Cagliari dei primi del '900, imperniato su un'indagine condotta da una donna giornalista, già solo per questo un personaggio inconsueto, ma ancor di più per l'origine "mezzosangue" cinese. Il mondo in cui si muove l'anomala protagonista viene ricostruito con notevole precisione storica, ma con lo stile caratteristico del thriller moderno, contrasto che potrebbe risultare spiazzante per alcuni lettori.

Clara Simon è una giornalista donna, relegata a mera correttrice di bozze per L'Unione, il giornale del capoluogo, a causa di alcuni articoli che non sono piaciuti ai notabili della città. Non manca però di scrivere i propri articoli, "correggendo" quelli di un collega amico di infanzia, con il quale vive un rapporto di amicizia molto stretto. Bella ed esotica, attira anche le attenzioni di un tenente dei Carabinieri appena arrivato nell'isola, proveniente da Napoli e fermamente convinto del proprio ruolo istituzionale. Con l'aiuto dei suoi due cavalieri, Clara cercherà di risolvere il mistero della scomparsa di alcuni miserabili piciocus de crobi, ragazzini considerati pedine da lavoro sacrificabili che vivono ai margini del mercato vivendo di espedienti.
Il romanzo altalena descrizioni storiche, contrasti sociali e fiction in uno strano connubio nel quale fanno capolino, senza mai risultare determinanti, anche piccole note sentimentali e brevi richiami alle discriminazioni razziali. L'estrema eterogeneità del racconto si rispecchia nella descrizione di una città, Cagliari, divisa in quartieri che cercano di conquistarsi le risorse di una promessa di sviluppo che appare imminente mentre sullo sfondo si affacciano le prime rivendicazioni di un proletariato logorato dalle condizioni di lavoro.

Giudizio sintetico: Rivendicativo

sabato 29 maggio 2021

Nudi e crudi

di Alan Bennett, Adelphi 


Un romanzo breve, o racconto lungo, questo di Bennett. Una storia che, partendo da uno spunto iniziale quale un furto straordinario ai danni di una coppia di mezza età della media borghesia londinese, mette in luce, con uno sguardo ironico, i caratteri dei personaggi, la loro vita monotona e grigia, innescando nel lettore riflessioni sulle consuetudini, i non detti, gli equilibri instabili che un evento eccezionale può spezzare.
 

I coniugi Ransome. Lui un serio e grigio avvocato, lei un'apatica tranquilla casalinga abituata ad adeguarsi alle esigenze e ai gusti del marito, si allontanano da casa per assistere a teatro al Così fan tutte di Mozart. Mr. Ransome è un appassionato delle opere di questo musicista; la sera, a casa, dopo una giornata di lavoro, ne ascolta la musica estraniandosi da tutto ed evitando così di parlare con la moglie. 
Al rientro dal teatro, la coppia trova la casa completamente svaligiata: non c'è più niente, né mobili, né oggetti vari, neppure il forno con lo sformato quasi pronto, neppure la moquette. Un trasloco avvenuto in poco tempo, senza che i vicini o il guardiano si siano accorti dell'accaduto. La polizia non sembra colpita dallo strano caso, considerandolo alla stregua di un furto qualunque. 
Mr. Ransome si preoccupa soprattutto della perdita del suo stereo (che riacquista subito per tornare a riascoltare Mozart), lei cerca di comperare poco alla volta quello che manca. Così gira per le vie del suo quartiere, riscoprendolo, cercando oggetti a poco prezzo per rendere la casa più vivace e piacevole. Scopre che la televisione si può accendere anche durante il pomeriggio e guardare vite diverse, aspetti differenti della realtà, acquisire un nuovo lessico. Due modi diversi di reagire ad un evento traumatico, che li mette l'uno di fronte all'altra, senza maschere e non detti. 
Dopo un inizio brillante, il racconto, che pur si legge volentieri, non decolla  né si crea empatia con i personaggi. L'ironia sottile è un gioco intellettuale che rende la narrazione un po' fredda e poco coinvolgente. 

Giudizio sintetico: Senza coperture

Versilia Rock City

di Fabio Genovesi, Mondadori


Romanzo d'esordio del noto autore toscano, è una galleria di personaggi dropout singolari e ben disegnati nelle proprie manie, nei numerosissimi errori, nelle difficoltà sociali che li rendono macchiette tenere e tragiche di un racconto corale che alterna salti temporali e intrecci saltuari. Divertenti, spaesati, chiusi in mondi e spazi psicologici angusti e tipizzati, cercano ognuno uno spazio di vita proprio in una Forte dei Marmi vuota e invernale, descritta senza pietà.

Ci sono Mario e Renato, ex bambini, ex protagonisti delle serate degli anni '90, uno ex-DJ, l'altro ex-regista impegnato, forse troppo impegnato. Poi c'è Nello, detto "il Botta": ex-tossicodipendente, anche adesso violento, approfittatore, privo di qualsiasi morale, ma del quale si infatuano tutte le donne e che quindi scatena l'odio di padri, mariti, sorelle, amici. Ma non di Teresa, inflessibile avvocato che frequenta l'intellighenzia del luogo, donna decisa e capace ma che sente la mancanza di emozioni degne di essere chiamate tali. L'autosegregazione di Mario, lo strano lavoro di Renato, le follie di Nello e l'amore disperato di Teresa si muovono sullo sfondo di paesaggi senza personalità, l'hinterland milanese, ma soprattutto la vuota Forte dei Marmi invernale, meta turistica di una Milano sbruffona e snob che la vede, con l'accondiscendenza interessata degli stessi abitanti della città versiliana, solo come una "casa al mare", da sfruttare uno o – al massimo – due mesi all'anno, ignorando l'esistenza della città e dei suoi residenti per i restanti 10/11 mesi.
Piacevole e imperniato sul confronto tra passato e presente, il romanzo vive della disperazione dei protagonisti, che sono troppo avviluppati in sé stessi per creare empatia, ma che come macchiette riescono comunque a suscitare una divertita commiserazione. Prova generale delle tematiche dei romanzi successivi dello stesso autore, non ne raggiunge tuttavia ancora lo spessore narrativo.

Giudizio sintetico: Ex-che?

domenica 23 maggio 2021

Il mistero della finocchiona a pedali

di Dario Cecchini e Alessandro Mauro Rossi, Feltrinelli

Un giallo senza paura, senza emozioni, senza la necessità di inferire niente da parte del lettore. I fatti vengono spiegati nei minimi particolari, gli attori sono tutti - quasi - buoni, il mondo del piccolo paese toscano in cui si svolgono i fatti è quello di una moderna ambientazione alla Guareschi, ma senza lo scontro tra due opposte fazioni. La storia è anche interessante, ma raccontata in modo molto tranquillizzante. 

