di Fabio Genovesi, Mondadori
Romanzo d'esordio del noto autore toscano, è una galleria di personaggi dropout singolari e ben disegnati nelle proprie manie, nei numerosissimi errori, nelle difficoltà sociali che li rendono macchiette tenere e tragiche di un racconto corale che alterna salti temporali e intrecci saltuari. Divertenti, spaesati, chiusi in mondi e spazi psicologici angusti e tipizzati, cercano ognuno uno spazio di vita proprio in una Forte dei Marmi vuota e invernale, descritta senza pietà.
Ci sono Mario e Renato, ex bambini, ex protagonisti delle serate degli anni '90, uno ex-DJ, l'altro ex-regista impegnato, forse troppo impegnato. Poi c'è Nello, detto "il Botta": ex-tossicodipendente, anche adesso violento, approfittatore, privo di qualsiasi morale, ma del quale si infatuano tutte le donne e che quindi scatena l'odio di padri, mariti, sorelle, amici. Ma non di Teresa, inflessibile avvocato che frequenta l'intellighenzia del luogo, donna decisa e capace ma che sente la mancanza di emozioni degne di essere chiamate tali. L'autosegregazione di Mario, lo strano lavoro di Renato, le follie di Nello e l'amore disperato di Teresa si muovono sullo sfondo di paesaggi senza personalità, l'hinterland milanese, ma soprattutto la vuota Forte dei Marmi invernale, meta turistica di una Milano sbruffona e snob che la vede, con l'accondiscendenza interessata degli stessi abitanti della città versiliana, solo come una "casa al mare", da sfruttare uno o – al massimo – due mesi all'anno, ignorando l'esistenza della città e dei suoi residenti per i restanti 10/11 mesi.
Piacevole e imperniato sul confronto tra passato e presente, il romanzo vive della disperazione dei protagonisti, che sono troppo avviluppati in sé stessi per creare empatia, ma che come macchiette riescono comunque a suscitare una divertita commiserazione. Prova generale delle tematiche dei romanzi successivi dello stesso autore, non ne raggiunge tuttavia ancora lo spessore narrativo.
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