venerdì 28 dicembre 2018

02.02.2020. La notte che uscimmo dall'euro

di Sergio Rizzo, Feltrinelli

Che cosa succederebbe se alle elezioni europee del 2019 il partito sovranista, ex partito del Nord, al governo insieme al succube partito populista, arrivasse a raccogliere il 72% delle preferenze? Tra fantascienza e preveggenza, catastrofismo e lungimiranza, Rizzo immagina la cronaca di due morti annunciate: quella dell'euro come moneta nazionale e quella dell'Italia come membro dell'Unione Europea.

Sergio Rizzo, vicedirettore del quotidiano "Repubblica", vincolando strettamente immaginazione a dati incontrovertibili di realtà, prova a raccontare in questo libro quale storia avrebbe l'Italia se alle elezioni europee del 2019 il partito sovranista risultasse primo con più del 70% dei voti. Ipotesi plausibile, il tentativo di mantenere la promessa fatta da Matteo Salvini nel 2016: "Se la Lega va al governo, usciamo dall'euro", aveva detto. Dunque, dichiarazione di uscita unilaterale dalla moneta unica, con l'approvazione benevola della Russia, l'appoggio di Donald Trump e dei paesi del blocco di Visegrad, Ungheria in testa. La deriva ipotizzata da Rizzo è spread alle stelle, debito pubblico oltre il 150%, le banche sull'orlo del fallimento, aziende che chiudono, disoccupazione inarrestabile. Passerà, è un fuoco di paglia, dicono i sovranisti cercando di rassicurare il presidente della Repubblica, l'unico argine alla marea sovranista. Inizia a circolare la Nuova Lira che non vale niente, file ai bancomat vuoti, il sito archeologico di Pompei dato in concessione ai Russi, in vendita le isole di Pianosa, Asinara, Montecristo...
Un libro inquietante, da distribuire porta a porta se non fosse che la maggioranza degli Italiani – più del sessanta per cento, stima il Censis – sono analfabeti di ritorno o analfabeti funzionali, comunque non in grado di comprendere un testo complesso come un libro...

Giudizio sintetico: Militante

mercoledì 26 dicembre 2018

Bontà

di Walter Siti, Einaudi

Più che un romanzo, un racconto lungo articolato su più registri narrativi, impostato sulla necessità del protagonista di fare i conti con una vita vissuta quasi in sordina. La vicenda è calata in una dimensione affettiva particolare, nella quale è difficile immedesimarsi, ma offre spunti di riflessione interessanti, anche se talvolta sviluppati con uno stile nominale a tratti quasi evocativo.

Ugo è un anziano direttore editoriale, acido e introspettivo, eccessivo nelle sue passioni e spietato nella vita professionale. Pensa di valere molto di più degli autori che è chiamato a valutare e gestire, ma sa che non avrebbe mai potuto diventare uno di loro. Lavora non per necessità – è ricco di famiglia e potrebbe già essere in pensione – ma perché ama il mondo della cultura e vuole rimanere attivo, consapevole di non poter trovare un'alternativa sociale alla vita professionale. Gay da sempre, vive la propria sessualità con distacco e ricercando una bellezza che non riesce ad essere altro che pura manifestazione estetica. Nei suoi pensieri una visione del mondo e una considerazione degli altri fredda e sarcastica, a tratti sprezzante, ma mai ovvia e superficiale, esaltata da uno stile narrativo che sembra ricercare volutamente il termine ermetico e la frase ad effetto in grado di comunicare la giusta distanza tra il freddo e spietato, ma onesto, Ugo e la società falsa e buonista che lo circonda.

Giudizio sintetico: Editoriale

giovedì 20 dicembre 2018

I colori dell'incendio

di Pierre Lemaitre, Mondadori

Se con Ci rivediamo lassù Lemaitre aveva vinto il prestigioso Goncourt, bisogna ammettere che con questo secondo episodio dell'annunciata trilogia non si riescono a raggiungere le stesse vette, ma resta tuttavia il piacere di una lettura autonoma (non ancorata al primo libro) e piacevole, dotata di una trama interessante, con un capovolgimento di fronte meno spiazzante di quelli cui ci ha abituato l'autore francese. In questo caso la storia è imperniata su un personaggio femminile, Madeleine, l'erede dei Péricourt, che dovrà trovare la forza interiore necessaria a trasformare con decisione un destino che sembra ineluttabilmente perfido.