Panzano in Chianti, terra di cinghiali, di mangiate, di piccoli avvenimenti di paese. Al centro del borgo, ombelico gastronomico della regione e centro di aggregazione sociale, la macelleria (esiste davvero!) di uno degli autori, noto gastronomo dai successi internazionali. 
Il mistero inizia con la morte di un ciclista, apparentemente vittima di un pirata della strada o di un incidente. Ma il maresciallo sardo trapiantato in Toscana che si occupa dell'indagine non ne è convinto. Dopo qualche tempo, altre morti di ciclisti, questi chiaramente vittime di una misteriosa arma che non lascia tracce, portano all'attenzione dei media nazionali la stranezza di un luogo in cui il numero degli abitanti è troppo esiguo per giustificare tanti delitti. Sul mistero iniziano ad indagare, oltre al commissario, anche i due autori del libro, che si muovono in un mondo di cacciatori, bracconieri, strani turisti e misteri raccontato troppo nel dettaglio e che non lascia al lettore nessuno spazio di deduzione autonoma.
A metà tra un libro per ragazzi e un giallo, il romanzo ha comunque il pregio di raccontare alcune caratteristiche geografiche e gastronomiche del Chianti, stimolanti per chi volesse, incuriosito, trascorrervi un periodo di vacanza leggendo un thriller leggero di cui sono protagonisti due personaggi reali, che potrebbe anche incontrare di persona.

Giudizio sintetico: Pro Loco

La moglie perfetta

di Roberto Costantini, Marsilio Ed.


Ultimo caso del commissario Balistreri, eroe noir riflessivo dal passato oscuro e dalle parentele ingombranti. La serie a lui dedicata si conclude con un'indagine suddivisa in due periodi separati da un decennio e il taglio narrativo, rispetto ai titoli precedenti dedicati a questo protagonista noir, è decisamente più introspettivo e autoriflessivo.

2001, Roma. Dopo la giovinezza a Tripoli e la vita da commissario a Roma, Balistreri è stanco e amareggiato, ma non rinuncia né a fumare in ufficio, né ad infischiarsene della gerarchia. Insieme alla pm Bianca Benigni, indaga sulla morte di una ragazza stuprata e assassinata su una spiaggia vicino ad una discoteca. Attorno all'indagine, si dipanano le vite di due coppie: il prof. Bonocore, borioso professore sposato a Nicole, una americana bella ed elegante, e la stessa pm Bianca Benigni, moglie dello psicologo Nanni, specializzato in terapia di coppia ma smarrito davanti alla sua stessa vita matrimoniale. Caratteri molto diversi, collegati da una brillante e spregiudicata ragazza, Scarlett, provocante e disinibita, sorella della moglie del professore. L'indagine conduce ad un colpevole, ma 10 anni dopo Balistreri si troverà a dover rivedere i fatti alla luce di altre prospettive e con un ulteriore decennio di rassegnata ostinazione.
Romanzo riflessivo, molto orientato a descrivere le dinamiche emozionali dei personaggi, rimane comunque un noir di taglio classico, sebbene i trascorsi del protagonista (narrati in una fortunata serie di romanzi ambientati in due periodi diversi tra Libia e Italia) non siano del tutto consueti al genere poliziesco classico. Balistreri sembra attraversare il tempo con leggerezza, senza invecchiare mai e senza lasciare un segno tangibile se non nello spirito di chi gli è vicino, preoccupato di seguire una morale tutta sua, poco incline al compromesso ma spesso accomodante nei confronti dei risultati attesi.

Giudizio sintetico: Autoriflessivo

venerdì 30 aprile 2021

Fiori

di Maurizio De Giovanni, Einaudi 


Protagonisti di questo romanzo sono i Bastardi di Pizzofalcone, poliziotti scartati da altre sedi, che ormai formano una squadra coesa forse perché ciascuno di loro procede nelle indagini utilizzando doti diverse, così da integrarsi e compensarsi l'uno con l'altro. Un'indagine complessa, questa, da risolvere in tempi stretti, a rischio di dover rinunciare al caso o addirittura di veder chiudere il loro commissariato. Una sfida che i Bastardi affrontano brillantemente.
 

Inizio di primavera a Pizzofalcone. L'aria è limpida e profumata. Questo quartiere di Napoli, posto in collina, è un luogo fantastico in primavera, in cui si dovrebbe vagare senza meta per percepire pienamente con i sensi quello che la stagione appena arrivata regala: suoni, colori e profumi. Profumi di fiori diversi. Proprietario di un chiosco di fiori del quartiere è la vittima dell'omicidio da cui si dipana la trama. Savio Niola, un uomo stimato e amato da tutti, pronto ad aiutare chi ne avesse bisogno, che aveva denunciato poco prima della propria morte, comparendo anche in TV, il racket che taglieggiava i commercianti di zona. Potrebbe essere una pista, come potrebbe esserlo il ragazzo albanese a cui il Niola dava ospitalità in casa sua, scomparso dopo il delitto. 
Senza dare nulla per scontato e senza pregiudizi, i Bastardi indagano, cercando di capire il motivo per cui l'uomo sia stato ammazzato con brutale violenza, addirittura massacrato. Intanto si approfondiscono i caratteri e le vite dei Bastardi, ciascuno con una personalità differente che il narratore accosta a fiori diversi. E già nelle ultime pagine si intravedono prossime svolte nelle loro vite... 
Scritto nella consueta prosa scorrevole e fluida, a tratti lirica, il romanzo non presenta elementi di sostanziale diversità dai precedenti della stessa serie e forse il suo limite sta proprio nella modesta originalità. 

Giudizio sintetico: Stagionale

mercoledì 28 aprile 2021

Quando tornerò

di Marco Balzano, Einaudi



Famiglia, affetti, la decisione di abbandonare i luoghi perché la vita lo impone. La storia di una famiglia che per necessità è costretta a sfaldarsi e per necessità deve mantenersi unita per far fronte alle avversità. Un racconto a tre voci sull'importanza di andare via per trovare la propria strada e sulla durezza della vita di chi rimane, tracciato su quella linea a cavallo tra il coraggio di chi emigra e l'ostinazione di chi resta.

