giovedì 30 maggio 2019

Dove mi trovo

di Jhumpa Lahiri, Guanda

Un romanzo che forse non si può neppure definire tale. Sono più di 40 racconti, brevi o brevissimi, ciascuno con un titolo, in cui si delinea la figura della protagonista, narratrice in prima persona, quarantenne continuamente alla ricerca di una collocazione in un luogo e in una condizione di vita, di un ubi consistam, insomma.

La protagonista conduce con garbo  il lettore nella sua vita, mantenendo riserbo e pudore nel rivelare il proprio io. Non svela il proprio nome e neppure quello delle persone che entrano nei suoi racconti. Neppure il nome della città, probabilmente Roma, in cui vive, che pure fa da sfondo alle storie dove avvengono diversi incontri significativi, dove a tratti si sente "a casa sua".
La protagonista è una donna che pur avendo diversi amici, sente la propria solitudine, il proprio spaesamento. Il padre, sempre distante da lei e dalla madre, è morto presto, proprio prima di uno spettacolo teatrale cui avrebbero partecipato insieme – padre e figlia – e di cui avevano già comperato i biglietti.
Due volte al mese la giovane donna prende il treno e va a trovare la madre, donna autoritaria e severa durante gli anni della sua infanzia e adolescenza, che ora vive da sola, in un paese, in una condizione di smemoratezza: la protagonista tuttavia proietta ancora su di lei il senso di disagio e di inadeguatezza vissuti con lei in passato.C'è anche un Lui poco definito e comunque poco presente.
Un libro interessante, scritto con una prosa fluida, curata, con un lessico a tratti forse troppo letterario, in cui molte donne , almeno in parte, si possono ritrovare.

Giudizio sintetico: Sveviano


martedì 28 maggio 2019

Semplici questioni d'onore

di Domenico Cacopardo, Marsilio Ed.

Un romanzo imperniato su una dimensione familiare ristretta, nella quale il protagonista tenta di scoprire i segreti che gli hanno violentemente portato via, a vent'anni dalla morte della madre e dalla scomparsa del padre, anche la zia che lo ha cresciuto come un figlio. Con una formula narrativa sinestesica, si riescono quasi a percepire perfino i profumi di quella Sicilia anni '60 che il cinema e la letteratura hanno dipinto con forme stereotipate e che in questo racconto ritrova la sua forma più caratteristica, senza tuttavia cadere nel banale.

Letojanni, anni '60. Tino Granaleo è un giovane laureando di buona famiglia che vive con la sorella del padre – un vedovo scomparso negli anni '40 – e che si divide tra il paese natale e Messina, la città in cui studia. Erede di una famiglia di medici benestanti, una sera sfugge per un soffio a due killer che capisce essere arrivati allo scopo preciso di uccidere sua zia. Incapace di rassegnarsi all'idea che forse avrebbe potuto salvarla, inizia a fare ricerche sulle sue origini, per capire i motivi dell'omicidio, tra parenti autorevoli e omertosi e sconvolgenti ricongiungimenti familiari che lo portano a confrontarsi con una Sicilia cui sente di appartenere, ma alla quale non può accordare la propria benevolenza. Notevole la ricostruzione di situazioni, paesaggi, caratteri, linguaggi, dimensioni sociali – persino cibi e profumi – dell'ambientazione, un ombelico sociale neo-gattopardesco in cui si snoda una tragedia misteriosa e maledetta che nessuno osa raccontare.

Giudizio sintetico: Tabù

Gli squali

di Giacomo Mazzariol, Einaudi

Scegliere la vita universitaria, con un prolungamento della giovinezza e dei rapporti consueti con gli amici di sempre, restando in un paese di poche anime dove tutto è conosciuto – la famiglia, gli abitanti, i luoghi –, oppure accettare un misterioso lavoro che sembra incarnare i desideri di ogni giovane, in un ambiente raffinato e dinamico, nel quale le prospettive professionali sono il cuore stesso dell'attività? Sembrerebbe una scelta ovvia...

Max è uno studente di liceo di un piccolo centro del Veneto, un ragazzo che alle soglie della Maturità, mentre pensa solo alla partenza per la Spagna con gli amici di sempre per un viaggio progettato per la fine della scuola superiore, riceve la proposta di lavoro che tutti i suoi coetanei sognano: sviluppare in una futuristica software house della provincia di Roma una sua app inventata quasi più per noia che per passione, ma nella quale il patron dell'azienda vuole investire tempo e denaro per svilupparla a livello mondiale. Il ragazzo viene così proiettato in un mondo in cui a fronte di una libertà operativa infinita vengono richiesti un impegno produttivo smisurato e risultati certi. Significa mollare tutto: famiglia, amici, paese per tuffarsi in un mondo sconosciuto; non sarà una scelta facile, neanche per un giovane che non riesce mai a fermarsi. Come uno squalo, appunto.

