domenica 28 gennaio 2018

Il caso Malaussène - Mi hanno mentito

di Daniel Pennac, Feltrinelli

Ritorna con l'ennesimo episodio la saga della famiglia più strana di Belleville, ma questa volta si fa fatica a ri-conoscerne i protagonisti, nonostante una storia anche scorrevole e la consueta capacità dell'autore di rendere romanzeschi anche i silenzi. Ad un Benjamin Malaussène invecchiato e costretto in un ruolo da comprimario, non riescono a sostituirsi con eguale simpatia le nuove generazioni, mentre il racconto rimane troppo ancorato alle iperboli degli episodi precedenti. Forse sarebbe stato meglio spendere il ritorno di questo notevole autore in una storia dai personaggi nuovi sul serio, invece che tradurre in saga infinita i felicissimi esordi dell'indimenticabile tribù urbana dei primi tre libri.

Ben Malaussène è diventato un uomo maturo, con un lavoro indispensabile di tutoraggio fisico e psichico dei nuovi autori per conto della casa editrice del Taglione e il desiderio di riposarsi fuori città, sapendo i suoi familiari felici e al sicuro. I neonati degli ultimi libri sono ormai cresciuti e la tribù si è dispersa, ognuno trascinato nella propria vita e nei propri sogni individuali. Sarà il caso del rapimento di un magnate dell'industria, logorroico e gigione ma capace di assumere in ogni situazione un ruolo da protagonista, a trascinare Verdun – la giudice incaricata del caso – e poi via via altri personaggi dell'entourage Malaussène in un episodio che potrebbe anche risultare di piacevole lettura, se non fosse tanto ancorato ai rimandi e ai personaggi degli episodi precedenti da risultare un Amarcord senza fine.

Giudizio sintetico: Telenovela

La notte della rabbia

di Roberto Riccardi, Einaudi

Un noir ambientato a metà degli anni '70, che al dramma centrale delle indagini su un sequestro politico unisce lo strascico di una storia che affonda le proprie radici nella deportazione degli ebrei romani ad Auschwitz. Una storia poliziesca malinconica che oscilla tra due periodi storici ormai lontani, ma ancora tragicamente presenti nella nostra memoria collettiva.

Metà degli anni '70: un colonnello dei Carabinieri a capo di una squadra antiterrorismo deve trovare e liberare un professore con un futuro politico promettente, rapito da un gruppo terrorista i cui membri sono giovani che hanno rinunciato alle soddisfazioni e alle conquiste proprie della loro età rincorrendo il pericoloso sogno della lotta armata. Nello stesso tempo, un ex-partigiano che ad Auschwitz gli aveva salvato la vita chiede al colonnello di ricercare un ex-ufficiale delle SS, aguzzino di entrambi, sfuggito alla cattura dopo la guerra e che a Roma vive sotto falso nome. A muoversi in questa storia nera, ognuno con i problemi familiari e la difficoltà di coniugare servizio ed esigenze di vita personale, sono tutti i Carabinieri della squadra, scelta probabilmente non casuale considerato che anche l'autore è un alto ufficiale dell'Arma.

Giudizio sintetico: Nei secoli fedele

domenica 21 gennaio 2018

La sostanza del male

di Luca D'Andrea, Einaudi

Noir leggero con un'ambientazione singolare, quella di un paesino di alta montagna dell'Alto Adige. In un ambiente apparentemente idilliaco si dipana la strana vicenda di un americano sopravvissuto ad un incidente in alta quota che indaga su una strage dimenticata da molti anni, mettendo in gioco il suo stesso equilibrio psichico e i suoi affetti.