Filip e Daniela abitano in un piccolo paese della Romania, in un posto dimenticato dal mondo nel quale la piattezza del paesaggio rispecchia la mancanza di prospettive di tutti gli abitanti. Una terra in cui l'emigrazione femminile è la prassi, destino inevitabile di donne che prima o poi vanno in Italia a fare i mestieri che gli italiani non fanno più – badanti, donne di servizio, baby sitter – e uomini che emigrano per lavoro, in patria o in paesi stranieri. Nel cassetto, il desiderio di far studiare i figli per emanciparli da un destino che sembra sempre più simile a quello dei genitori. Manuel, adolescente di otto anni più piccolo della sorella, è il figlio minore della coppia e quello che a dispetto della durezza dei suoi comportamenti sembra soffrire di più della situazione. Angelica, la sorella maggiore, ha nella responsabilità e nella determinazione le sue caratteristiche più evidenti. Ma è nella vita di Daniela la nota distintiva del romanzo, che descrive con spietata crudezza il disagio di chi si trova a combattere tra la necessità di aprirsi a nuove prospettive e la volontà di mantenere saldi i legami con la famiglia e il paese di origine, temi già affrontati dall'autore ne L'ultimo arrivato e in Resto qui
La scelta del racconto in prima persona per i tre personaggi protagonisti delle tre parti del romanzo, se da un lato sottolinea il desiderio di offrire al lettore una maggiore introspezione, dall'altro ne spezza anche la continuità, riducendone in parte la capacità di suscitare empatia.

Giudizio sintetico: Migratorio


giovedì 22 aprile 2021

La donna degli alberi

di Lorenzo Marone, Feltrinelli


Un Marone diverso, immerso nella Natura, montano, scrive un libro introspettivo su un mondo difficile e ostile, ma comunque capace di affascinare. Storia di rinascita e di addio, con una donna ostinata e pronta ad accettare i doni di una montagna ricca di ricordi ma capace di dare emozioni forti e semplici.

La donna fugge dalla città, dalla delusione di un mondo che non apprezza più. E si rifugia in montagna, nella baita di famiglia, che a fatica deve rimettere in ordine per esigenze di sopravvivenza. Si deve far accettare dal bosco, dalla montagna, dagli animali che curiosi vanno a trovarla. Ma nell'indipendenza di uomini, donne, animali c'è il senso del suo rinnovato interesse per la vita. E i personaggi sono tutt'altro che anonimi: la strana ed efficacissima Guaritrice, la generosa Benefattrice, la Rossa che la adotta come sorella, lo Straniero che la coinvolge nel suo sogno verde.
Una storia di riscoperta dei valori essenziali e della autenticità della sopravvivenza, dettata dal ritmo delle stagioni e dalla necessità di riscoprire se stessi. Una storia non ironica, non ricca di avvenimenti, più improntata al mistero della scoperta della natura, ambientale e umana. Una storia che chi ha apprezzato i precedenti romanzi di Marone potrebbe anche non apprezzare.

Giudizio sintetico: Cognettiano

martedì 13 aprile 2021

Million dollar baby

di Fabio Carlini, Gremese 


Un saggio sul film omonimo di Clint Eastwood  del 2004. Un libro che, per chi ha visto quel film, è quasi necessario per capire la magia con cui il regista, partendo da un romanzo, è riuscito a creare un film straordinario. Tecniche cinematografiche che ai non addetti ai lavori sfuggono, ma che l'autore svela non per smontare il film ma per coglierne tutte le sottili sfumature che lo rendono un capolavoro.

Il libro si apre con un'introduzione dell'autore che, riferendo del proprio primo impatto alla visione del film, ci riconduce alla commozione provata da noi spettatori. Non si passa "emotivamente indenni" attraverso la storia dei protagonisti, Frankie (interpretato dallo stesso Clint Eastwood) e Maggie (Hilary Swank), a meno che la si rifiuti per eccesso di commozione. La parte principale del saggio si sofferma sul racconto del film, sulla storia principale, quella di Frankie, noto allenatore di giovani boxeur, che accetta di preparare Maggie, cameriera, con grandi aspirazioni pugilistiche. 
Intorno ai protagonisti anche la raffigurazione dei vari personaggi, ognuno dei quali rappresenta uno spaccato significativo di diversa umanità. E le famiglie, quelle reali, crude e aride, contrapposte a quelle elettive, nate dalle proprie frustrazioni ma non per questo meno solide e autentiche. Il film è infatti una grande storia d'amore, quella di Frankie, padre rifiutato dalla propria figlia e Maggie, figlia elettiva, con cui forma una famiglia al di fuori di schemi e legami di sangue. 
Il saggio continua con pagine interessanti, illustrate con numerose e puntuali fotografie, in cui Carlini spiega il mestiere del vero regista, quello che fa in modo che lo spettatore entri nella scena e partecipi in prima persona. Tecnica fatta di primi piani, di riprese dall’alto, di inquadrature soggettive, di luci e ombre, di spaccati, di riprese veloci e di riprese lente, tutto sapientemente mixato. Si capisce così come sia raffinata ed importante la regia di un film, quella che fa la differenza, quella che rende diverso un capolavoro da un’opera semplicemente onesta. 
Il libro è breve, ben scritto, interessante anche per chi non è cinefilo. Consigliabile vedere prima il film. 

Giudizio sintetico: Affinità elettiva

Il treno dei bambini

di Viola Ardone, Einaudi 


Un bel romanzo. Una storia ambientata nel secondo dopoguerra, in un periodo di difficoltà economica enorme, soprattutto al Sud, ma anche di autentica solidarietà. La trama si sviluppa partendo dall'iniziativa del Partito Comunista (Sezione Udi, Unione Donne italiane) di organizzare l'affido temporaneo di bambini molto poveri presso famiglie del Nord Italia per sostenerli in vista di un inverno, quello del 1946, che sarebbe stato molto duro. Con gli occhi del protagonista, Amerigo Speranza, di circa 8 anni, si viene a conoscenza di una vicenda storica spesso ignorata. 

Amerigo Speranza vive nei bassi dei quartieri spagnoli di Napoli con la madre, Antonietta Speranza; non ha mai conosciuto il padre, emigrato in America "per fare fortuna", così gli è stato detto. I due tirano avanti di espedienti, il bambino va a cercare "le pezze" che vende al mercato, non ha mai avuto un paio di scarpe. La madre è una donna di scarse parole, molto poco espansiva ed affettiva, che non l'ha ben preparato a salire su un treno per il Nord, insieme a molti altri bambini. Tanti i timori di Amerigo e degli altri piccoli, alimentati dalle voci della gente prima della loro partenza: Andranno in Siberia? I comunisti mangiano i bambini? Torneranno mai dai loro veri genitori? Amerigo è affidato ad una famiglia di Modena in cui trova una vita normale, una casa, pasti, vestiti, scarpe, la possibilità di andare a scuola, doveri, regali. Addirittura trova un uomo che, pur avendo già 3 figli propri, gli fa da padre e gli fa scoprire la passione per la musica. 
Ritornare a casa dopo un anno circa non è facile. Le due famiglie, quella "adottiva" e quella materna sono troppo diverse e per Amerigo la situazione è lacerante. 
Un romanzo molto intenso, scritto in modo delicato, semplice e, soprattutto nella prima parte, utilizzando modi di dire e termini del dialetto napoletano italianizzato. Forse il finale, con ellissi temporale di quasi 50 anni e un Amerigo adulto che fa i conti con la propria infanzia, risulta un po' prevedibile e meno efficace.