Giudizio sintetico: Millennial

mercoledì 22 maggio 2019

L'assassinio del commendatore

di Murakami Haruki, Einaudi

Libro imponente – suddiviso nei due volumi Idee che affiorano e Metafore che si trasformano – dipinge un mondo onirico e introspettivo di notevole spessore letterario, raccontato con il distacco e la pacatezza della forma narrativa orientale, ma capace di scavare a fondo nelle paure e nella psicologia anche degli occidentali. A fronte di una storia povera di avvenimenti e colpi di scena, si è comunque trascinati nelle vicende di un pittore coinvolto suo malgrado in una partita tra passato e presente in cui non si capisce nemmeno chi siano – e se esistano realmente – i giocatori.

Un protagonista dei nostri giorni, pittore di ritratti affermato, a seguito della separazione dalla moglie si ritrova ad affittare una casa sperduta nel bosco ma al centro di strani avvenimenti: prima l'attenzione di un vicino ricco e autorevole che è disposto a tutto pur di farsi ritrarre da lui, poi alcuni fenomeni paranormali che hanno più ironia che intenzioni bellicose, una ragazzina molto intelligente e introversa che riesce ad aprirsi solo con lui e, su tutto, la necessità di ritrovare una strada che l'abbandono della moglie ha reso confusa e priva di prospettive, con sesso rubato nei ritagli di tempo a donne molto disinibite ma mai banali. Su tutto, "L'assassinio del commendatore" un misterioso quadro dalle influenze oscure dipinto dal padrone di casa, un grande pittore ormai vicino alla morte e vittima di un male che lo ha reso incosciente. Muovendosi con abilità nello smarrimento del protagonista, Murakami riesce a mettere a nudo molte delle paure dell'uomo moderno, pur raccontandole con lo stile, la distanza e il rispetto che solo un narratore giapponese può manifestare con tanta naturalezza. Una piacevole lettura con pochi avvenimenti, tanta introspezione e un mistero magico e surreale per un racconto tanto lungo da dover essere suddiviso in due volumi, ognuno dei quali piuttosto corposo.

Giudizio sintetico: Dipinto

martedì 21 maggio 2019

L'invenzione dell'amore

di José Ovejero, Voland

Un romanzo sull'amore. Il tema non è originale, tutt'altro, da sempre al centro di innumerevoli opere artistiche. "Gli amori felici si assomigliano; anche quelli infelici". Questo romanzo tuttavia coinvolge per la sua originalità, mettendo l'accento sul ruolo centrale che nella vita ha il caso, dell'imprevidibilità degli eventi che diventano talvolta occasioni positive e aprono alla speranza.

Madrid, giorni nostri. Protagonista un quarantenne, Samuel, un uomo dal lavoro poco entusiasmante ma accettabile, dalle molte esperienze sentimentali, che non ha però mai avuto una relazione stabile. Una telefonata sconvolge la sua vita: un certo Luis gli comunica la notizia della morte, avvenuta in un incidente stradale, di Clara. Ma chi è Clara? Samuel fruga nella sua memoria e non ritrova una donna con questo nome. Decide tuttavia di presenziare al funerale, di impossessarsi di una fotografia di lei, di entrare nella sua vita e di conoscerla, almeno attraverso le parole delle persone che le sono state vicino. Scopre che Samuel – quello di cui ora ha indossato i panni – era l'amante della donna. Ma chi era davvero Clara? Gli appare assai diversa nelle parole del marito di lei, nel racconto della sorella di Clara, Carina, nel racconto del vero Samuel, che è riuscito a individuare. E un altro volto le attribuisce lui stesso, "inventandola" nei suoi discorsi con gli altri. Durante questo percorso, Samuel, interrogandosi sui rapporti tra le persone e sulle bugie che spesso raccontiamo agli altri e a noi stessi per costruire una certa immagine di noi, muta il proprio modo di affrontare la vita.
Un romanzo che, grazie anche alla prosa lucida e elegante e all'intensità dei dialoghi, merita di essere letto.