Uno sceneggiatore televisivo americano di origine tedesca si trasferisce per amore in un piccolo paesino dell'Alto Adige in cui la vita si svolge secondo regole precise, dettate dalla tradizione e dalla necessità di accontentare i turisti, insostituibile motore economico della zona. Dopo essere sfuggito miracolosamente ad un tragico incidente alpino, Salinger deve rimettere in sesto la propria vita, appoggiandosi alla moglie, alla figlia di 5 anni e soprattutto al suocero, un pilastro della comunità montana della quale è entrato a far parte. Ma in Sud Tirolo l'appartenenza etnica non è uno scherzo, e se ne accorgerà allorché inizierà ad indagare su una strage avvenuta molti anni prima di cui non si è apparentemente occupato nessuno se non in modo superficiale. La ricerca della verità diventerà un'ossessione che porterà il protagonista a mettere in gioco la propria integrazione nella famiglia e nel microcosmo in cui vive. Lettura veloce, dalla trama singolare, ricca di colpi di scena, anche se molti dei personaggi vengono appena tratteggiati e avrebbero meritato un approfondimento caratteriale maggiore.

Giudizio sintetico: Altoatesino

L'amore che mi resta

di Michela Marzano, Einaudi

Il racconto intenso e drammatico del lutto che lascia la morte di un figlio e dell'amore che resta, nel presente e attraverso i ricordi, con un colpo di scena finale.

Quando a Daria viene comunicato che la figlia Giada si è suicidata, la donna si chiude in un dolore intensissimo e sordo, che esclude chiunque, compresi il marito e il figlio che hanno subito la stessa tragedia, ma che, nella mente di Daria, non possono davvero capire cosa lei sta provando.
Nessuno può, in fondo, capirlo: solo chi è madre può immedesimarsi in questo dolore, sia essa madre biologica oppure, come nel caso di Daria, madre adottiva. Una madre di elezione che, al contrario di quella naturale, ha voluto con tutte le sue forze la piccola Giada sin dal primo momento in cui l'ha presa in braccio a soli sei mesi. Daria non si capacita di non essere riuscita con il suo amore a salvarle la vita e i sensi di colpa la soffocano.
Il romanzo si dipana, con un linguaggio semplice, chiaro e molto efficace in grado di coinvolgere il lettore in questo dolore che evolve e diventa consapevolezza; chi legge, avvertendo la forza e la realtà dei sentimenti, è spinto ad andare a informarsi sulla biografia dell'autrice per sapere se ha vissuto la medesima esperienza.

Giudizio sintetico: Doloroso

venerdì 19 gennaio 2018

A proposito di Marta

di Pierluigi Battista, Mondadori

Chi, in un'età avanzata, non ha mai azzardato aprire un discorso con frasi del tipo:"Ai miei tempi sì che..." o simili? E non si è mai lasciato sedurre da incipit che, tracciando nette linee di demarcazione tra passato e presente, sono soprattutto espressione di rimpianti? Un'impresa difficile, piena di trabocchetti mentali, quella di cercare di capire il presente da parte di chi, in fondo, si sente estraneo al presente. Eppure un appuntamento inevitabile nella vita di tutti.

Un padre giornalista che vorrebbe capire il mondo della figlia venticinquenne, studentessa universitaria – Marta appunto –, prova a redigere una mappa delle differenze tra le abitudini di vita della sua generazione, quella nata negli anni '50, e quella dei giovani di oggi. Non solo un discorso sui massimi sistemi, quelli che rimandano alla fine dell'idea di progresso propria delle nuove generazioni, alla sparizione di Dio, alla sudditanza a tutto ciò che è naturale contrapposto ai prodotti artificiali dell'uomo, ma una più concreta mappatura degli oggetti e delle passioni caratterizzanti le due epoche. Non esistono più lo stradario, i dischi in vinile, le caramelle Charms, le radioline a transistor e molto altro appartenuto all'infanzia dell'autore, sostituiti dal navigatore, i Blue Ray, i telefoni cellulari e altre tecnologie diaboliche. Niente di male, il moderno sostituisce l'antico, rimpianto solo dai nostalgici.
Il libro, scritto con il linguaggio accattivante del buon giornalismo, mette in discussione alcuni luoghi comuni sui giovani d'oggi, ad esempio il fatto che non leggano più. Guardando la figlia e i suoi amici che in T-shirt, bermuda, cellulare in tasca, vanno in spiaggia, l'autore ci assicura che non è vero: ognuno di loro, infatti, tiene in mano un libro.
Può essere questo l'elemento di continuità tra le generazioni?