Giudizio sintetico: I bambini ci guardano

giovedì 8 aprile 2021

Una donna quasi perfetta

di Madeleine St. John, Garzanti


Secondo romanzo della scrittrice australiana St. John, dopo
Le signore in nero, più convincente del precedente per la costruzione più approfondita dei personaggi. Gradevole la scrittura, fluida e scorrevole, con una narrazione dotata di grazia e leggerezza che non scadono nella superficialità. Un libro che si legge velocemente ma che merita, poi, di rigustarne alcuni passi.
 
Londra, personaggi della middle-class, colti, quasi snob. Tre donne al centro della storia e un uomo, Simon. Le tre donne sono Flora, moglie di Simon, Lydia, amica di Flora, e Gillian, amante di Simon. Flora crede nel matrimonio, ha accettato i compromessi che ha ritenuto necessari per mantenere l'armonia familiare, rinunciando per Simon alla religione cattolica per seguire quella anglicana, preferita dal marito. Durante una vacanza in Francia con i tre figli, a cui il marito non ha potuto partecipare per impegni di lavoro, scopre il piacere di stare per tempi lunghi con loro. Simon, durante la lontananza della moglie, conosce Gillian, ne è attratto e inizia una relazione con lei che dovrebbe restare solo su un piano fisico. Gillian è una donna autonoma, che rivendica la propria capacità di controllare le emozioni per non legarsi troppo agli altri. Partner ideale dunque, se non che anche Gillian non è perfetta, e col tempo si lascia coinvolgere nella storia. La narratrice ci fa entrare nella quotidianità della vita matrimoniale di Flora e Simon, ricca di bugie e sotterfugi, in cui Flora si riavvicina al proprio credo cattolico e Simon, egocentrico ed egoista, si barcamena per mantenere quello che ha, non volendo rinunciare all'amante a cui è sempre più legato, né alla famiglia. Lydia, venuta a conoscenza casualmente della relazione, si pone il problema morale di rivelare o no la propria scoperta all'amica Flora. Vicende quotidiane, nulla di eccezionale, se non la capacità di raccontare con grazia e ironia le imperfezioni umane, creando personaggi autentici. 

Giudizio sintetico: Meritevole

venerdì 2 aprile 2021

A riveder le stelle

di Aldo Cazzullo, Mondadori


La Divina Commedia dal punto di vista del romanziere. I paralleli con la nostra età, a 700 anni dalla morte del Sommo Poeta, sono il segno non soltanto della sua grandezza, ma anche della modernità della sua opera più importante. Guidandoci tra i personaggi più noti dell'Inferno, ma approfondendo anche fatti storici del tempo di Dante e della storia recente, Cazzullo compie un profondo atto d'amore nei confronti dell'opera fondante della nostra lingua, bilanciando commozione e senso morale e avvicinando all'opera poetica più importante di tutti i tempi anche il lettore meno avvezzo agli studi classici.

Il viaggio di Dante nell'Inferno viene ricostruito passo passo con lo stile del romanziere, con brevi richiami narrativi ai passi più conosciuti, ma anche con note biografiche interessanti relative a tutti i personaggi che il Poeta incontra nel suo viaggio verso il fondo dell'abiezione umana. Non solo un'analisi, dunque, né solo una narrazione parafrastica, ma un vero viaggio sulle orme di Dante e Virgilio, cercando di capire le emozioni e le paure che loro hanno provato percorrendo i vari gironi. Ecco allora che si incontreranno e si potranno apprezzare o biasimare i personaggi dei passi più noti: Paolo e Francesca, Ulisse, il conte Ugolino, Farinata degli Uberti ecc., ma anche quelli che normalmente riguardano solo studi più approfonditi, o le note geografiche sui luoghi che hanno caratterizzato l'esilio di Dante e che immancabilmente compaiono nella Commedia: da Scilla e Cariddi al lago di Garda, alla Dalmazia, all'Istria, e le città in cui il Poeta ha trovato riparo, come Venezia, Mantova, Ravenna. L'importanza di Dante per la costruzione dell'Italia non come "luogo geografico", ma come "nazione" è ormai riconosciuta, ma Cazzullo ne sottolinea con orgoglio l'importanza anche con richiami all'attualità, ponendo l'accento sulle caratteristiche di moralità, capacità, cultura che più di ogni guerra o rivoluzione hanno costituito l'origine della nostra identità nazionale e che ancora ci rendono così "Dantisticamente italiani".

Giudizio sintetico: Celebrativo

mercoledì 24 marzo 2021

È quello che ti meriti

di Barbara Frandino, Einaudi 


Una coppia, Claudia e Antonio. Ma il romanzo non è una storia d'amore perché l'amore per il quale si sono sposati, si è trasformato a poco poco in odio e insofferenza. Eppure i due stanno insieme, fermi nella loro infelicità, nel timore – mandando a monte il matrimonio – di rimanere soli e di perdere quell'identità acquisita legandosi in un quel vincolo. Un tormento che però si trascina nel tempo: "
Ma non ti viene mai voglia di mollarmi? In continuazione. E a te? In continuazione". 

Antonio è in alto su una scala appoggiata al tronco di un albero nel giardino di casa. All'improvviso perde l'equilibrio, cade. Infarto, dicono a Claudia i medici dell'ospedale. Dopo un periodo di ricovero dell'uomo, i due devono vivere  la convalescenza, insieme. E allora Claudia deve affrontare tutti i nodi di un rapporto logorato e in piena crisi. 
La voce narrante è quella di Claudia: attraverso i suoi occhi assistiamo alla presa di coscienza del fallimento del loro matrimonio, alla delusione successiva alla scoperta di avere accanto a sé una persona diversa da quella che ha sposato. Così è per lui. Allora erompe la rabbia, il desiderio di vendetta, di infliggere dolore all'altro, pari a quello che si avverte dentro di sé. Il tradimento che ognuno ha subìto non è tanto quello dei rapporti del partner con altre persone, quanto la consapevolezza di non essere più in grado di regalarsi reciprocamente il sogno di felicità. 
Un romanzo che affronta un tema non originale, alla base di vari libri, film e fiction. Merito di questo libro sono l'essenzialità e la rapidità della scrittura, le descrizioni brevi ma efficaci. Un libro leggibile, non un capolavoro, certo, ma un romanzo comunque dotato di una dignitosa medietà. 

