martedì 28 gennaio 2020

Nozze

di Maurizio De Giovanni, Einaudi

Nuovo episodio dei Bastardi di Pizzofalcone, i poliziotti allontanati per comportamenti poco ortodossi dai propri commissariati e collocati provvisoriamente nel commissariato di Pizzofalcone, da cui i precedenti poliziotti sono stati cacciati in seguito a uno scandalo per corruzione. L'abilità di questa squadra raccogliticcia ha fatto sì che la programmata chiusura del commissariato non ci si sia stata perché i Bastardi hanno dimostrato sul campo di valere. Questa volta è la componente femminile del gruppo a risolvere il caso dell'omicidio di una giovane, Francesca, uccisa con una sola  coltellata al cuore proprio alla vigilia delle sue nozze.

Napoli, un freddo febbraio. La giovane e bella Francesca, unica figlia di una ricca coppia, viene ritrovata cadavere, nuda, vicino ad una grotta su una spiaggetta luogo di incontro di molti innamorati. Vicino a lei l'abito da sposa che avrebbe dovuto indossare l'indomani, giorno del suo matrimonio. Dolore e incredulità tra parenti, amici, colleghi di lavoro: una ragazza solare, amata, chi avrebbe potuto desiderare la sua morte? Certo il fidanzato, Giovanni Sorbo, è figlio di un potente boss della malavita locale. Ma il giovane si era staccato dalla propria famiglia, vivendo a Milano e conducendo una vita senza ombre. Una vendetta trasversale?
La squadra si mette al lavoro e i tempi sono ristretti: devono giungere alla soluzione prima che l'inchiesta venga loro tolta. Ancora una volta, i Bastardi riescono a risolvere il caso grazie ad un lavoro di squadra che questa volta si avvale soprattutto dell'intuito e dello spirito di osservazione femminili.
Un romanzo che, come nei precedenti di questo autore, approfondisce le psicologie dei personaggi, le loro emozioni e le loro passioni e sviluppa in modo coerente le storie dei protagonisti, i Bastardi. Forse non uno dei migliori romanzi a causa della prevedibilità della soluzione; la fluidità della scrittura  rende comunque il libro meritevole di lettura.

Giudizio sintetico: Nuziale

giovedì 23 gennaio 2020

Armi, acciaio e malattie

di Jared Diamond, Einaudi

Il sottotitolo, Breve storia degli ultimi tredicimila anni, è di fatto l'estrema sintesi di quest'opera, vincitrice del Pulitzer per la Scienza e pubblicata per la prima volta nel 1997. Oggi riproposto in una nuova edizione, il saggio nasce  dalla necessità di dare una risposta sensata a una domanda posta all'autore da un aborigeno della Nuova Guinea, attraversando lo sviluppo della civiltà nei cinque continenti con una ricerca preistorica basata su logica, biologia e ritrovamenti archeologici.

Si tratta di un'opera destinata alla lettura corretta delle differenze dello sviluppo della civiltà nelle varie parti del mondo, interessante e di facile leggibilità anche se piuttosto corposa. Nel tentativo di spiegare con la logica la ragione della supremazia storica dei "bianchi" europei sulle altre popolazioni del mondo, l'autore analizza in termini biologici, geografici e sociali lo sviluppo di – quasi – tutte le popolazioni del mondo, con particolare riguardo agli avvenimenti che hanno favorito l'espansione delle civiltà occidentali così come le conosciamo oggi. Diamond, uno scienziato statunitense che ha operato nei cinque continenti, propone come ragione della primazia occidentale la differenza dei tempi di sviluppo dell'agricoltura e delle caratteristiche geografiche e biologiche dei vari continenti, condizioni che hanno determinato in modi diversi sia la diffusione delle conoscenze tecniche sia quella delle malattie, favorendo maggiormente Europa ed Asia nella costruzione di tecnologie civili e militari di maggiore efficacia, e nel maturare una migliore resistenza a quelle malattie che nei secoli hanno rappresentato la loro migliore arma di distruzione di massa.
Un saggio molto interessante e fondato su evidenze apparentemente incontrovertibili, sebbene frutto di semplici ipotesi, che delinea un'interpretazione bio-geografica di quelle differenze tra i popoli che spesso – oggi più che al tempo della sua prima pubblicazione – vengono giustificate con sbrigative motivazioni razziali ed etniche talvolta piuttosto opinabili.

Giudizio sintetico: Biogeografico

La palude dei fuochi erranti

di Eraldo Baldini, Rizzoli

Storia seicentesca, che ben si attaglia alla particolare lingua "gotica" ed evocativa caratteristica di Baldini. Con ambienti e personaggi che si altalenano tra il misticismo cupo delle abbazie e la più prosaica necessità di sopravvivenza della popolazione rurale della pianura romagnola nel XVII secolo, viene ricostruita la vicenda di un'indagine "dall'esterno" che risuona degli ambienti de "Il nome della rosa".