Giudizio sintetico: Conciliatorio

mercoledì 17 gennaio 2018

Britt-Marie è stata qui

di Fredrik Backman, Mondadori

Una favola contemporanea quella della sessantatreenne Britt-Marie che, dopo essersi dedicata alla famiglia per tanti anni, in piena crisi coniugale, realizza il suo sogno di lasciare una traccia di sé nel mondo. "Britt-Marie è stata qui" diranno quelli che l'hanno conosciuta.

Dopo 40 anni di matrimonio Britt-Marie scopre che il marito Kent la tradisce con una donna più giovane. A Kent si è interamente dedicata, vivendo la vita di lui e sacrificando la propria. Ora non possono più vivere insieme. Britt-Marie decide di trovarsi a tutti i costi un lavoro. Vivendo da sola rischierebbe altrimenti di condurre un'esistenza isolata fino alla morte, di cui si verrebbe a sapere solo perché i vicini sentirebbero l'odore del suo corpo decomposto. Intollerabile. La donna accetta così un lavoro di 3 settimane come responsabile del centro ricreativo di Borg (paesino svedese immaginario), cittadina lungo un'unica strada, borgo semi-deserto per effetto della crisi, con negozi, farmacia, supermercato chiusi, abitato solo da ragazzi problematici e adulti per lo più alcolizzati.
Unico divertimento locale: giocare a pallone, pur in assenza di un campo di calcio. Britt-Marie, donna eccentrica, maniaca della pulizia, dai modi burberi ma onesta e sincera, stabilisce legami sempre più forti con gli abitanti di Borg, diventando allenatrice della squadra di calcio. Proprio il calcio, nel romanzo, diventa spesso metafora della vita piena di partite che non si possono dare per perse fino al fischio finale. Il calcio mantiene vivo il sogno che qualcosa di meglio possa sempre accadere e fa sperare, dopo una sconfitta, di rifarsi nell'incontro successivo.
Una storia particolare, un'eroina bizzarra che conquista, pagina dopo pagina, non solo gli abitanti di Borg, ma anche il lettore.

Giudizio sintetico: Calcistico


domenica 14 gennaio 2018

Io ci sono

di Lucia Annibali con Giusi Fasano, Rizzoli

La storia di coraggio di Lucia Annibali, vittima di una violenza atroce, divenuta un esempio per tutte le donne che ogni giorno subiscono le conseguenze, a volte letali, del "non amore" maschile.

La sera del 16 aprile 2013 Lucia, avvocatessa trentacinquenne, rientra nel suo appartamento di Pesaro e trova un uomo incappucciato che le getta addosso dell'acido, sfigurandola e rischiando di renderla cieca per sempre.
Lucia non ha dubbi su chi sia il mandante di questo gesto mostruoso: sin da subito fa il nome di Luca Varani, l'uomo con il quale Lucia ha avuto una relazione fino a pochi mesi prima, che non si è mai arreso di fronte alla decisione della giovane donna di lasciarlo definitivamente.
Lucia, io narrante e protagonista di questa storia autobiografica, ripercorre, con stile giornalistico non privo di pathos, le tappe della relazione con l'uomo e il difficile periodo che ha fatto seguito all'agguato sino al processo, periodo nel quale ha affrontato numerose e dolorosissime operazioni e, con coraggio ed incredibile forza di volontà, è riuscita a dar vita ad una nuova Lucia.

