Perché un blog

DODI


  • “I libri ci danno un diletto che va in profondità, discorrono con noi, ci consigliano e si legano a noi con una sorta di familiarità attiva e penetrante” - (Fernando Pessoa)

    Perché è importante leggere?  Molti si sono sforzati di elencare motivi più o meno condivisibili per spiegare l’utilità della lettura: sviluppa il pensiero analitico, permette di vivere tante vite, facilita l’apprendimento di una lingua e del suo lessico, regala momenti di relax distraendo dalle preoccupazioni quotidiane ecc. Tutto vero, almeno per quanto mi riguarda, ma leggere è soprattutto un piacere, una passione, un vizio “che non vorrei perdere, perdere mai”.
  • “Non ci sono amicizie più rapide di quelle tra persone che amano gli stessi libri” - (Irving Stone)

    Le passioni si condividono e si trasmettono. Se teniamo veramente a qualcosa sentiamo il bisogno di confrontarci e di parlarne con altri, non per ansia di protagonismo ma per condividere le esperienze emotive: come, dopo un viaggio, è bello parlare con persone che hanno visitato gli stessi luoghi e scoprire che magari gli altri hanno apprezzato le cose che sono piaciute a noi o ne hanno viste di diverse che a loro sono sembrate più belle. Così il viaggio continua.
  • “Ogni lettore, quando legge, legge se stesso” - (Marcel Proust)

    I libri ci chiamano. Non siamo noi a scovarli, sono loro che ci attraggono quando è arrivato il momento di incontrarli. Nel momento in cui scegliamo un libro, rispondiamo a un bisogno inconscio che spesso, razionalmente, non sappiamo riconoscere o di cui non vogliamo ammettere la necessità.

GIG

Ho sempre letto molto, e nel tempo ho capito che i libri sono la mia televisione. Intendiamoci, non che non la guardi, ma le storie che riesco a trovare nei libri mi si attaccano addosso molto di più di quelle viste in TV.
Ho quindi deciso di mettere in comune con altri le impressioni sui libri che leggo, anche - e soprattutto - per non dimenticarli: perché quando si legge molto, nella memoria a lungo termine traslano solo alcune parti di ciò che si è letto; e questa è una cosa buona, perché ciò che passa perde la propria natura di esercizio mentale per assumere quella di un sapere permanente, custodito nel corpo come qualcosa di biologico.
Ma tutto il resto? ciò che non passa in memoria? ciò che magari mi ha divertito, o mi ha reso malinconico, ma non era comunque destinato a rimanere? Be', non è giusto che si perda: io voglio comunque ricordare le emozioni che mi ha dato un libro, magari per non riconoscerle più come tali dopo qualche tempo, ma per ricordare cosa ho provato al momento in cui le ho ricevute.
Ok, scrivere per ricordare, sai che novità ... ma allora, perché mettere questo bagaglio di ricordi in rete? me lo sono chiesto spesso e l'unica risposta che ho trovato è che mi fa piacere, ogni volta che consiglio una lettura a qualcuno e  quel qualcuno, spesso quando meno me lo aspetto, viene poi a ringraziarmi (magari confrontandosi con me su ciò che ha letto). Ecco, in quel momento provo una vicinanza e un riconoscimento – con quel lettore e con l'autore di quel libro – che si potrebbero perfino definire amicizia.

Con gli altri autori ho deciso che verranno recensite solo le letture che faremo a partire dal 2017, o comunque quelle che ognuno sente di più come proprie. Per i libri letti nell'ultimo paio di anni, esiste una pagina con l'elenco e le valutazioni generali, da 1 a 5 stelle (e una faccia triste per i libri che non si è neanche riusciti a finire per tanto che non piacevano). Per tutto ciò che è stato letto prima, invece, la paura di dimenticare qualcosa di importante ha suggerito ... di non mettere niente.

Le top ten servono invece perché permettono a chi le vede – e non le condivide – di avere la giusta tara dei giudizi presenti nei post, sempre che voglia leggerli; mentre agli altri – cioè a chi le condivide, in tutto o in parte – possono suggerire qualcosa di nuovo da leggere.