Giudizio sintetico: Sogni infranti

giovedì 18 marzo 2021

Proprio come te

di Nick Hornby, Guanda


Dialoghi serrati e continui, confronto apparentemente impossibile tra due mondi che non si toccano, ma che grazie all'ironia trovano una piattaforma comune su cui coltivare qualcosa di importante. Nel titolo tutta l'ambivalenza di un rapporto tra un uomo e una donna con niente in comune e tutto da scoprire.

Londra, 2016. Sullo sfondo il confronto serrato tra i due schieramenti a favore o contro la Brexit, mappa eterogenea di una città sempre meno inglese e che sta perdendo le sue caratteristiche, riuscendo comunque ad assorbire l'immigrazione integrandola a fatica nel proprio tessuto sociale. Ne è un esempio Lucy, quarantenne insegnante progressista, colta e decisa, due figli in età scolare e un ex marito che tenta di neutralizzare la sua figura di ex alcolista cercando di farsi accettare dai figli, una donna che sente di avere poco in comune con le amiche frustrate che la immaginano vivere una vita da single tutta sesso e sregolatezza che lei riesce ad immaginare ancora meno di un nuovo rapporto con un marito adatto a lei: bianco, maturo e laureato. 
Per contro, ne è però un esempio anche Joseph, giovanissimo commesso di macelleria, nero, di famiglia religiosa, che per sbarcare il lunario fa anche l'allenatore di calcio e all'occasione il babysitter, ma il cui sogno nel cassetto è sfondare come deejay. E che sulla Brexit ha le idee confuse. 
Che cosa hanno in comune, questi due personaggi lo scopriranno insieme, protagonisti di una storia sbagliata in partenza, vissuta nel cuore di una City suddivisa in quartieri profondamente diversi ma all'interno dei quali la vita è quella di un paese, con i pettegolezzi, le botteghe, le vite di una microcomunità. Con la sua consueta ironia, in questo caso arricchita da dialoghi serrati che confrontano sentimenti e pensieri molto seri, ma che non sembrano mai approdare da nessuna parte, Hornby racconta il sogno dell'impossibile, ricordandoci che un sentimento, anche se non sopravvive, vale comunque la pena di essere vissuto, a dispetto delle differenze di età, politica, esperienza, ceto o colore della pelle.

Giudizio sintetico: Possibilista


lunedì 15 marzo 2021

Possiedo la mia anima

di Nadia Fusini, Mondadori 


Un libro appassionato e intenso, da leggere. Biografia di Virginia Woolf, una storia che entra nell'animo del lettore a poco a poco, si deposita e lì rimane. Un libro impegnativo, più di 340 pagine che si apprezzano soffermandosi sulle immagini e sulle parole, sulle riflessioni e sui sentimenti di questa donna straordinaria. Pagine che, svelando la protagonista, portano qualche lettore a guardare dentro di sé, a intuire qualcosa dei propri sentimenti e delle ragioni dei propri comportamenti. 

Una studiosa di valore, Nadia Fusini, con una prosa precisa e scorrevole, costruisce per il Lettore, cui si rivolge in alcune pagine inframmezzate al racconto, l'anima di Virginia Woolf. La narratrice ha letto con attenzione documenti, opere, lettere, diari, non solo con attenzione ma con l'affetto e la stima di chi si accosta a una persona eccezionale e ce ne vuole svelare il segreto. 
Virginia è scrittrice, femminista (convinta che le donne abbiano qualità superiori a quelle degli uomini e possiedano un istinto d'amore) pensatrice, uomo e donna, androgina, senza esaurire se stessa in nessuna categoria. Con un amore smisurato per la libertà. Ama passeggiare molto per la campagna o per le vie di Londra. La scrittura ha comunque un ruolo fondamentale per lei. Dice: "Per me niente è reale, se non quando scrivo". E nei suoi scritti c'è immaginazione, fantasia, ma soprattutto vita. 
Sofferente di una forma di psicosi depressiva, viveva con il timore di cadere nel gorgo della depressione – che periodicamente l'assaliva – senza possibilità di difendersi. Però è consapevole che proprio questi assalti le permettevano, scendendo nel profondo di quell'abisso, passo dopo passo, di raggiungere la verità.
Intorno a Virginia, la narratrice ci consegna altri ritratti ben disegnati: Leslie Stephen e Julia Princep, i genitori (dalla madre si sentì sempre non amata); Vanessa, la sorella amatissima di cui era gelosa; Leonard Woolf, il marito; Vita Sakville-West, presente nella sua esistenza dal 1922 alla morte. 
Un libro interessante anche per chi non ha mai letto niente dell'opera della Woolf, grazie alla narratrice: guida attenta, sensibile nel condurci con discrezione a cogliere l'anima di Virginia.

domenica 7 marzo 2021

I cerchi nell'acqua

di Alessandro Robecchi, Sellerio


Il mondo è sempre quello di Carlo Monterossi, ma in questo caso il nostro svolge solo il ruolo di anfitrione per introdurre un'indagine che si snoda su due canali paralleli, battuti dagli ex comprimari Ghezzi e Carella. Uno stile noir meno ironico che negli altri libri dello stesso autore, per un poliziesco investigativo di taglio classico americano che naviga in una Milano equivoca e delinquenziale raccontata con la cura e il disincanto cui Robecchi ci ha abituato.

Milano, oggi. Ghezzi è ancora vicequestore, anche se ad un passo dalla pensione. L'entusiasmo l'ha abbandonato da tempo, la carriera non è mai stata un obiettivo, ma l'anziano poliziotto sente sempre la necessità di rimettere ordine nelle cose. Così, quando una matura prostituta – donna di un piccolo delinquente da lui arrestato molti anni prima – si fa viva per pregarlo di ritrovarle il compagno, non esita ad iniziare una piccola indagine, che via via si snoda in un mondo di piccoli drammi e criminali da strapazzo, ma che sembra nascondere qualcosa di più grande e misterioso.
Parallelamente, il collega Carella fa ricorso ai suoi modi spicci e brutali, quasi dimenticandosi di essere un componente delle forze dell'ordine, per convincere i frequentatori della malavita cittadina di essere uno di loro. Ufficialmente in ferie, segue un'indagine personale rabbiosa e violenta che lo introduce in un mondo di loschi traffici e pericolose frequentazioni.
Due investigatori che non esitano a mettere a repentaglio la loro figura istituzionale, ma che continuano comunque ad interrogarsi sul bene e il male, e sulla necessità del rispetto delle regole che stanno infrangendo per necessità. Con uno stile sempre personale, ma che in questo caso strizza molto l'occhio a Chandler e Hammett, Robecchi dipinge un ritratto senza sconti di una scacchiera in cui pezzi disperati si muovono navigando a vista, dove a dispetto della morale il pesce grosso mangia sempre il pesce piccolo e nella quale la donna, vera vittima del sistema, è considerata un pezzo utile ma sacrificabile, moneta di scambio per traffici più legati alla sopravvivenza che al lucro.