Giudizio sintetico: Palingenetico

sabato 13 gennaio 2018

Memoria del vuoto

di Marcello Fois, Einaudi

Una miscela stilistica e linguistica davvero originale, per il racconto romanzato della vita e delle motivazioni che hanno portato un eroe della Prima Guerra Mondiale a diventare il più pericoloso e ricercato bandito sardo dell'Ogliastra.

Samuele Stocchino (Stochino, nella realtà) è stato definito la Tigre dell'Ogliastra per la ferocia e la capacità di far sparire le proprie tracce nei boschi ancora oggi intricati e inaccessibili che ammantano le montagne frastagliate alle spalle di Tortolì. Una terra dominio incontrastato e selvaggio di un popolo di pastori che all'inizio del secolo scorso viveva ancora di stenti e regole proprie in un angolo di Sardegna isolato e dimenticato dal resto del Paese. Il destino di Samuele sembra segnato dall'inizio, da pecore che precipitano dal cielo, da un cuore dalla forma sbagliata, dalla sua incapacità di morire "quasi che la Morte non lo voglia veramente e lo rimandi indietro", dalla facilità con cui impara a uccidere in due guerre diverse (quella di Libia e la Grande Guerra).
Con una lirica mistica e raffinata e inserti dialettali non sempre trasparenti ai non sardi, Fois rende romanzo la storia di un uomo che ha affrontato il mondo con una violenza senza rimpianti, allo stesso tempo amando in modo assoluto e vendicandosi delle prepotenze dei potenti con estrema ferocia (anche più di quella del personaggio storico, in realtà risultato estraneo al più efferato dei delitti che l'autore gli attribuisce). Il Duce stesso si troverà costretto, in un'Italietta che sembra non riuscire a far propria la sua isola più lontana, a cercare di porre un freno al banditismo mettendo sulla testa di Stocchino la taglia più alta mai prevista per un latitante.

Giudizio sintetico: Brigante

venerdì 12 gennaio 2018

Ogni spazio felice

di Alberto Schiavone, Guanda 

La storia di una coppia di ultrasessantenni nella Milano di oggi. Un romanzo delicato e malinconico sui distacchi, sulla solitudine perché "per sapere cos'è la solitudine, bisogna essere stati in due. Altrimenti, bisogna che qualcuno ti racconti che cos'è la solitudine" (P. Ciampi)

Ada e Amedeo, un'insegnante e un vigile ora in pensione, si sono sposati per amore da più di vent'anni. Hanno formato una famiglia che comprende anche due figli adottivi, Alex e Sonia, amatissimi. Una disgrazia, la perdita del figlio per uno scherzo stupido e banale, li allontana e i due si chiudono ciascuno nel proprio dolore, cercando un'evasione dalla insopportabile realtà: Amedeo proiettandosi in storie create dalla sua fantasia, Ada affogando nell'alcol. La dipendenza e il degrado della donna sono il nucleo sofferto del libro.
Il romanzo è diviso in 7 capitoli corrispondenti ai giorni di una settimana in cui la storia di Ada e Amedeo si dilata e si snoda con la notizia della gravidanza della figlia, abbandonata dal compagno, e l'aggravarsi delle condizioni di salute di Ada.
La storia, narrata in stile disadorno e semplice, guarda con comprensione e senza eccessive indulgenze la sofferenza umana e, in questo modo, coinvolge il lettore lasciandogli uno spiraglio di speranza in quanto "ogni spazio felice è figlio o discende da una separazione" (R. M. Rilke).

Giudizio sintetico : Alcolista

mercoledì 10 gennaio 2018

Città di polvere

di Romano De Marco, Feltrinelli

Secondo thriller della serie Nero a Milano, questo libro veloce e teso si caratterizza per un tono pulp che ricorda alcuni film anni '70, alternando una dinamica narrativa ricca di cambi di quadro a dialoghi e caratterizzazioni dei personaggi spesso eccessivi e non sempre convincenti.

