domenica 7 marzo 2021

I cerchi nell'acqua

di Alessandro Robecchi, Sellerio


Il mondo è sempre quello di Carlo Monterossi, ma in questo caso il nostro svolge solo il ruolo di anfitrione per introdurre un'indagine che si snoda su due canali paralleli, battuti dagli ex comprimari Ghezzi e Carella. Uno stile noir meno ironico che negli altri libri dello stesso autore, per un poliziesco investigativo di taglio classico americano che naviga in una Milano equivoca e delinquenziale raccontata con la cura e il disincanto cui Robecchi ci ha abituato.

Milano, oggi. Ghezzi è ancora vicequestore, anche se ad un passo dalla pensione. L'entusiasmo l'ha abbandonato da tempo, la carriera non è mai stata un obiettivo, ma l'anziano poliziotto sente sempre la necessità di rimettere ordine nelle cose. Così, quando una matura prostituta – donna di un piccolo delinquente da lui arrestato molti anni prima – si fa viva per pregarlo di ritrovarle il compagno, non esita ad iniziare una piccola indagine, che via via si snoda in un mondo di piccoli drammi e criminali da strapazzo, ma che sembra nascondere qualcosa di più grande e misterioso.
Parallelamente, il collega Carella fa ricorso ai suoi modi spicci e brutali, quasi dimenticandosi di essere un componente delle forze dell'ordine, per convincere i frequentatori della malavita cittadina di essere uno di loro. Ufficialmente in ferie, segue un'indagine personale rabbiosa e violenta che lo introduce in un mondo di loschi traffici e pericolose frequentazioni.
Due investigatori che non esitano a mettere a repentaglio la loro figura istituzionale, ma che continuano comunque ad interrogarsi sul bene e il male, e sulla necessità del rispetto delle regole che stanno infrangendo per necessità. Con uno stile sempre personale, ma che in questo caso strizza molto l'occhio a Chandler e Hammett, Robecchi dipinge un ritratto senza sconti di una scacchiera in cui pezzi disperati si muovono navigando a vista, dove a dispetto della morale il pesce grosso mangia sempre il pesce piccolo e nella quale la donna, vera vittima del sistema, è considerata un pezzo utile ma sacrificabile, moneta di scambio per traffici più legati alla sopravvivenza che al lucro.

Giudizio sintetico: Milanoir

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