martedì 27 luglio 2021

Un cuore sleale

di Giancarlo De Cataldo, Einaudi 


Il Pm Manrico Spinori , soprannominato il "contino" per la sua origine nobile, di una nobiltà decaduta dal patrimonio ormai dissolto, con una madre ludopatica, guida la squadra investigativa della Procura romana, tutta composta da donne, in un caso complesso e scottante: la morte del ricco palazzinaro Ademaro Proietti, un personaggio noto della capitale, dal passato poco limpido e dal carattere autoritario e aggressivo. Forse si tratta di un semplice incidente e il Proietti è accidentalmente caduto dal suo yacht. Ma Spinori nutre dei dubbi e indaga tra molte difficoltà. 

Mancano pochi giorni a Natale. Dal mare di Ostia emerge il cadavere di Adriano Proietti. Ha trascorso la notte sul suo yacht con i tre figli maschi e il genero, hnno giocato a carte fino a notte inoltrata, hanno bevuto parecchio alcol. Un incidente sembra una spiegazione plausibile. 
Il Pm Spinori non è però convinto. Nella famiglia della vittima covano segreti e i rapporti tra i componenti sono molto meno armoniosi di quanto questi dichiarino. E poi qualche piccolo dettaglio potrebbe far pensare a un omicidio. 
Il team investigativo affianca validamente Spinori, si delineano i caratteri dei personaggi femminili, in particolare quello dell'ispettrice Deborah Cianchetti, da poco entrata a far parte del gruppo: dura, tatuata, con modi spicci e diretti che contrastano con le maniere raffinate ed eleganti del suo capo, Manrico, personaggio malinconico e solitario separato e con rapporti un po' complessi con le donne, che spesso ne restano affascinate: ama la musica, soprattutto quella lirica, in cui ritrova sentimenti, caratteri, situazioni che lo aiutano a comprendere meglio i casi che la professione gli fa incontrare. 
Scorrevole e curata la prosa, vario il lessico, registri linguistici che variano in rapporto all'estrazione culturale e sociale dei personaggi. Un noir ben costruito con personaggi riusciti. 

Giudizio sintetico: Parenti serpenti

LaRose

di Louise Erdrich, Feltrinelli


Una vicenda tragica al centro di questo romanzo, un terribile incidente di caccia. Landreaux, dopo aver spiato per settimane un cervo, studiandone i movimenti e valutando il momento opportuno per sparare, colpisce non l'animale ma un bambino, Dusty, suo nipote, il figlio della sorellastra di sua moglie. Un incidente che rompe gli equilibri delle 2 famiglie e di tutte le persone che le compongono.
Un romanzo psicologico complesso, in cui le azioni maturano lentamente , seguendo i punti di vista dei personaggi principali.
 

Il romanzo è ambientato tra la fine del '900 e l'inizio del 2000, tra gli Indiani Ojibwe del Nord Dakota, quando i timori del millenium bug, atteso come una possibile tragedia, vengono sostituiti dal trauma dell'undici settembre. Si può considerare l'ultimo episodio di una trilogia – Il giorno dei colombi e La casa tonda, – come questo ambientati in una riserva indiana immaginaria e nel contempo realistica. L'autrice, per un quarto di origine Cheppewa, molto stimata e premiata negli USA, costruisce questo romanzo considerando la storia e le tradizioni dei nativi americani. Così quando Landreaux colpisce a morte il piccolo Dusty, ritiene di dover "risarcire" i genitori del bambino, Peter e Nola, dando loro il proprio figlio piccolo LaRose, come vuole la tradizione indiana, d'accordo con sua moglie Emmaline, straziata dal distacco. La Rose si trova così ad avere 2 famiglie e una nuova sorella, Maggie, sorella di Dusty, che non sa più come suscitare l'attenzione dei propri genitori ma costruisce un legame forte con LaRose. I sentimenti dei personaggi si intrecciano: il senso di colpa di Landreaux, solo in parte attenuato dall'aver ceduto il proprio bambino, la disperazione di Nola, madre di Dusty e il suo attaccamento al "nuovo" figlio, mostrano come una tragedia inneschi situazioni e eventi a volte anche positivi. La narratrice racconta in modo delicato, senza sentimentalismi, con stile fluido ma lento, con pochi dialoghi e utilizzando diverse analessi che raccontano avvenimenti precedenti alla storia principale. 

Giudizio sintetico: Effetto domino

Non si uccide per amore

di Rosa Teruzzi, Sonzogno


Terzo episodio de
I delitti del casello, dopo La sposa scomparsa e La fioraia del Giambellino. Protagoniste, come nei romanzi precedenti, Libera, ex libraia, ora fioraia autrice di bouquet straordinari per la combinazione di fiori rispondenti ai caratteri delle spose e sua madre Iole, settantenne pimpante e stravagante, ex hippy, favorevole al libero amore, che indagano su un caso di vent'anni fa, l'omicidio di Saverio, marito di Libera. L'episodio ha segnato dolorosamente l'esistenza della donna e della figlia, Vittoria, ed è giunto il momento di affrontare un nodo cruciale della vita e scoprire il colpevole del delitto.

Già nei romanzi precedenti si accenna alla tragica morte di Saverio, marito di Libera, vittima di un delitto di tanti anni prima. Nel romanzo di inizio della serie, viene trovato in una vecchia camicia di Saverio un bigliettino, scritto presumibilmente da una mano femminile, che fissava un appuntamento per "Martedì 25, alle sette, al parcheggio", appuntamento da cui Saverio non era uscito vivo, ucciso a bruciapelo da una pallottola. Ne La fioraia del Giambellino era emerso il sospetto terribile di un traditore in questura che aveva confuso le indagini. In questo terzo episodio, Libera affronta l'indagine con decisione e coraggio, non esitando a viaggiare per l'Italia per ricostruire la dolorosa vicenda. La aiutano la madre Iole, donna eccentrica ma presente e consapevole dei sentimenti della figlia, e Irene, detta la Smilza, giovane giornalista del quotidiano La città, dotata di intuito e sensibilità .
Un'indagine personale, che permette di approfondire e conoscere meglio Libera, i suoi sentimenti, l'amore e il rimpianto per il marito morto e il nuovo amore che inizia a germogliare nel suo animo. Vediamo il rapporto di complicità profonda con sua madre Iole, pur così diversa da lei, e di incomprensione con la figlia Vittoria, indurita dal dolore per la perdita subita nella primissima infanzia, di cui sembra quasi "incolpare" la madre Libera.
Romanzo scritto con garbo e simpatia, con un tocco di malinconia (come i precedenti), si legge con facilità; il titolo è già di per sé un messaggio, ribadito nelle pagine del libro: "L'amore non ha colpe. L'amore non ha niente a che fare con la violenza".

Giudizio sintetico: Calabromilanese