Letture di gruppo

Le letture di gruppo sono un modo molto interessante di condividere la passione per i libri e la lettura: un gruppo di persone si accorda per leggere lo stesso libro in un tempo determinato e al termine del periodo i partecipanti si ritrovano per scambiarsi le impressioni sulla lettura effettuata. In genere il confronto porta a riconsiderare in modo più completo le proprie impressioni iniziali, per cui abbiamo voluto provare a chiedere ad un gruppo di elencare alcuni elementi emersi da questa critica collettiva.

 Gruppo di lettura Biblioteca comunale di Barzio (LC)



Via Katalin – di Magda Szabò

  • Un lancinante prologo (che potrebbe essere anche l'epilogo) su cosa veramente è il processo di invecchiamento orienta da subito la lettura di un’opera complessa e corale che fluisce con sbalzi temporali come in un film dove alcune parti sono montate a ritroso.
  • Componendo i frammenti dei ricordi compaiono: i personaggi, i luoghi, le date e gli episodi; completato il puzzle tutto sarà illuminato.
  • Nella Budapest degli anni ‘3O del Novecento, in tre case adiacenti da dove si intravede il Danubio, conducono la loro pacifica esistenza piccolo-borghese le famiglie Birò, Held ed Elekes.
  • Ecco! è via Katalin, là dove un tempo abitavano la fanciullezza,la serenità, la giovinezza e la salute che il tempo avrebbe poi dissolte.
  • il rimpianto di quell'Eden li condannerà a vivere contemporaneamente nel reale e "altrove (i trasognanti dipinti di Chagall, le rime di Pascoli, il nostro poeta più tenero"C'è qualcosa di nuovo oggi nel sole/anzi di antico; io vivo ALTROVE.........Sono le voci della camerata/mia: le conosco tutte all'improvviso ......" o ."Per un attimo fui nel mio villaggio/nella mia casa /nulla era mutato/stanco, tornavo come da un viaggio/stanco, a casa ai miei morti ero tornato"…).
  • I bambini: Iren, la sorella minore Blanka, Henriette e il figlio del Maggiore Birò giocano assieme.
  • Le tre ragazze crescendo si innamoreranno di Balink al quale, fuor di dubbio, è destinata Iren.
  • Sullo sfondo, con sintetici efficacissimi incisi, emergono le vicende storiche ungheresi (l'invasione nazista con Horty, l'epoca stalinista, la rivoluzione e la fine dell'occupazione sovietica).
  • La deportazione degli Helt e "due spari nella notte al chiaro di luna"consegnano alla Morte Henriette, che tornerà più volte a visitare i Suoi nella vita reale e nella re-immaginata-ricreata via Katalin, assistendo al dissolversi di ogni tempo felice.
  • Mentre in città si odono spari e passano carri armati, Balink riabilitato organizza la fuga della "spia " Blanka in Occidente.
  • Dopo aver invano combattuto la sua battaglia solitaria, Balink chiede, come un prezzo da pagare al Destino, a Iren di divorziare da Pali.
  • Pali, estraneo al loro mondo, avrebbe aiutato ad aprire una breccia per fuggire dal passato, ma la decisione di Balik ed Iren sbarra per tutti l'unica via di fuga.
  • Si ritorna in via Katalin! Paradiso Perduto, prigionieri per sempre dei sogni e dei ricordi in vita e in morte.
  • Romanzo molto complicato, ben congegnato, senza parti superflue o ridondanti. Intoccabile come una bella poesia.



L’eleganza del riccio - di Muriel Barbery

  • Il testo è ricco di rimandi filosofici e riflessioni sociologiche: l'idealismo,la fenomenologia,l'estetica come iniziazione alla via dell'adeguatezza ecc. 
  • Come con i Romanzi storici, esiste la categoria dei Romanzi filosofici?
  • Prosa divertente, ironica, cinica, sagace, saccente? a volte autoreferenziale, là dove l'autrice usa i suoi personaggi per imporci dalla cattedra le sue lezioni.
  • Personaggio dominante del racconto è Renèe, che recita alla perfezione la parte della portinaia "tipo ": sciatta-TVdipendente-dedita al gatto, ma che cela la sua profonda ed eclettica formazione culturale autodidatta.
  • Paloma, tredicenne, inquilina del palazzo, super-intelligente, si sforza di sminuirsi per meglio sopportare l'ignoranza  e la grettezza del suo mondo, dove regnano esteriorità e ipocrisia.
  • Smessi i panni della supponente professoressa, la scrittrice ci regala molte pagine poetiche e gustosissime (la storia delle due sorelle, l'incrocio dei cani coi loro padroni, l'uso del bagno nell'appartamento del nuovo arrivato, Pamela con sua madre dall'analista o nello store per i saldi ecc.).
  • L'arrivo nel palazzo del giapponese Ozu , come un deus ex machina , imprime al romanzo un ritmo più vivace; smaschera sia Renèe che Paloma e risuscita sentimenti da tempo surgelati, riaccendendo speranze e aspirazioni.
  • Il finale tragico e improvviso ci sorprende in concretezza ... nella finzione letteraria irrompe la realtà!.


Marianna Ucria - di Dacia Maraini

  • Dopo poche pagine ci troviamo immersi nella Sicilia del "Gattopardo" o dei "Viceré". La protagonista, Marianna, della antica casata nobile degli Ucria, è sordomuta e il suo sguardo, come un cinepresa, si posa con lente carrellate sugli ambienti e su ogni dettaglio del paesaggio, come in un film di Luchino Visconti.
  • Oltre alla personale conoscenza del luoghi, l'autrice avrà dovuto documentarsi.
  • Assistiamo ad un film muto, senza colonna sonora, sostituita dagli odori e dai profumi che la "mutola " afferra meglio di altri. La luna piena illumina le stanze del palazzo; troveremo ancora belle descrizioni notturne: "La luna pende bassa sulla linea dell'orizzonte e gocciola latte sulle acque nere del mare".
  • Marianna spia i movimenti di una serva e qui si svela la sua capacità di sentire i pensieri altrui, che entreranno ripetutamente come monologhi o muti dialoghi con Marianna, consegnando al lettore i ritratti dei personaggi del romanzo.
  • Ecco la Sicilia del ‘700, con la nobiltà condannata a sfarzi vuoti e meschinità, il popolo rassegnato alle "ingiustizie giustificate" e le donne sottoposte ai poteri maschili. La condizione femminile ridotta a fatale crudeltà cui è impossibile sfuggire se non rifugiandosi nell'autodistruzione: "Ha sempre sospettato che la signora Mare, in un lontano passato in cui era giovanissima e immaginosa, ha scelto di farsi morta per non dover morire".
  • Marianna, complice la menomazione, scrive e legge formandosi una mentalità più aperta: "Uscire da un libro è come uscire dal meglio di sé. Passare dagli archi soffici e ariosi della mente alle goffaggini di un corpo accattone sempre in cerca di qualcosa è comunque una resa. Lasciare persone note e care per ritrovare una sé stessa che non ama, chiusa in una contabilità ridicola di giornate che si sommano a giornate indistinguibili".
  • Gli ultimi capitoli del romanzo, dove Marianna e la serva Fila sono in un viaggio-evasione a Napoli e dintorni, risultano i meno convincenti e credibili, staccandosi violentemente dalle precedenti atmosfere, e sembra quasi che l'Autrice soverchi i personaggi da lei creati.




Nessun commento: