Un romanzo giallo ambientato in Sicilia. La storia tuttavia sembra avere collegamenti addirittura internazionali, dato che la vittima è Esteban Torres, cubano-americano con cittadinanza italiana e residenza in Svizzera. Il complicato caso è affidato a Vanina Guarrasi, vicequestore della mobile di Catania, personaggio già protagonista di due precedenti romanzi della Scalia, Sabbia nera e La logica della lampara. Questo terzo episodio rimanda a vicende e personaggi che alcuni lettori hanno già conosciuto, ma può essere letto e apprezzato anche come episodio a sé, che fa presagire una nuova puntata.
Aeroporto di Catania, in un'auto viene ritrovato il cadavere di Esteban Torres: "Fedina penale pulita, immagine impeccabile, mai beccato a commettere il più piccolo reato, eppure in odore di mafia da lasciare la scia al suo passaggio. Un odore che nonostante le indagini dell'FBI tale è rimasto." L'arma del delitto, una pistola russa, una Makarov 9 mm. Un americano ucciso con un'arma russa molto in uso durante la guerra fredda...
Il caso si complica ancora di più quando viene rinvenuto nel giardino di un hotel a Taormina un secondo cadavere, quello di una donna legata allo stesso Esteban Torres.
Vanina, rientrata da Palermo, dove seguiva complesse indagini, affronta il caso avvalendosi dei suoi collaboratori e, in particolare, dell'intuito dell'ex commissario Biagio Patanè, ora in pensione.
Centrale nel romanzo la figura della protagonista, la Guarrasi, donna affascinante, amante del buon cibo, fumatrice, cinefila, una relazione complicata con il magistrato di Palermo Paolo Malfitano, un passato doloroso alle spalle – la morte del padre, ucciso dalla mafia mentre era in servizio. Coprotagonista la città di Catania, con le sue viuzze, il traffico, i suoi squarci, la Muntagna (l'Etna) che domina la città.
Scritto in un italiano sicilianizzato, con termini e modi di dire tipici del luogo, il romanzo si legge piacevolmente e potrebbe essere consigliabile per una lettura estiva.
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