Giudizio sintetico: Almodovariano

mercoledì 15 maggio 2019

Via d'uscita

di Edward St Aubyn, Neri Pozza

Cosa fare se si ha "il lusso di sapere quando si morirà, sconosciuto agli atleti come ai salutisti fanatici"? Il protagonista di questo romanzo compie un viaggio alla ricerca della coscienza della vita, consapevole di avere poco tempo per capirne l'essenza e ansioso di trovare una via d'uscita che dia un senso alla sua esistenza. Un viaggio difficile, raccontato con uno stile analitico che non manca di richiami filosofici e linguistici. Una lettura non per tutti, a tratti ermetica, che per la propria profondità ed estrema concisione avrebbe forse giovato di un maggior numero di pagine.

Charlie Fishburne, sceneggiatore di successo, ha sei mesi di vita. Il medico è stato chiarissimo, mentre gli prescriveva del prozac con un sorriso di circostanza. Dalle pastiglie al desiderio di liberarsi di tutto quello che ha per capire quale sia la propria vera natura, il passo è breve: dopo aver contattato il suo agente – meraviglioso esempio di insensibile materialista – per proporgli un libro analitico sulla sua situazione, Charlie decide di disfarsi dei suoi beni e studiare il suo stato di futuro morto da un punto di vista filosofico, analisi che nel suo caso specifico non può prescindere, dato il poco tempo a disposizione, dall'ossessione di uscire di scena in modo consapevole e dignitoso. Attraversando varie fasi di disperazione,
malinconia, desiderio, perdizione, introspezione, St Aubyn racconta la difficile ricerca del sé di un uomo con i giorni contati che trova comunque la forza di ragionare sui grandi temi della filosofia e della scrittura. Su tutto, anche il mistero del casuale rapporto amoroso con la bella Angélique, musa erotica e perduta che incarna quella corporeità sensuale propria dell'essere umano che il protagonista sa già di dover perdere. Tra non molto.

Giudizio sintetico: Ontologico

Avviso ai naviganti

di Annie Proulx, Minimum fax

La rinascita di un uomo buono e debole, che in uno dei luoghi più inospitali del Canada trova una nuova dimensione. Un racconto lento in cui la vera protagonista è l'isola di Terranova, un'inospitale terra ghiacciata abitata da pescatori perennemente in lotta con un oceano che può mietere vittime in ogni momento.

Quoyle è un giornalista di un piccolo quotidiano che trascina la sua esistenza in un sobborgo di New York, tra un lavoro poco interessante e l'amore – a senso unico – per le figlie e la moglie, una donna che lo umilia platealmente buttandogli in faccia la propria infedeltà in modo crudele e sfrontato. Una strana catena di avvenimenti lo porterà alla tragedia, costringendolo ad abbandonare la sua vita precedente per dirigersi verso l'isola di Terranova, la terra dei suoi avi, nella quale ha trovato l'unico lavoro in grado di fargli mantenere le due figlie e una vecchia zia, una donna decisa dal carattere autoritario che intende rivoluzionare l'esistenza di tutta la famiglia (o di quel che ne rimane): Quoyle dovrà occuparsi di bollettini nautici in un giornale in cui tutti, dagli amministratori al proprietario, dagli inserzionisti ai redattori, sono gente di mare. L'integrazione con il paese di origine dovrà passare attraverso prove durissime, che solo un cuore puro e abituato al peggio come quello di Quoyle può sopportare.
Un romanzo di pescatori e luoghi freddi ed essenziali, in cui i silenzi delle terre ghiacciate sembrano allargarsi ai rapporti tra gli umani e in cui il rischio non è che uno degli aspetti più consueti dell'esistenza.

Giudizio sintetico: Nordico

venerdì 10 maggio 2019

Il tuo nemico

di Michele Vaccari, Frassinelli

Un romanzo complesso, che mescola generi e temi diversi utilizzando modalità di scrittura differenti quasi ad indicare, nell'eterogeneità di argomenti e registri linguistici, la disarmonia del vivere. Un romanzo che rifiuta consolazioni e facili speranze.