Giudizio sintetico: Milanoir

lunedì 22 febbraio 2021

Il colibrì

di Sandro Veronesi, La nave di Teseo

Vincitore del premio Strega 2020, la storia di un uomo destinato a sopportare una serie di problemi e difficoltà apparentemente insostenibili, drammi familiari e affettivi in grado di distruggere lo spirito anche degli uomini più resistenti. Un libro con salti temporali continui, a volte spiazzanti, che costruisce una storia drammatica in cui si alternano forme narrative diverse, dal dialogo alla lettera, al racconto, in uno spazio temporale che va dai primi anni '60 al prossimo decennio.

Marco Carrera è il colibrì, piccolo e veloce, capace di galleggiare immobile nella vita come nell'aria, un'esistenza dai mille risvolti e dagli imprevedibili stravolgimenti: di professione oftalmologo, atleta poliedrico tradito dall'esilità del fisico, giocatore d'azzardo scaltro e sistematico, vittima di tradimenti e drammi familiari che sembrano non dargli tregua, riesce comunque a sorpassare le sue mille tragedie senza arrendersi mai, soprattutto perché ogni rovescio gli lascia da gestire ogni volta nuove responsabilità alle quali non può sottrarsi e alle quali sembra far fronte con l'immobilità, ma l'immobilità del colibrì, conquistata al prezzo di un frenetico battito d'ali. Una storia difficile, raccontata con salti temporali anche di decenni e altrettanto diverse forme espositive: dalle lettere tenere e disperate scambiate con i propri affetti ai dialoghi empatici con lo psicanalista che - forse - gli ha salvato la vita. Un'alternanza di tempi e modi che inizialmente spiazza il lettore, ma che poi lentamente costruisce una storia complessa dei nostri tempi, nella quale al protagonista succede di tutto, ma ben poco riesce a intaccarne lo spirito di sopravvivenza, dipingendo un quadro di sopportazione fin troppo solido per apparire credibile.

Giudizio sintetico: Invulnerabile

martedì 16 febbraio 2021

Il corpo docile

di Rosella Postorino, Einaudi 

Un romanzo duro, di quelli che ci introducono in una realtà di cui poco si parla e poco si conosce e, quasi, si è tentati di ignorare perché fa male: quella dei carcerati e dei bambini vissuti nei primissimi anni in carcere con la madre detenuta. È la storia della protagonista del libro, Milena, di 24 anni, che ha vissuto i primi 3 a Rebibbia, dove è nata. Un'esperienza che non si cancella, che lascia segni e cicatrici, costringendo la donna, anche a distanza di tempo, a restare chiusa in una gabbia di dolore e di paura. 

A 3 anni, come la legge prescrive, Milena lascia sua madre detenuta a Rebibbia per andare a vivere con la nonna e il padre. Il suo legame con il carcere è molto forte e continua negli anni successivi con il suo impegno in un'organizzazione di volontariato che si prende cura dei bambini reclusi con le proprie madri in carcere. Una volta alla settimana Milena accompagna i piccoli all'esterno, gioca con loro, soprattutto con il piccolo Marion, a cui si è molto legata. E poi la giovane mantiene un rapporto simbiotico con Eugenio, che ha condiviso con lei l'esperienza infantile del carcere . 
"Corpi docili", sono i corpi dei detenuti abituati a soggiacere agli ordini altrui senza poter scegliere quando mangiare, parlare, dormire... Il rapporto di Milena con il proprio corpo è molto difficile, soprattutto quello con il cibo: spesso, dopo aver mangiato, vomita. D'altronde il rapporto con la madre non è mai stato risolto. La donna non le ha dato protezione e sicurezza, necessarie nei primissimi anni, sofferente a sua volta per la sua vita da reclusa e per l'amore sbagliato e non ricambiato per il padre di Milena. L'esperienza dell'amore forse potrà aprire la" gabbia" di Milena , forse l'incontro con un uomo che la desidera e che lei desidera riuscirà a darle libertà. 
Un libro che a volte si vorrebbe interrompere, per la capacità della narratrice di delineare e far vivere davanti ai nostri occhi il buio di esistenze disperate. Proprio quella capacità narrativa e la forza delle parole scelte, fanno poi proseguire ed apprezzare il romanzo . 

Giudizio sintetico: Carcerario

domenica 7 febbraio 2021

Gridalo

 di Roberto Saviano, Bompiani

Un resoconto episodico tra giornalismo d'inchiesta e narrazione letteraria, articolato con il filo conduttore di un uomo che immagina di incontrare il ragazzo che era, al quale vorrebbe dare consigli, avvertimenti, ma dal quale non può nemmeno farsi ascoltare. Per aiutarlo, lo affiancano le storie di personaggi noti e meno noti, emblemi di scelte esistenziali che nonostante le profonde diversità restano comunque improntate ad una identica coerenza: fare ciò che si reputa di dover fare, nonostante tutto.

Un uomo osserva da lontano un ragazzo che esce da una scuola: sa che è lui stesso molti anni prima, vorrebbe aiutare quel ragazzo a non commettere scelte che ne comprometteranno la vita, ma non può. La strada è diversa per ognuno, i pensieri, le emozioni, le azioni si susseguono e condizionano le nostre esistenze in dinamiche individuali che non possiamo controllare, anche se la coerenza deve rimanere il timone che indirizza il nostro agire. Consapevole dell'importanza dell'esempio, dopo una prima parte più generalista che analizza le caratteristiche sociali del nostro tempo, l'uomo inizia a raccontare al ragazzo, con lo stile dello scrittore che sa che diventerà, le vite di vari personaggi che hanno seguito il proprio spirito nonostante l'evidenza di crescenti – talvolta insormontabili – difficoltà, pagando molto spesso con la vita. Non sempre personaggi noti, non sempre personaggi positivi, non sempre personaggi con un esempio da seguire... Assieme a Ipazia, Giordano Bruno, Robert Capa, Martin Luther King, sono raccontati anche un wrestler come Hulk Hogan o un nazista come Joseph Goebbels.
Attraverso racconti di vite reali, con il suo caratteristico stile tra romanzo e giornalismo, Saviano ci porta a riflettere sulle contraddizioni della nostra società digitale, sulla tendenza all'uniformazione che sembra sempre condizionare gli aspetti della vita sociale, complici politiche e poteri economici che tentano in ogni modo di soffocare – spesso nel sangue ma talvolta solo con la diffamazione sistematica e la persecuzione giudiziaria – qualsiasi voce di dissenso, piccola o grande che sia. 
Il titolo è l'anticipazione di tutte le esortazioni che chiudono ogni capitolo, richiami ad una libertà e ad una coerenza di pensiero che sembrano sempre più perdersi nel mare della rassegnazione e dell'appiattimento al ribasso della solidarietà.

