giovedì 25 giugno 2020

Il vino della solitudine

di Irène Némirovsky, Adelphi 

Un libro bellissimo, opera di una narratrice di origine ebrea morta ad Auschwitz nel 1942, apprezzata dai lettori italiani da non molti anni. I suoi romanzi infatti sono stati tradotti dal francese e pubblicati in Italia da Adelphi solo a partire dal 2005. Chi ha già avuto modo di conoscerla, troverà in questo libro conferma delle sue notevoli doti narrative, chi non l'avesse ancora incontrata, farà una scoperta molto felice. 
Un romanzo di formazione. Protagonista una bambina, Hélène, solitaria e infelice. La madre, Bella, una donna attraente e vuota, in grado di conquistare gli uomini e di infiammarne le passioni, non ha alcuna attenzione per la piccola, anzi nutre un fastidio per la mancanza di libertà che le procura, che sfocia spesso in rabbia e insofferenza. Si è sposata, attratta dal denaro, con Boris Karol, un uomo che non ha mai amato e che non esita a tradire portando il suo giovane amante, Max, suo nipote, a vivere nella sua stessa casa. Hélène odia la madre, si rende conto che i propri sentimenti di astio sono ricambiati e non sopporta la situazione ipocrita in cui gli adulti la costringono a vivere. D'altronde il padre, giocatore d'azzardo, è impegnato ad accumulare denaro e a fiutare le occasioni che possano permettergli di arricchirsi. Solo la governante, Mademoiselle Rose, è interessata a lei e le trasmette l'amore per la Francia e per Parigi, dove poi la famiglia si trasferirà a vivere. Dalla Russia, dilaniata dal primo conflitto mondiale e poi dalla rivoluzione bolscevica e dalla guerra civile, la famiglia, di cui fa sempre parte Max, si sposta in Finlandia e poi in Francia. Hélène cresce nutrendo rancore nei confronti della madre e desiderio di vendetta, sentimenti che – scopre con disgusto – la rendono simile a lei. Si convince che un'infanzia rovinata non si possa perdonare, né permette di crescere come gli altri: "non  è possibile maturare....siamo marci da una parte e acerbi dall'altra, come un frutto esposto troppo presto al freddo e al vento." Un romanzo potente, reso tale da una scrittura tagliente ed efficace, da un'introspezione dell'animo della protagonista acuta e amara, da una notevole capacità descrittiva. 

Giudizio sintetico: Metainfantile

domenica 21 giugno 2020

Dieci e lode

di Sveva Casati Modignani, Sperling & Kupfer 


Un'autrice di grande successo editoriale, i cui libri sono tradotti in numerosi Paesi, può destare la curiosità di un recensore. Gli ingredienti dell'ampio gradimento sono evidenti: scrittura scorrevole e chiara, facilità di lettura, una buona dose di sentimenti lineari e un'analisi sociale nel complesso rassicurante. Per chi vuole rilassarsi e cerca un libro di evasione, che distolga dalla realtà, può essere una scelta paragonabile alla visione di alcune romantiche fiction televisive. 

Una storia d'amore, quella di Lorenzo e Fiamma. Lui, ricco (non avrebbe neppure bisogno di lavorare) e bello, dopo aver rinunciato alla cattedra in un liceo milanese, è professore di geografia economica in una scuola professionale con studenti di bassa estrazione sociale, poco motivati allo studio; in questo modo, impegnandosi nell'educazione di alunni "problematici", ritiene il proprio lavoro più significativo; lei, di estrazione sociale più modesta, affascinante e sensibile, è direttrice di una piccola casa editrice, il Meleto, e accetta solo manoscritti che abbiano un senso e valgano al di là del business. 
La pubblicazione di un libro di Lorenzo sulla scuola è occasione dell'incontro. Entrambi hanno un passato sentimentale difficile e trovano serenità e gioia nel loro rapporto. 
Una trama rassicurante in cui i personaggi più negativi sfumano, così come l'alta borghesia milanese, che i protagonisti frequentano, balza in primo piano. I problemi sociali ed economici dell'Italia di questi ultimi anni sono accennati e presto dimenticati. 

Giudizio sintetico: Melò

martedì 16 giugno 2020

Elefante a sorpresa

di Joe R. Lansdale, Einaudi

Ennesima avventura di Hap e Leonard, sempre più avanti con gli anni, sempre più consapevoli del proprio destino fatto di guai, dialoghi surreali, incontri con individui che incarnano le peggiori tendenze criminali dell'America profonda. Questa volta, il pulp delle ultime pubblicazioni si affievolisce a favore di una maggiore riflessività dell'io narrante Hap, anche se non mancano le figure retoriche esagerate che hanno fatto della serie un filone a sé stante della narrativa new-western.