Gregorio Menclasi, protagonista del romanzo, è un giovane di Genova appartenente a una famiglia della media borghesia. Abile informatico, dotato di un'intelligenza fuori dal comune che ha reso il suo percorso scolastico molto brillante – ma nel contempo gli ha attirato gravi e ripetuti episodi di bullismo da parte dei coetanei –, riceve dalla sua docente di Economia la proposta di sostenere l'esame di ammissione al MIT, la prestigiosa Università americana. L'insegnante offre la propria disponibilità a guidarlo per un esito positivo della prova. Di fronte alla reazione negativa del padre, che non crede nella sua possibilità di affermazione, il ragazzo si ribella, chiudendosi nella sua camera, senza più uscirne. La sofferenza e il fallimento sono comuni a tutti i membri della famiglia Menclasi. Il padre è un genetista che ha fallito nel lavoro e nel rapporto con la moglie, che si stordisce con l'alcol.
La storia di Gregorio si intreccia con quella di una ragazza, Gaia, anch'essa con una situazione familiare disastrosa, un'esperta di informatica, che attraverso un'azione di hackeraggio ha cercato di farsi notare da Anonymous, per entrare a farne parte. Identificata e inseguita dalla polizia , Gaia viene aiutata dalla madre che le impone però un lavoro poco pulito. Sarà Gaia a tentare di reinserire nel mondo Gregorio, rimasto isolato per anni.
Un romanzo duro, a tratti quasi sgradevole, che tuttavia, grazie ad un linguaggio in sintonia con le diverse situazioni, lascia traccia nel lettore.

Giudizio sintetico: Generazione NEET

giovedì 2 maggio 2019

Guida rapida agli addii

di Anne Tyler, Guanda

Un altro romanzo di un'autrice americana, Anne Tyler, molto amata soprattutto dal pubblico femminile per la sua capacità di rappresentare la famiglia, i sentimenti e il peso che il destino ha nella vita delle persone. Temi che ritornano anche in questa storia che tuttavia – per chi ha apprezzato la scrittrice – appare più superficiale e un po' deludente.

Aaron, protagonista di questo romanzo, racconta in prima persona la sua storia. O forse questa è una "Guida rapida agli addii". La casa editrice di famiglia, in cui lui stesso lavora come redattore, ha una precisa scelta editoriale: pubblica guide pratiche e sintetiche per affrontare i diversi casi della vita. Ed Aaron si trova ad affrontare un distacco doloroso. Sposatosi con Dorothy, ha vissuto con lei un rapporto intenso anche se apparentemente distaccato. Lui, claudicante e balbuziente, ha apprezzato il modo in cui Dorothy gli è stata vicino senza cercare di accudirlo e di facilitargli le cose come le donne, a cominciare dalla madre e dalla sorella, hanno sempre fatto con lui. Ma un incidente, la caduta di una grossa quercia sulla loro casa di Baltimora, provoca la morte della donna e Aaron si ritrova ad affrontare il lutto. La moglie, tuttavia, gli appare ancora e gli permette così di elaborare parlando con lei il rapporto e la morte.
Un romanzo scritto con leggerezza, che tuttavia scivola con facilità ma senza lasciare traccia.

Giudizio sintetico: Manualistico

mercoledì 1 maggio 2019

Il volto ritrovato

di Wajdi Mouawad, Fazi Ed.

Un romanzo introspettivo che si interroga su quanto influiscano le paure infantili sullo sviluppo del sé, soprattutto in una fase difficile come quella della prima adolescenza e in presenza di un trauma tanto grave quanto incomprensibile, capace di incidere persino sulla percezione della realtà. Il punto di svolta è un atto di ribellione, accompagnato da incontri improbabili con persone originali e a loro volta in difficoltà, in un viaggio percettivo descritto con particolare profondità dall'autore di Anima, scrittore considerato tra i più anomali – nel bene e nel male – del panorama letterario dei nostri giorni.

Wahab è un bambino che a sette anni ha assistito, in Libano, all'incendio di un autobus da parte di un gruppo di terroristi. In quella occasione ha visto per la prima volta una donna mostruosa, dal volto coperto e dagli arti di legno, divorare tra le fiamme un piccolo passeggero. La paura di questo essere crudele lo accompagna da allora, anche adesso che abita in un Paese occidentale sicuro (molto probabilmente, il Canada) e si appresta ad affacciarsi all'età adulta, con tutti i problemi e le incomprensioni familiari che accompagnano questo difficile passaggio. Ma proprio il giorno del suo quattordicesimo compleanno, Wahab prova uno smarrimento traumatizzante perché non riesce più a riconoscere i volti dei suoi familiari, soprattutto quello della madre, quasi che una misteriosa ospite ne abbia usurpato l'aspetto e l'affetto, privandolo dell'appiglio necessario a garantirgli la necessaria sicurezza. In cerca di un senso che gli impedisca di sentirsi impazzire, il giovane inizia quindi una fuga che lo porterà ad incontri inconsueti con vari personaggi, come l'uomo misterioso che gli regala una parola o la ragazzina che parla solo con lui. Un libro ermetico, che racconta con imbarazzante sincerità emotiva la disperata ricerca di un aggancio con il mondo esterno da parte di chi si sente estraneo proprio alle persone che dicono di amarlo di più.

Giudizio sintetico: Psicosomatico