Giudizio sintetico: Biograficoerente

venerdì 22 gennaio 2021

Il concerto dei destini fragili

di Maurizio De Giovanni, Solferino Editore 


Non un thriller, come ci attendiamo aprendo un romanzo di De Giovanni, non l'ambientazione precisa e talvolta elegiaca della città di Napoli, ma un racconto, breve e intenso, con tre personaggi centrali, un medico, un avvocato e una domestica proveniente da un Paese dell'Est, nell' Italia della pandemia da Covid19. Voci diverse che formano un concerto doloroso di fronte ad un virus che colpisce indiscriminatamente. Che la fragilità sia elemento costitutivo della natura umana è cosa risaputa, la pandemia come la guerra ci pone con evidenza di fronte ad una realtà di cui spesso ci si dimentica, nell'illusione di poter vivere per sempre.

In una città italiana, nel 2020, le storie di tre personaggi che non hanno alcun legame tra loro. Il giovane dottore, che si dedica con tutto se stesso a curare, senza sapere neppure bene come, i malati di questo misterioso virus, con la disperazione di chi molte volte non può salvarli o addirittura non ha letti sufficienti per poterli ricoverare in rianimazione; l'avvocato di successo, ricco, dalla vita dissoluta, distrutto da una relazione finita ormai da tempo, che vive nella nostalgia di quell'amore; Svetlana, donna delle pulizie, che non riesce più a trovare lavoro. Le signore, che prima si facevano aiutare nei lavori domestici, ora, chiuse in casa, provvedono loro stesse alla pulizia del loro appartamento e lei deve pagare l'affitto del suo piccolo bilocale, provvedere alla figlia adolescente e pensare al compagno che vive con loro, che da quando non trova più lavoro, si ubriaca ed è diventato violento. È straniera, non in regola, non ha aiuti. Destini diversi, che si incontrano casualmente in una notte terribile. Un racconto intenso, ricco di sentimento, sulle nostre paure, sul senso di smarrimento che ha colto tutti noi improvvisamente, colpiti da un male inatteso e fuori controllo. E ci siamo sentiti ancora come foglie, di omerica o ungarettiana memoria, che un alito di vento, ad un tratto, fa cadere. 

Giudizio sintetico: Fatale

sabato 16 gennaio 2021

Nel mare ci sono i coccodrilli

di Fabio Geda, Baldini & Castoldi

Un best seller basato su una storia vera. Un bambino che diventa uomo nel tentativo, durato ben otto anni, di sfuggire ad un destino avverso con una migrazione dal Pakistan all'Italia, lungo la massacrante via che passa da Iran, Turchia e Grecia. Una storia di crescita e liberazione raccontata con una velata ironia, una scoperta del mondo tracciata attraverso gli occhi semplici e innocenti di un ragazzino che vede la realtà senza pregiudizi, qualunque essa sia.

Enaiatollah Akbari è un bambino afgano nato nella parte sbagliata di un conflitto. Anche quando le parti in causa cambiano, la sua appartenenza etnica rimane comunque la parte sbagliata. Ecco quindi che la madre, rimasta vedova da un giorno all'altro e priva di mezzi, piuttosto che vederlo finire come pagamento di un debito involontario si trova costretta ad abbandonare Enaiatollah in Pakistan, facendogli promettere di diventare una persona retta. In poco meno di un decennio il ragazzo passa da un lavoro all'altro, impara nuove lingue, conosce nuovi compagni di viaggio, riesce a farsi accettare nelle realtà più improbabili, fino a raggiungere l'Italia attraverso la rotta più feroce, quel viaggio della speranza che attraversa Pakistan, Iran, e, attraverso montagne infinite e nascondigli crudeli, conduce prima in Turchia, poi in Grecia, e infine in Italia.
Un romanzo che è una storia vera, di riscatto, speranza e rassegnato fatalismo, raccontato attraverso gli occhi di un ragazzino ingenuo ma intelligente, che confronta le sue poche conoscenze con realtà tanto inadatte alla sua età quanto ineludibili e sconosciute. Sconvolgente, per il lettore occidentale, il pensiero che tutti gli episodi narrati rappresentino per molti minori una cronaca reale di esperienza quotidiana, tra speranze deluse, lingue sempre straniere, paure tutt'altro che infondate e sogni irrinunciabili.

Giudizio sintetico: Migratorio

venerdì 15 gennaio 2021

Gli insospettabili

di Sarah Savioli, Feltrinelli 

Un thriller diverso dal consueto. La protagonista, Anna, ha una straordinaria capacità: grazie ad un piccolo ematoma cerebrale, è in grado di comunicare con tutti gli esseri senzienti, umani ma anche animali e piante. Un dialogo che nasce dall'attenzione e dall'ascolto che Anna rivolge loro, considerandoli non insignificanti comparse, ma esseri viventi meritevoli di considerazione e di rispetto. La simpatia e la sensibilità di Anna rendono il romanzo leggero e godibile. 

In una cittadina della provincia italiana, in un qualunque pomeriggio invernale, un uomo di 34 anni, Armando Piazza, muore cadendo dalla finestra della propria casa. Un caso di suicidio. Ma la mamma di Armando non è convinta. Suo figlio era un ex tossicodipendente, che ora però aveva un lavoro e viveva come tanti altri. La donna si rivolge ad un investigatore privato, Giovanni Cantoni, che lavora con il fidato e solare Tonino e con Anna, la donna dotata della capacità di avvalersi dell'aiuto di vari testimoni invisibili: gli animali e le piante. I 3 si impegnano nell'indagine, accompagnati dal cane del Cantoni, l'alano Otto, goloso di dolci e restio ad esporsi nelle situazioni pericolose, nonostante le dimensioni voluminose del suo corpo. Anna lavora con passione, conciliando l'impegno di detective con quello di madre di famiglia. Una famiglia composta dal marito Alessandro e dal piccolo Luca di 4 anni – attento osservatore di tutto quel che viene detto e fatto dagli adulti –, dal gatto Banzai e dal suo ficus. Anna che è sempre di corsa, con il timore di arrivare in ritardo a prendere il figlio all'asilo o a presentarsi al lavoro, pronta a battibeccare con il suo capo (il Cantoni), ma sempre comunque attenta ad ascoltare gli altri e a mettere insieme gli elementi di indagine raccolti. Un racconto originale, ironico, un giallo ben strutturato, con attenzione alle caratteristiche psicologiche dei personaggi, ma soprattutto teso a far emergere il valore dell'empatia e del vivere in armonia con tutti gli abitanti del pianeta.