Difficile dire chi sia il vero protagonista di questo poliziesco milanese ricco di personaggi spregiudicati e fortemente connotati: il poliziotto buono, troppo buono, tanto da non riuscire a staccarsi da una ex-moglie e da un migliore amico che lo meriterebbero? O il migliore amico, tenebroso perduto dal losco passato, che si candida per una missione illegale e pericolosa? E che dire delle donne: la giudice dura, la poliziotta eroica e senza compromessi, quella dal cuore d'oro che ai compromessi ha già ceduto... Se poi a questo si somma una varietà eterogenea di "cattivi" da antologia (il demone corrotto e raffinato, il killer militaresco, il mafioso, i nazifascisti) ce n'è davvero per tutte le possibili declinazioni di una sceneggiatura cinematografica da film poliziesco d'azione. Uno stile americano per una vicenda italiana, nel quale tutto è spiegato in modo troppo esplicito, non lasciando alle capacità inferenziali del lettore neanche un piccolo spiraglio di mistero. O quasi.

Giudizio sintetico: Caratterista

lunedì 8 gennaio 2018

Augustus

di John Williams, Fazi Editore

Epistolario a più voci che racconta la storia di Ottaviano, successore di Giulio Cesare, dalla conquista del potere fino alla sua morte. La splendida ricostruzione storica e la narrazione romanzata, coinvolgente anche nella strana forma della finzione epistolare, confermano ancora una volta la straordinaria vena narrativa dell'autore di Stoner.

Lettere, stralci di diari, ricostruzioni storiche dettagliate costituiscono la originale forma narrativa in cui ci viene raccontata la Roma imperiale successiva all'assassinio di Giulio Cesare. Lo stesso Williams, nella nota di prefazione, tiene a specificare che questa enorme mole documentaria è frutto della sua sola immaginazione, tuttavia è con estrema fedeltà storica che leggeremo delle gesta non solo di Cesare Ottaviano Augusto, ma anche di tutta la serie di personaggi che hanno caratterizzato l'età d'oro del periodo augusteo: Agrippa, Orazio, Mecenate, Bruto, Marco Antonio, persino l'enigmatica Cleopatra appaiono nel libro nella duplice veste di personaggi storici descritti dalle loro stesse gesta, e come protagonisti del romanzo del loro tempo, con passioni, dubbi e sentimenti che li proiettano nella fiction più coinvolgente. Anche la divisione del libro nelle tre parti della conquista del potere, della gestione politica e passionale, e della vecchiaia e della disillusione rappresentano un'ulteriore nota distintiva per un'opera che  ancora oggi, a distanza di quasi mezzo secolo dalla sua prima pubblicazione, può dirsi ancora fresca e davvero singolare nella forma espositiva.

Giudizio sintetico: Epistolario corale



sabato 6 gennaio 2018

Rondini d'inverno

di Maurizio De Giovanni, Einaudi

Un'altra indagine dell'affascinante commissario Ricciardi, affiancato dal fedele brigadiere Maione, nella Napoli del 1933 sempre più segnata dal clima politico violento e oppressivo del fascismo. Il caso, apparentemente di facile soluzione, si rivela complesso e Ricciardi, come sempre capace di andare al di là delle apparenze, ricostruisce con paziente intuito il mondo di  passioni all'origine dell'omicidio.

Nei giorni tra Natale e Capodanno del 1933 Napoli è scossa da un omicidio che fa notizia. Durante uno spettacolo di varietà, un noto attore, Michelangelo Gelmi, spara alla prima attrice, Fedora Marra, che nella vita è sua moglie, ma questa volta la pistola non è caricata a salve e il proiettile uccide la donna davanti ad un pubblico attonito. Il caso sembra non richiedere indagini, tutto si è svolto in modo evidente. Il commissario Ricciardi però crede nell'innocenza proclamata dal Gelmi e indaga risolvendo il caso. Ancora una volta il romanzo vive soprattutto del fascino del suo protagonista, uomo malinconico, condannato a vedere i fantasmi dei morti ammazzati passando per i luoghi in cui sono avvenuti gli omicidi. La sua vita è talmente condizionata dalla morte da impedirgli di condurre un'esistenza "normale" per non coinvolgere altri nella sua condanna. Ma l'amore silenzioso che lo lega alla donna che vive nella casa di fronte alla sua, Enrica, vissuto finora in modo clandestino, questa volta sembra destinato a rivelarsi al mondo. Non uno del thriller migliori della serie, ma comunque imperdibile per gli appassionati del personaggio. 