Parigi, 1927. Durante il funerale del patriarca Marcel Péricourt accade una disgrazia inspiegabile che segnerà per sempre non soltanto il destino della figlia Madeleine, erede di un impero bancario, ma anche del potentato parafamiliare che il patriarca manteneva unito. La donna, fino a quel momento poco indipendente, si troverà in poco tempo a dover combattere una guerra personale contro il suo destino e contro chi, dalle sue disgrazie, vede l'occasione per trarre vantaggi personali. Una storia "alla Lemaitre", altalenante tra le due facce della vicenda intima di intrighi, passioni e feroci macchinazioni e del quadro storico del periodo di pace tra le due Guerre, in una Francia fragile e indolente che assiste, tra scandali e corruzione, al riarmo della Germania nazista, ingombrante vicino che di lì a poco dipingerà (appunto) dei colori dell'incendio l'intera Europa.

Giudizio sintetico: Spietato

Parlarne tra amici

di Sally Rooney, Einaudi

Presentato come un caso letterario, tradotto in molti Paesi,questo romanzo presenta una figura femminile non priva di qualche spessore psicologico ma, nel complesso, abbastanza scontata, tanto da indurre a credere che il successo dell'opera sia legato alla giovane età della sua autrice e all'idea che possa essere una promessa della nuova letteratura.

Dublino, giorni nostri. Frances, una ragazza di 21 anni, si è resa autonoma dai genitori dai quali si sente diversa, a causa anche del livello culturale superiore della ragazza che studia e scrive poesie. Una giovane insicura, Frances, e il rapporto con l'amica Bobbi – con cui ha avuto una relazione sentimentale – mette in luce e amplifica la sua sensazione di inadeguatezza. Bobbi è non solo più ricca di lei, ma, ai suoi occhi, molto più bella e soprattutto, in ogni occasione, più spigliata e capace di affrontare il mondo. Le due ragazze incontrano una coppia sposata di intellettuali trentenni: il marito Nick, attore affascinante, è attratto da Frances e tra i due nasce un rapporto, complesso e contraddittorio, basato sulle debolezze di entrambi.
Una storia – in cui pare di cogliere tracce autobiografiche dell'autrice – poco coinvolgente a cui non giova la scarsa simpatia dei personaggi, ma narrata con una scrittura pulita e non trasandata che si avvale di dialoghi veloci e vivaci.

Giudizio sintetico: Esordiente

lunedì 10 dicembre 2018

Curarsi con i libri

di Ella Berthoud e Susan Elderkin, Sellerio

Curare le ferite del corpo e i dolori dell'anima con i libri. Un paradosso. Ma a volte i rimedi contengono più verità del più logico dei pensieri razionali. "Vi sono più cose in cielo e in terra, Orazio, di quante se ne sognano nella vostra filosofia" dice lo shakespeariano Amleto di fronte allo stupore dell'amico Orazio per gli strani avvenimenti appena accaduti. Nulla è impossibile dunque nell'universo che abitiamo, l'inimmaginabile può essere dietro l'angolo.

Curarsi con i libri non ha la forma del romanzo e non aspira a considerarsi un saggio, quanto piuttosto un "prontuario medico" o – meglio – un manuale di Pronto Soccorso, di quelli che si tengono sottomano e servono per curare un po' tutto, dagli attacchi di panico alla febbre da fieno, dai disturbi della vista alla diarrea, dalla depressione al mal di schiena. Un manuale di seicento pagine che suggerisce delle terapie molto originali, sicuramente inattese. Mal di denti? Il dolore va aggredito con la lettura di Anna Karenina di Lev Tolstoj. Se non fosse sufficiente, cura rinforzata con Tempo di uccidere di Ennio Flaiano. Intestino irritabile? Di sicuro sono utili le pagine di Ritorno a Brideshead di Evelyn Waugh. La pressione alta richiede, a scelta, Il rosso e il nero di Stendhal, Moll Flanders di Daniel Defoe o Le onde di Virginia Woolf.
Uno scherzo? Un gioco? Niente di più serio per le autrici di questo libro, che da una decina di anni hanno aperto a Londra un servizio ufficiale di biblioterapia che ha clienti in tutto il mondo. Un paradosso che per curare i reumatismi ci voglia il Marcovaldo di Italo Calvino? Chissà. Per non sbagliare ripensiamo a quello che il principe di Danimarca dice all'incredulo Orazio di Shakespeare, Comunque un libro per scoprire altri libri che coinvolge l'amante della lettura e lo invita al gioco.