Dall'inizio alla fine, in questa nuova avventura dei due detective più scalcagnati dell'East Texas, piove. Ma non piove e basta: diluvia. E ci si mettono anche il vento forte, un tifone proveniente dal Golfo del Messico, e una giovane albina dalla lingua quasi mozzata che capita per caso sulla strada di Hap e Leonard. All'inseguimento della ragazza, due killer spietati e particolarmente in gamba, che daranno filo da torcere ai due protagonisti, i quali ovviamente faranno di tutto, mettendo a repentaglio le proprie vite, per salvare la ragazza dai suoi persecutori.
Meno trash del solito, ma anche più "stanco" (anche se non mancano i momenti divertenti), il nuovo episodio insiste sulla consapevolezza di Hap di avere un destino da assassino, anche se per necessità, destino al quale non può sfuggire, nonostante il proprio desiderio di evitare di imbracciare quelle armi che detesta ma che finisce sempre per usare, anche se per aiutare gli altri. Un destino che condivide con il "fratello di sangue" Leonard, che questi problemi però non se li fa. L'elefante del titolo è il gigantesco effetto sorpresa, unica e ricorrente arma – o piano, se così si può chiamare – al quale i due ricorrono quando si trovano con le spalle al muro. Cioè sempre.

Giudizio sintetico: A mollo

mercoledì 10 giugno 2020

La legge del sognatore

di Daniel Pennac, Feltrinelli

Che cosa è sogno e che cosa è realtà? Ormai avanti negli anni, l'autore sembra interrogarsi sul significato del sogno, alternando in questo non-romanzo autobiografico esperienze oniriche ad avvenimenti della sua infanzia. Il risultato è un atto d'amore per uno dei più grandi sognatori del mondo dell'arte, al quale lo stesso autore dedica molta attenzione, tanto da metterlo in copertina: Federico Fellini.

Tutto parte da un ricordo lontano, una sera dei primi anni '50 in cui Pennac bambino, in compagnia dell'amico di sempre, sta aspettando il sonno prima di una gita importante, organizzata da suo padre, in cui andranno per la prima volta a fare immersioni in un lago artificiale. Quella notte, il giovanissimo Daniel sogna una luce liquida che sgorga da lampade e lampioni e allaga tutto l'ambiente, travolgendo ogni cosa. Più di mezzo secolo dopo i due amici si ritrovano nella stessa stanza, decidendo di ripercorrere la stessa esperienza come al tempo della loro infanzia. Ma che cosa è cambiato, e quale consapevolezza adulta separa sogno e realtà? Come si intrecciano il vissuto del reale e quello apparentemente autentico della vita onirica? L'alternarsi delle due esperienze nell'anima e nella storia dello scrittore ormai anziano si intrecciano con i ricordi di un mito, quello per il regista italiano Fellini, del quale Pennac ha coltivato il culto a partire da un disegno originale appeso sopra al letto, regalo del regista alla madre dello scrittore nel periodo in cui la donna lavorava come costumista a Cinecittà.
Confondendo continuamente i piani del reale e dell'immaginario, Pennac
traccia uno speciale Amarcord del suo rapporto con l'esperienza onirica, eliminando con naturale delicatezza il confine tra sogno e realtà. Il risultato solletica e sorprende continuamente, con uno stile felliniano forse meno adatto a un romanzo piuttosto che al cinema, ma sicuramente singolare.

Giudizio sintetico: Onirico

Il sentiero degli dei

di Wu Ming 2, Ediciclo Ed.

Il cammino appenninico che va da Bologna a Firenze, analizzato da un punto di vista in bilico tra analisi introspettiva, tutela dell'ambiente, critica delle "Grandi Opere" nella loro declinazione italica, storia e ... guida per trekking.