Romagna, 1630. Il paese di Lancimago si prepara all'epidemia di peste – di manzoniana memoria – che ha già colpito gran parte della pianura, e il cui soffio mortale sta per arrivare e mietere vittime. I frati di un'abbazia, nel preparare la fossa comune che temono si renderà necessaria, riesumano accidentalmente una serie di scheletri che evidenziano un eccidio antico e del quale non sanno capire l'origine. La scoperta dà origine a incomprensibili fuochi danzanti che sembrano la voce delle anime dell'inferno e alla comparsa di misteriosi personaggi, tra i quali l'inviato dell'arcivescovado, monsignor Diotallevi, un uomo duro e irreprensibile che deve approntare un cordone sanitario invalicabile per limitare – con provvedimenti anche drastici – la diffusione del morbo.
Romanzo dai toni cupi che richiamano ambienti tardo-medievali, tesse la trama di un giallo imperniato su un personaggio difficile, che alterna la propria naturale concretezza alla vocazione mistica propria del suo tempo.

Giudizio sintetico: Gotico

La macchina del vento

di Wu Ming 1, Einaudi

Una fantasia mitologica e romanzesca con ambientazione storica, ricostruita nei dettagli con la tradizionale precisione di Wu Ming. Tra epica, letteratura, politica e personaggi realmente esistiti viene inventata una vicenda – a tratti fantastica – che si svolge durante il periodo fascista nell'isola di Ventotene, di cui il regime fece il luogo di confino di vari intellettuali e politici dissidenti, tra i quali spicca l'ex Presidente della Repubblica Sandro Pertini, ai tempi ai vertici del Partito Socialista.

1939. A Ventotene si possono incontrare molti tipi di confinati, ognuno dei quali appartenente ad un gruppo diverso, con una propria mensa, propri compagni, propri ideali. Di sicuro, ad accomunarli, l'avversione al regime, il sapere perché alcuni confinati sono detti "manciuriani" e la consapevolezza di appartenere ad una élite politica e culturale destinata a grandi cose, anche se al momento l'obiettivo primario rimane quello di riempire lo stomaco ed evitare, per quanto possibile, angherie della Milizia, disagi e malattie. Erminio, un giovane laureando antifascista che conosce bene i miti greci, fa parte del gruppo di un compagno carismatico più maturo, quel Sandro Pertini che riesce sempre a mantenere un comportamento integerrimo e decoroso anche in mezzo alle peggiori avversità. Ma un giorno sull'isola sbarca un fisico misterioso, depositario di vari segreti, che comincia a parlare di macchine del tempo e altre stranezze ed Erminio, che ne diventa l'unico amico, non può non notare che molti degli avvenimenti che accadono sull'isola sembrano appartenere ad una dimensione che intreccia scienza, mitologia e politica senza soggiacere ai consueti legami temporali.
Come spesso nei romanzi dei Wu Ming, l'intreccio di mondi, epoche e soggetti diversi – reali e immaginari – tesse una trama tanto fantastica e  inverosimile da risultare possibile, grazie soprattutto all'estremo dettaglio dei tratteggi di luoghi e personaggi storici. Ne è un esempio, in questo caso, il "suono" dei dialoghi con Pertini, del quale – durante la lettura – sembra di riuscire a sentire non soltanto le parole, ma persino l'accento e il tono.

Giudizio sintetico: Fantastorico


venerdì 17 gennaio 2020

La grande esposizione

di Marie Hermanson, Guanda Ed.

Un thriller leggero e scorrevole imperniato sulla grande esposizione che si tenne nel 1923 a Göteborg e durante la quale ad Albert Einstein fu "imposto" di tenere un discorso per poter riscuotere il denaro del premio Nobel che il grande fisico aveva già vinto due anni prima. Un racconto in cui fiction e Storia si intrecciano strettamente, con personaggi realmente esistiti proiettati in un'avventura (per quanto è dato sapere) mai accaduta.

Göteborg, 1923. Quattro i personaggi principali intorno a cui ruota la vicenda: un timido ragazzetto unico conduttore di un'asina dal carattere irascibile, una giovane giornalista alle prime armi ma molto caparbia, un investigatore cocciuto e il già celebre Albert Einstein, scienziato in grado di captare l'attenzione della folla e ideatore di una Teoria, quella della relatività, sulla quale il mondo accademico, al tempo dei fatti narrati, è ancora diviso tra una maggioranza di ammiratori e uno sparuto ma agguerritissimo gruppo di contrari, prevalentemente estremisti di destra spesso animati da ragioni antisemite.
Un racconto "facile" e gradevole, nel quale si alternano le vicende dei quattro protagonisti che, anche se si incontrano solo a tratti, riescono comunque a risultare determinanti gli uni per gli altri. Una nota dell'autrice chiarisce a fine libro quali avvenimenti siano realmente accaduti e come essi abbiano influenzato la fiction narrativa.

Giudizio sintetico: Einsteiniano