sabato 29 maggio 2021

Nudi e crudi

di Alan Bennett, Adelphi 


Un romanzo breve, o racconto lungo, questo di Bennett. Una storia che, partendo da uno spunto iniziale quale un furto straordinario ai danni di una coppia di mezza età della media borghesia londinese, mette in luce, con uno sguardo ironico, i caratteri dei personaggi, la loro vita monotona e grigia, innescando nel lettore riflessioni sulle consuetudini, i non detti, gli equilibri instabili che un evento eccezionale può spezzare.
 

I coniugi Ransome. Lui un serio e grigio avvocato, lei un'apatica tranquilla casalinga abituata ad adeguarsi alle esigenze e ai gusti del marito, si allontanano da casa per assistere a teatro al Così fan tutte di Mozart. Mr. Ransome è un appassionato delle opere di questo musicista; la sera, a casa, dopo una giornata di lavoro, ne ascolta la musica estraniandosi da tutto ed evitando così di parlare con la moglie. 
Al rientro dal teatro, la coppia trova la casa completamente svaligiata: non c'è più niente, né mobili, né oggetti vari, neppure il forno con lo sformato quasi pronto, neppure la moquette. Un trasloco avvenuto in poco tempo, senza che i vicini o il guardiano si siano accorti dell'accaduto. La polizia non sembra colpita dallo strano caso, considerandolo alla stregua di un furto qualunque. 
Mr. Ransome si preoccupa soprattutto della perdita del suo stereo (che riacquista subito per tornare a riascoltare Mozart), lei cerca di comperare poco alla volta quello che manca. Così gira per le vie del suo quartiere, riscoprendolo, cercando oggetti a poco prezzo per rendere la casa più vivace e piacevole. Scopre che la televisione si può accendere anche durante il pomeriggio e guardare vite diverse, aspetti differenti della realtà, acquisire un nuovo lessico. Due modi diversi di reagire ad un evento traumatico, che li mette l'uno di fronte all'altra, senza maschere e non detti. 
Dopo un inizio brillante, il racconto, che pur si legge volentieri, non decolla  né si crea empatia con i personaggi. L'ironia sottile è un gioco intellettuale che rende la narrazione un po' fredda e poco coinvolgente. 

Giudizio sintetico: Senza coperture

Versilia Rock City

di Fabio Genovesi, Mondadori


Romanzo d'esordio del noto autore toscano, è una galleria di personaggi dropout singolari e ben disegnati nelle proprie manie, nei numerosissimi errori, nelle difficoltà sociali che li rendono macchiette tenere e tragiche di un racconto corale che alterna salti temporali e intrecci saltuari. Divertenti, spaesati, chiusi in mondi e spazi psicologici angusti e tipizzati, cercano ognuno uno spazio di vita proprio in una Forte dei Marmi vuota e invernale, descritta senza pietà.

Ci sono Mario e Renato, ex bambini, ex protagonisti delle serate degli anni '90, uno ex-DJ, l'altro ex-regista impegnato, forse troppo impegnato. Poi c'è Nello, detto "il Botta": ex-tossicodipendente, anche adesso violento, approfittatore, privo di qualsiasi morale, ma del quale si infatuano tutte le donne e che quindi scatena l'odio di padri, mariti, sorelle, amici. Ma non di Teresa, inflessibile avvocato che frequenta l'intellighenzia del luogo, donna decisa e capace ma che sente la mancanza di emozioni degne di essere chiamate tali. L'autosegregazione di Mario, lo strano lavoro di Renato, le follie di Nello e l'amore disperato di Teresa si muovono sullo sfondo di paesaggi senza personalità, l'hinterland milanese, ma soprattutto la vuota Forte dei Marmi invernale, meta turistica di una Milano sbruffona e snob che la vede, con l'accondiscendenza interessata degli stessi abitanti della città versiliana, solo come una "casa al mare", da sfruttare uno o – al massimo – due mesi all'anno, ignorando l'esistenza della città e dei suoi residenti per i restanti 10/11 mesi.
Piacevole e imperniato sul confronto tra passato e presente, il romanzo vive della disperazione dei protagonisti, che sono troppo avviluppati in sé stessi per creare empatia, ma che come macchiette riescono comunque a suscitare una divertita commiserazione. Prova generale delle tematiche dei romanzi successivi dello stesso autore, non ne raggiunge tuttavia ancora lo spessore narrativo.

