lunedì 22 febbraio 2021

Il colibrì

di Sandro Veronesi, La nave di Teseo

Vincitore del premio Strega 2020, la storia di un uomo destinato a sopportare una serie di problemi e difficoltà apparentemente insostenibili, drammi familiari e affettivi in grado di distruggere lo spirito anche degli uomini più resistenti. Un libro con salti temporali continui, a volte spiazzanti, che costruisce una storia drammatica in cui si alternano forme narrative diverse, dal dialogo alla lettera, al racconto, in uno spazio temporale che va dai primi anni '60 al prossimo decennio.

Marco Carrera è il colibrì, piccolo e veloce, capace di galleggiare immobile nella vita come nell'aria, un'esistenza dai mille risvolti e dagli imprevedibili stravolgimenti: di professione oftalmologo, atleta poliedrico tradito dall'esilità del fisico, giocatore d'azzardo scaltro e sistematico, vittima di tradimenti e drammi familiari che sembrano non dargli tregua, riesce comunque a sorpassare le sue mille tragedie senza arrendersi mai, soprattutto perché ogni rovescio gli lascia da gestire ogni volta nuove responsabilità alle quali non può sottrarsi e alle quali sembra far fronte con l'immobilità, ma l'immobilità del colibrì, conquistata al prezzo di un frenetico battito d'ali. Una storia difficile, raccontata con salti temporali anche di decenni e altrettanto diverse forme espositive: dalle lettere tenere e disperate scambiate con i propri affetti ai dialoghi empatici con lo psicanalista che - forse - gli ha salvato la vita. Un'alternanza di tempi e modi che inizialmente spiazza il lettore, ma che poi lentamente costruisce una storia complessa dei nostri tempi, nella quale al protagonista succede di tutto, ma ben poco riesce a intaccarne lo spirito di sopravvivenza, dipingendo un quadro di sopportazione fin troppo solido per apparire credibile.

Giudizio sintetico: Invulnerabile

martedì 16 febbraio 2021

Il corpo docile

di Rosella Postorino, Einaudi 

Un romanzo duro, di quelli che ci introducono in una realtà di cui poco si parla e poco si conosce e, quasi, si è tentati di ignorare perché fa male: quella dei carcerati e dei bambini vissuti nei primissimi anni in carcere con la madre detenuta. È la storia della protagonista del libro, Milena, di 24 anni, che ha vissuto i primi 3 a Rebibbia, dove è nata. Un'esperienza che non si cancella, che lascia segni e cicatrici, costringendo la donna, anche a distanza di tempo, a restare chiusa in una gabbia di dolore e di paura. 

A 3 anni, come la legge prescrive, Milena lascia sua madre detenuta a Rebibbia per andare a vivere con la nonna e il padre. Il suo legame con il carcere è molto forte e continua negli anni successivi con il suo impegno in un'organizzazione di volontariato che si prende cura dei bambini reclusi con le proprie madri in carcere. Una volta alla settimana Milena accompagna i piccoli all'esterno, gioca con loro, soprattutto con il piccolo Marion, a cui si è molto legata. E poi la giovane mantiene un rapporto simbiotico con Eugenio, che ha condiviso con lei l'esperienza infantile del carcere . 
"Corpi docili", sono i corpi dei detenuti abituati a soggiacere agli ordini altrui senza poter scegliere quando mangiare, parlare, dormire... Il rapporto di Milena con il proprio corpo è molto difficile, soprattutto quello con il cibo: spesso, dopo aver mangiato, vomita. D'altronde il rapporto con la madre non è mai stato risolto. La donna non le ha dato protezione e sicurezza, necessarie nei primissimi anni, sofferente a sua volta per la sua vita da reclusa e per l'amore sbagliato e non ricambiato per il padre di Milena. L'esperienza dell'amore forse potrà aprire la" gabbia" di Milena , forse l'incontro con un uomo che la desidera e che lei desidera riuscirà a darle libertà. 
Un libro che a volte si vorrebbe interrompere, per la capacità della narratrice di delineare e far vivere davanti ai nostri occhi il buio di esistenze disperate. Proprio quella capacità narrativa e la forza delle parole scelte, fanno poi proseguire ed apprezzare il romanzo . 

Giudizio sintetico: Carcerario

domenica 7 febbraio 2021

Gridalo

 di Roberto Saviano, Bompiani

Un resoconto episodico tra giornalismo d'inchiesta e narrazione letteraria, articolato con il filo conduttore di un uomo che immagina di incontrare il ragazzo che era, al quale vorrebbe dare consigli, avvertimenti, ma dal quale non può nemmeno farsi ascoltare. Per aiutarlo, lo affiancano le storie di personaggi noti e meno noti, emblemi di scelte esistenziali che nonostante le profonde diversità restano comunque improntate ad una identica coerenza: fare ciò che si reputa di dover fare, nonostante tutto.

Un uomo osserva da lontano un ragazzo che esce da una scuola: sa che è lui stesso molti anni prima, vorrebbe aiutare quel ragazzo a non commettere scelte che ne comprometteranno la vita, ma non può. La strada è diversa per ognuno, i pensieri, le emozioni, le azioni si susseguono e condizionano le nostre esistenze in dinamiche individuali che non possiamo controllare, anche se la coerenza deve rimanere il timone che indirizza il nostro agire. Consapevole dell'importanza dell'esempio, dopo una prima parte più generalista che analizza le caratteristiche sociali del nostro tempo, l'uomo inizia a raccontare al ragazzo, con lo stile dello scrittore che sa che diventerà, le vite di vari personaggi che hanno seguito il proprio spirito nonostante l'evidenza di crescenti – talvolta insormontabili – difficoltà, pagando molto spesso con la vita. Non sempre personaggi noti, non sempre personaggi positivi, non sempre personaggi con un esempio da seguire... Assieme a Ipazia, Giordano Bruno, Robert Capa, Martin Luther King, sono raccontati anche un wrestler come Hulk Hogan o un nazista come Joseph Goebbels.
Attraverso racconti di vite reali, con il suo caratteristico stile tra romanzo e giornalismo, Saviano ci porta a riflettere sulle contraddizioni della nostra società digitale, sulla tendenza all'uniformazione che sembra sempre condizionare gli aspetti della vita sociale, complici politiche e poteri economici che tentano in ogni modo di soffocare – spesso nel sangue ma talvolta solo con la diffamazione sistematica e la persecuzione giudiziaria – qualsiasi voce di dissenso, piccola o grande che sia. 
Il titolo è l'anticipazione di tutte le esortazioni che chiudono ogni capitolo, richiami ad una libertà e ad una coerenza di pensiero che sembrano sempre più perdersi nel mare della rassegnazione e dell'appiattimento al ribasso della solidarietà.

Giudizio sintetico: Biograficoerente