di Dario Cecchini e Alessandro Mauro Rossi, Feltrinelli
Un giallo senza paura, senza emozioni, senza la necessità di inferire niente da parte del lettore. I fatti vengono spiegati nei minimi particolari, gli attori sono tutti - quasi - buoni, il mondo del piccolo paese toscano in cui si svolgono i fatti è quello di una moderna ambientazione alla Guareschi, ma senza lo scontro tra due opposte fazioni. La storia è anche interessante, ma raccontata in modo molto tranquillizzante.Panzano in Chianti, terra di cinghiali, di mangiate, di piccoli avvenimenti di paese. Al centro del borgo, ombelico gastronomico della regione e centro di aggregazione sociale, la macelleria (esiste davvero!) di uno degli autori, noto gastronomo dai successi internazionali.
Il mistero inizia con la morte di un ciclista, apparentemente vittima di un pirata della strada o di un incidente. Ma il maresciallo sardo trapiantato in Toscana che si occupa dell'indagine non ne è convinto. Dopo qualche tempo, altre morti di ciclisti, questi chiaramente vittime di una misteriosa arma che non lascia tracce, portano all'attenzione dei media nazionali la stranezza di un luogo in cui il numero degli abitanti è troppo esiguo per giustificare tanti delitti. Sul mistero iniziano ad indagare, oltre al commissario, anche i due autori del libro, che si muovono in un mondo di cacciatori, bracconieri, strani turisti e misteri raccontato troppo nel dettaglio e che non lascia al lettore nessuno spazio di deduzione autonoma.
A metà tra un libro per ragazzi e un giallo, il romanzo ha comunque il pregio di raccontare alcune caratteristiche geografiche e gastronomiche del Chianti, stimolanti per chi volesse, incuriosito, trascorrervi un periodo di vacanza leggendo un thriller leggero di cui sono protagonisti due personaggi reali, che potrebbe anche incontrare di persona.
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