Un appennino violato da autostrade, gallerie ferroviarie e – soprattutto – dalla necessità di collegare nel modo più veloce possibile Bologna e Firenze. Nel tentativo di riscoprire l'autenticità di luoghi storici e naturali teatro di molti avvenimenti storici, un immaginario alter-ego dell'Autore inizia un percorso di tre giorni lungo il sentiero che dà il titolo al libro, accompagnato da un amico esperto e intransigente che lo assiste come un novello Virgilio, curando la parte organizzativa e lasciando al protagonista il carico emozionale della (ri)scoperta di luoghi storici ormai quasi dimenticati, ma soprattutto violentati dall'impatto ambientale delle gallerie ferroviarie e dei viadotti autostradali, impatto del quale nel testo si trova anche una critica dettagliata. Al termine del racconto, come incentivo alla diffusione di un itinerario turistico-ambientale tra i meno battuti e conosciuti, una guida precisa delle tappe e dei percorsi, molto utile – anche se non sufficiente – per chi volesse ripetere il percorso da Piazza Maggiore a Piazza della Signoria senza correre il rischio di perdersi (o perdersi qualcosa).

Giudizio sintetico: Pluritematico

mercoledì 3 giugno 2020

Milano di carta. Guida letteraria della città

di Michele Turazzi, il Palindromo

Guida letteraria. Scorci di una Milano dall'inizio del '900 alla seconda metà del secolo, attraverso gli autori che hanno vissuto e scritto di Milano e, soprattutto, attraverso alcuni personaggi delle loro opere. Per chi è di Milano – o ci vive come se le appartenesse –, un libro coinvolgente che aggiunge fascino alla propria città. Per il turista, utili indicazioni di percorsi tra i quartieri e le vie milanesi, resi ancora più chiari e ripetibili dalla Mappa letteraria posta in quarta di copertina.

L'autore di questa guida non è nato a Milano. Vi si è trasferito e, un po' alla volta, ha iniziato a conoscerla. Ci sono voluti anni per apprezzarla e cogliere "la sua bellezza pudica che si nasconde dietro i portoni massicci e che richiede tempo per essere scovata, decodificata e, infine, ammirata."
Ognuno dei 10 capitoli della guida è dedicato ad altrettanti autori: Ernest Hemingway, Luciano Bianciardi, Dino Buzzati, Giorgio Scerbanenco, Lalla Romano, Elio Vittorini, Giovanni Testori, Carlo Emilio Gadda, Alda Merini, Emilio Tadini. Si passa così dalle vie e dai caffè di piazza del Duomo di Hemingway alla Brera di Bianciardi, dal Naviglio della Merini alla via Paolo Sarpi della Romano. Itinerari e autori scelti dell'autore che, grazie a una ricerca documentata, offre notizie e aneddoti sconosciuti anche a noi milanesi.
Una città che ha vissuto molti cambiamenti anche negli ultimi anni, in occasione dell'Expo: apprezzabili i collegamenti  tra la Milano di ieri e quella di oggi, con un rispetto e un'assenza di critiche nei confronti della città che l'autore pare sentire sua.

Giudizio Sintetico: El nos Milan

Tutto questo ti darò

di Dolores Redondo, DeA Planeta

Thriller anomalo, tra romanzo di costume, noir e psicologia. Protagonista uno scrittore gay rimasto vedovo che si trova proiettato in un mondo con il quale non vuole avere niente a che fare, una famiglia nobile della Galizia chiusa e classista che nasconde più di un segreto. E che mette in crisi il ricordo del suo rapporto con il marito.

Manuel è uno scrittore di successo, sposato con un pubblicitario, Àlvaro, con il quale condivide un rapporto solido e stabile. Quando una squadra di poliziotti lo avvisa che Àlvaro è morto in un incidente stradale su una strada della Galizia, Manuel rimane alquanto perplesso, perché per quanto ne sapeva lui, il marito avrebbe dovuto essere a Barcellona. Il riconoscimento lo costringe a spostarsi nella regione atlantica, dove in pochi giorni Manuel dovrà affrontare individui strani e misteriosi, la famiglia del marito – che sembra uscita da un giallo di Agata Christie –, il pregiudizio dilagante per la sua omosessualità e diverse sorprese alle quali cercherà di sfuggire ma che sembrano tutte trattenerlo nella zona nonostante faccia di tutto per andarsene.
Libro tranquillo, nel quale il mistero viene declinato senza colpi di scena, ma con una crescita progressiva interessante che alterna la crisi emozionale del protagonista alle rivelazioni sulla vita segreta della vittima. Pur mantenendosi nei binari del giallo tradizionale, in questo caso l'ambientazione e la singolarità del rapporto tra il protagonista e i suoi "aiuti" proiettano il racconto in una dimensione singolare, probabilmente la chiave che ha permesso all'opera di vincere il Premio Bancarella nel 2018.

Giudizio sintetico: Cluedico