Giudizio sintetico : Ricciardesco

martedì 2 gennaio 2018

Bacio feroce

di Roberto Saviano, Feltrinelli

Prosegue la saga della Paranza dei Bambini, questa volta ormai cresciuti a sufficienza per impensierire seriamente le più agguerrite bande camorristiche tradizionali. Resta sempre sorprendente la capacità di Saviano di trasferire in romanzo gli avvenimenti più singolari della cronaca malavitosa partenopea, anche se in questo caso l'aspetto romanzesco prevale nettamente sul contesto sociale, con esiti narrativi non sempre all'altezza degli standard cui l'autore ci ha abituati in passato.

Nicolas 'o Marajà è cresciuto, e la sua Paranza dei Bambini si è ormai impadronita completamente del rione di Forcella, controllandone lo spaccio e la riscossione del pizzo. Ma per rimanere al comando ci si deve guardare sia dai nemici che, soprattutto, dagli amici: finisce così che i sodali di un tempo diventino da un momento all'altro pericolosi avversari e viceversa, o che si debbano prendere decisioni spaventose solo per salvaguardare le proprie rendite di posizione. In un contesto da telenovela crudele, si snodano gli intrighi e le strategie violente di un gruppo di post-adolescenti che si trovano a fare i conti con la crudeltà di un mondo criminale refrattario ad accettare la loro brutale esuberanza giovanile. Inquadrato il contesto nel libro precedente – La paranza dei Bambini –, questo Bacio feroce diventa un secondo volume di una saga per appassionati, la cui originalità rimane soprattutto quella di essere ispirato da avvenimenti di cronaca.

Giudizio sintetico: Sequel 

lunedì 1 gennaio 2018

La ragazza sbagliata

di Giampaolo Simi, Sellerio

Un noir versiliano nel classico stile italiano, con una galleria di personaggi alla ricerca di un senso della vita che sembra smarrirsi continuamente. Al centro della vicenda, la ricostruzione di un delitto tanto lontano nel tempo da far sì che la colpevole sia stata scarcerata per aver già scontato la pena. Un giornalista disperato dovrà riprendere il filo di questo mistero mettendo in crisi le proprie poche certezze.

Dario Corbo è il maggiore conoscitore della vicenda dell'omicidio di una diciottenne, Irene Calamai, da parte di Nora Beckford, la figlia scapestrata di un artista internazionale trapiantato in Versilia. Ai tempi del delitto, infatti, aveva seguito la vicenda con tanta costanza da diventarne il maggiore esperto nell'ambito dei media. Da lì, da quei suoi primi articoli che lo hanno catapultato nel mondo della carta stampata della capitale, sono ormai passati molti anni e i primi successi hanno lasciato il campo a una serie di delusioni personali e professionali che hanno lasciato il protagonista sull'orlo dell'abbrutimento. Ma ora Nora Beckford è uscita dal carcere e sta allestendo una mostra sulle opere del padre, proprio nel piccolo comune teatro del delitto. Dario Corbo viene quindi spinto, con l'obiettivo di scrivere un libro sulla vicenda, a ricostruire con l'aiuto di una giovane magistrato le zone oscure della vicenda, nella quale il coinvolgimento delle varie parti si sviluppa con un intreccio dagli esiti imprevisti che mette forse un po' troppa carne al fuoco. Lo stile di Simi resta comunque un motivo sufficiente a giustificarne la lettura.

Giudizio sintetico: L'apparenza inganna