Giudizio sintetico: Medicalalternativo

L'artista del coltello

di Irvine Welsh, Guanda

Torna Frankie Begbie, lo psicotico violento di Trainspotting, questa volta però nei panni di un grande artista che non vuole assolutamente ricadere nelle sue manie omicide. La necessità di dominare il desiderio di violenza permea tutto il libro, dall'iniziale rifiuto di una difesa – quasi – legittima, a tutto quanto gli accade in seguito nella sua città di origine. 

Frankie Begbie dopo aver scontato la propria condanna ha trovato una pace interiore e una vita familiare "quasi" normale, con una moglie bellissima (la psicoterapeuta che lo ha curato in prigione) e due figlie che adora. Ha perfino cambiato nome e ora si fa chiamare Jim Francis: le sue psicosi lo hanno portato a diventare un grande artista, che produce ritratti scultorei di personaggi famosi orrendamente mutilati, e questo incanala la sua indole violenta in una direzione che lo ha reso ricco e celebre. Ma deve tornare ad Edimburgo per il funerale del figlio che ha abbandonato, morto di morte violenta, e nella città scozzese tutti lo ricordano soprattutto per quello che era, Frankie Begbie, e si aspettano una truce vendetta. Frankie non intende affatto rinnegare la sua redenzione, ma le circostanze sembrano spingerlo in una direzione diversa mentre cerca di capire cosa sia successo al figlio. Difficile dimenticare che in fondo si tratta del soggetto più brutale tra quelli messi in scena dall'autore scozzese al suo esordio: riuscirà un tale personaggio a frenare il suo lato oscuro, quando tutte le circostanze gli remano contro?

Giudizio sintetico: Post-trash

Triste, solitario y final

di Osvaldo Soriano, Einaudi

Un tributo ai tradimenti del cinema hollywoodiano e nello stesso tempo un omaggio a Raymond Chandler e al suo personaggio più anarchico, quel Philip Marlowe che per primo ha traghettato il genere noir verso il cinema. In un romanzo breve e parodistico, lo stesso Soriano fa da spalla all'ormai invecchiato detective, in un turbine di parodie cinematografiche che vedranno coinvolte molte icone del cinema degli anni 50-60 in ruoli quanto meno improbabili.

Tutto nasce dal desiderio di un anziano Stan Laurel di capire perché nessuno lo faccia più lavorare: quasi privo dei mezzi necessari per sopravvivere e conscio della morte imminente, il vecchio comico si affida all'ormai più che maturo Marlowe per scoprire cosa lo renda tanto inviso ai produttori di Hollywood. Sulle tracce di questo improbabile incontro si troverà qualche anno dopo anche l'autore Soriano, che sempre con Marlowe si troverà invischiato in un turbine semidelirante di avvenimenti anche violenti, in cui troveremo un John Wayne che capeggia un gruppo di pistoleri-picchiatori, un Chaplin rapito due volte, un gatto che incarna il desiderio dei due protagonisti di una vita libera dai condizionamenti di una società autoritaria e tutti gli ingredienti classici e meno classici dei primi noir. Con vari sberleffi narrativi alla polizia e ai cliché cinematografici più consueti del genere.