Giudizio sintetico: Ex-che?

domenica 23 maggio 2021

Il mistero della finocchiona a pedali

di Dario Cecchini e Alessandro Mauro Rossi, Feltrinelli

Un giallo senza paura, senza emozioni, senza la necessità di inferire niente da parte del lettore. I fatti vengono spiegati nei minimi particolari, gli attori sono tutti - quasi - buoni, il mondo del piccolo paese toscano in cui si svolgono i fatti è quello di una moderna ambientazione alla Guareschi, ma senza lo scontro tra due opposte fazioni. La storia è anche interessante, ma raccontata in modo molto tranquillizzante. 

Panzano in Chianti, terra di cinghiali, di mangiate, di piccoli avvenimenti di paese. Al centro del borgo, ombelico gastronomico della regione e centro di aggregazione sociale, la macelleria (esiste davvero!) di uno degli autori, noto gastronomo dai successi internazionali. 
Il mistero inizia con la morte di un ciclista, apparentemente vittima di un pirata della strada o di un incidente. Ma il maresciallo sardo trapiantato in Toscana che si occupa dell'indagine non ne è convinto. Dopo qualche tempo, altre morti di ciclisti, questi chiaramente vittime di una misteriosa arma che non lascia tracce, portano all'attenzione dei media nazionali la stranezza di un luogo in cui il numero degli abitanti è troppo esiguo per giustificare tanti delitti. Sul mistero iniziano ad indagare, oltre al commissario, anche i due autori del libro, che si muovono in un mondo di cacciatori, bracconieri, strani turisti e misteri raccontato troppo nel dettaglio e che non lascia al lettore nessuno spazio di deduzione autonoma.
A metà tra un libro per ragazzi e un giallo, il romanzo ha comunque il pregio di raccontare alcune caratteristiche geografiche e gastronomiche del Chianti, stimolanti per chi volesse, incuriosito, trascorrervi un periodo di vacanza leggendo un thriller leggero di cui sono protagonisti due personaggi reali, che potrebbe anche incontrare di persona.

Giudizio sintetico: Pro Loco

La moglie perfetta

di Roberto Costantini, Marsilio Ed.


Ultimo caso del commissario Balistreri, eroe noir riflessivo dal passato oscuro e dalle parentele ingombranti. La serie a lui dedicata si conclude con un'indagine suddivisa in due periodi separati da un decennio e il taglio narrativo, rispetto ai titoli precedenti dedicati a questo protagonista noir, è decisamente più introspettivo e autoriflessivo.

2001, Roma. Dopo la giovinezza a Tripoli e la vita da commissario a Roma, Balistreri è stanco e amareggiato, ma non rinuncia né a fumare in ufficio, né ad infischiarsene della gerarchia. Insieme alla pm Bianca Benigni, indaga sulla morte di una ragazza stuprata e assassinata su una spiaggia vicino ad una discoteca. Attorno all'indagine, si dipanano le vite di due coppie: il prof. Bonocore, borioso professore sposato a Nicole, una americana bella ed elegante, e la stessa pm Bianca Benigni, moglie dello psicologo Nanni, specializzato in terapia di coppia ma smarrito davanti alla sua stessa vita matrimoniale. Caratteri molto diversi, collegati da una brillante e spregiudicata ragazza, Scarlett, provocante e disinibita, sorella della moglie del professore. L'indagine conduce ad un colpevole, ma 10 anni dopo Balistreri si troverà a dover rivedere i fatti alla luce di altre prospettive e con un ulteriore decennio di rassegnata ostinazione.
Romanzo riflessivo, molto orientato a descrivere le dinamiche emozionali dei personaggi, rimane comunque un noir di taglio classico, sebbene i trascorsi del protagonista (narrati in una fortunata serie di romanzi ambientati in due periodi diversi tra Libia e Italia) non siano del tutto consueti al genere poliziesco classico. Balistreri sembra attraversare il tempo con leggerezza, senza invecchiare mai e senza lasciare un segno tangibile se non nello spirito di chi gli è vicino, preoccupato di seguire una morale tutta sua, poco incline al compromesso ma spesso accomodante nei confronti dei risultati attesi.

Giudizio sintetico: Autoriflessivo