Giudizio sintetico: Empatico

sabato 2 gennaio 2021

Le signore in nero

di Madeleine St. John, Garzanti 


Romanzo pubblicato nel 1993, ambientato a Sydney negli anni '50, opera prima di una scrittrice australiana, prima ad essere candidata al Man Booker Prize. Il libro è stato tradotto e pubblicato in Italia solo nel 2019. Una commedia, leggera e scorrevole, non banale, con interessanti approfondimenti psicologici e sociali. Protagoniste 4 donne, al centro non di una trama gialla come il titolo potrebbe suggerire, ma semplici commesse che indossano nel grande magazzino Goode's, in cui lavorano, un'elegante uniforme nera.

Secondo piano del grande magazzino Goode's di Sydney, due eleganti reparti: quello di "Abiti da cocktail" e quello dei "Modelli esclusivi". Qui lavorano, sotto l'attenta supervisione di Miss Jacobs, la responsabile delle modifiche, 4 donne: Patty, sposata da anni con un uomo che ora sembra non vederla neanche più; Fay, che ambisce al matrimonio ma non riesce ad incontrare uomini con intenzioni "serie"; Magda, elegante, affascinante donna di origine slovena; e infine Lesley, l'ultima arrivata al magazzino, assunta perché presumibilmente intelligente, visto che è vicina al conseguimento del diploma di scuola superiore, pur se d'aspetto modesto, a causa dei suoi vestiti confezionati dalla madre, e con un fisico esile ed insignificante da ragazzina. Lesley tre anni prima ha scoperto la poesia Tigre di Blake e, avendo scritto una tesina sull'opera, ha ottenuto l'attenzione e la considerazione dei suoi insegnanti, migliorando sensibilmente il proprio profitto scolastico. Lesley – o Lisa, come ha deciso di farsi chiamare da quando ha iniziato a lavorare da Goode's – vorrebbe continuare gli studi, sostenuta dalla madre, ma il padre, un uomo che dopo il lavoro trascorre il suo tempo al pub scolando birre e spendendo grosse somme di denaro in scommesse, considera l'università una mera perdita di tempo. Il lavoro da Goode's trasforma Lisa, la rende più sicura di sé grazie alla guida di Magda, che la inserisce nel proprio ambiente, quello degli europei che vivono a Sydney, ambiente più colto, aperto ed elegante di quello degli australiani che pure un poco disprezzano questi rifugiati europei del dopoguerra. 
Tema del romanzo è un nascente femminismo, per cui nelle donne, abituate a definirsi nei loro ruoli nei confronti degli uomini e a ritenere che la propria felicità sia dipendente da loro, si fanno strada ambizioni, desiderio di libertà e consapevolezza di sé che sembrano preludere a un cambiamento della mentalità femminile. Un romanzo gradevole e ben scritto, che si legge rapidamente e stimola qualche riflessione.

Giudizio sintetico: Glamour

Broken

di Don Wislow, HarperCollins Italia Ed.

Sei romanzi brevi dello scrittore americano, sei storie in cui i personaggi ricorrono in più punti e in cui si rincontrano alcuni protagonisti di romanzi precedenti  che hanno fatto la fortuna di questo istrionico autore. Scritte con stili volutamente diversi – alcune dediche di apertura dei romanzi lo testimoniano con sufficiente evidenza –, le storie raccontano un'America perduta ma non disperata, in cui il valore della vita umana sembra sempre meno importante, ma nella quale sopravvivono valori discutibili nella forma, ma sostanzialmente improntati a una certa etica morale, non sempre condivisibile.

Nel primo racconto i protagonisti appartengono ad una famiglia di poliziotti. La madre centralinista del 911, i figli entrambi sulla strada: il maggiore a capo di una spregiudicata squadra d'assalto, il secondo alle prime armi. Sarà proprio l'omicidio di quest'ultimo a mettere in crisi i princìpi etici di una madre distrutta, che non esita a scatenare il figlio maggiore in una vendetta senza freni. La violenza qui è il tema dominante.
Nel secondo romanzo, Highway 101, dedicato a Steve Mc Queen, un ladro professionista e un poliziotto che ha dedicato la sua vita alla caccia di questo malvivente si rincorrono sulla strada costiera che dà il nome al racconto. Entrambi scenderanno a compromessi con le regole operative cui si sono sempre attenuti, in nome di una coerenza che non traspare all'esterno.
Nel terzo romanzo, un simpatico agente deve cercare di risalire alle ragioni che lo hanno visto mettere in ridicolo, di fronte alla città intera, da parte di uno scimpanzé fuggito da uno zoo con una pistola tra le mani. Personaggi, temi e stranezze che ricordano da vicino il maestro americano Elmore Leonard, cui sono ispirate forma narrativa e storia.
In Sunset, il quarto romanzo, ritroviamo contemporaneamente l'ambiente e i protagonisti de "La pattuglia dell'alba" e della serie dedicata a Neal Carey. In questo caso il fulcro è rappresentato dall'inflessibile quanto grasso Duke Kasmajian, garante delle cauzioni alla caccia di un fuggiasco, un ex campione di surf caduto in disgrazia.
Nel quinto romanzo ritroviamo Chon, Ben e O, il trio di amanti e spacciatori di erba protagonisti de "Le belve". Qui si ritrovano alle Hawaii per una joint venture che finisce male, tra mafie locali, questioni territoriali e una divisione evidente tra nativi e malihini, gli stranieri. È molto evidente in questa storia il desiderio di Winslow di racchiudere in uno stesso racconto i vari personaggi che ne hanno caratterizzato la storia professionale, qui improbabilmente tutti riuniti in una sperduta isola del Pacifico.
L'ultimo racconto, pur non dichiaratamente, sembra ispirato ad ambienti e caratteri dei romanzi di Cormac Mc Carthy. Il protagonista è un ex cowboy, riciclatosi come guardia di frontiera, che decide di intervenire personalmente per restituire una figlia alla madre immigrata clandestina, mettendosi contro una burocrazia e un'amministrazione più preoccupate della propria reputazione mediatica che degli obiettivi che dovrebbero perseguire.
Un libro in cui Winslow sembra voler recuperare personaggi e caratteristiche dei suoi noir più "narrativi", dopo la serie di romanzi più cronachistici dedicati al traffico di droga e alla corruzione.
Comunque una lettura piacevole, diversificata, che tiene ancorati alla pagina come un romanzo unico, nonostante la relativa brevità dei racconti.

Giudizio sintetico: Rieccoli