Giudizio sintetico: Paradossale

martedì 4 dicembre 2018

Piccoli esercizi di sopravvivenza familiare

di Alda Bruno, Sellerio

Breve, poco più di un racconto, ma molto acido e vendicativo, ci racconta di una famiglia allargata nella quale non c'è nessun posto emotivamente adatto per la minore delle figlie di un uomo già alla terza moglie. Una bambina che crescendo tra insensibilità e disamore, matura verso i familiari un odio solo in parte temperato da una comoda eredità. Freddo ed eccessivo, fa sperare sia poco verosimile anche nelle peggiori realtà.

Quasi nessun nome in questo breve libro, ogni membro della famiglia viene sempre indicato solo con il grado di parentela: il padre, la madre, la sorella maggiore, il fratellastro, la sorella germana. Tutti familiari di una bambina, poi di una ragazza e di una donna, che nutre per loro solo l'odio e il dispetto che sente di aver ricevuto da piccola. Su tutto, un'eredità che va tutelata e mantenuta integra, unico simbolo di unità in una rosa di rapporti umani privi di ogni empatia, quasi che per la fredda protagonista il denaro sia l'unico elemento degno di una qualche valenza affettiva.

Giudizio sintetico: Avido

Negli occhi di chi guarda

di Marco Malvaldi, Sellerio

Una commedia noir ambientata in Maremma, in una splendida tenuta che rappresenta il microcosmo di una serie di personaggi molto caratterizzati. La trama si snoda tra un carosello di battute dal sapore fortemente toscano alternate alle indagini su una misteriosa morte. Un classico a cui Malvaldi ci ha abituato ormai da tempo.

Poggio alle Ghiande è una tenuta "più grande della provincia stessa", un paradiso in cui i boschi si specchiano nel mare, proprietà di due gemelli che più diversi non potrebbero essere. Attorno a loro, una serie di personaggi molto particolari, lavoranti e affittuari estivi, che sono ormai di famiglia e che non vedono certo di buon occhio il desiderio di uno dei gemelli di vendere la tenuta ad un tour operator cinese per farne un villaggio vacanze esclusivo. In questo ambiente già così eterogeneo, si muovono anche una bella filologa, un genetista atletico, un agente immobiliare spregiudicato, un architetto antipatico e un colonnello della forestale. In un Cluedo articolato in chiave maremmana, il racconto si snoda tra fatti di sangue e dialoghi sarcastici alla ricerca di un colpevole e di un Ligabue scomparso fino alla svolta finale, che sembra lanciare il principale protagonista verso nuovi episodi.

Giudizio sintetico: Malvaldiano

L'ultimo ballo di Charlot

di Fabio Stassi, Sellerio

Un racconto a metà tra immaginazione pura e biografia, con un Chaplin iconografico che riesce a ingannare, con la forza di una risata, perfino la Morte. Ripercorrendo i primi anni del '900, seguiamo il piccolo vagabondo in un viaggio attraverso gli Stati Uniti, da Est a Ovest, fino all'esordio cinematografico che lo destinerà al successo planetario che tutti gli riconoscono.

Anni '70: Charlie Chaplin, in una vigilia di Natale, riesce a far ridere anche la Morte, che è venuta a prenderlo come gli era stato predetto già nel 1910. Divertita, poiché non aveva mai provato l'ebbrezza del riso, questa decide di lasciare al grande attore ancora un anno di vita, dandogli un appuntamento per l'anno successivo, con il patto che se anche in quell'occasione riuscirà a farla ridere ancora, potrà rimandare di un ulteriore anno la sua dipartita. Per 7 anni Chaplin riuscirà a evitare di morire, raccontando nel frattempo per iscritto, al figlio minore Christopher, un'avventura semi-immaginaria della sua vita, svoltasi  nei primi anni del secolo breve e che vedono la nascita della sua grande fortuna, dalla miseria in Inghilterra allo sbarco negli Stati Uniti, con la conseguente ascesa da piccola comparsa di spettacoli di periferia a grande mito del Cinema di tutti i tempi. Con una forza descrittiva che riesce a mettere su carta le pose, i movimenti, la mimica di Charlot, si riesce quasi a credere al racconto del piccolo "vagabondo", anche grazie ad una serie di circostanze realmente accadute che riescono a disorientare il lettore spingendolo a chiedersi dove finisca il romanzo e dove cominci la biografia.

Giudizio sintetico: Fantastorico