martedì 27 luglio 2021

Un cuore sleale

di Giancarlo De Cataldo, Einaudi 


Il Pm Manrico Spinori , soprannominato il "contino" per la sua origine nobile, di una nobiltà decaduta dal patrimonio ormai dissolto, con una madre ludopatica, guida la squadra investigativa della Procura romana, tutta composta da donne, in un caso complesso e scottante: la morte del ricco palazzinaro Ademaro Proietti, un personaggio noto della capitale, dal passato poco limpido e dal carattere autoritario e aggressivo. Forse si tratta di un semplice incidente e il Proietti è accidentalmente caduto dal suo yacht. Ma Spinori nutre dei dubbi e indaga tra molte difficoltà. 

Mancano pochi giorni a Natale. Dal mare di Ostia emerge il cadavere di Adriano Proietti. Ha trascorso la notte sul suo yacht con i tre figli maschi e il genero, hnno giocato a carte fino a notte inoltrata, hanno bevuto parecchio alcol. Un incidente sembra una spiegazione plausibile. 
Il Pm Spinori non è però convinto. Nella famiglia della vittima covano segreti e i rapporti tra i componenti sono molto meno armoniosi di quanto questi dichiarino. E poi qualche piccolo dettaglio potrebbe far pensare a un omicidio. 
Il team investigativo affianca validamente Spinori, si delineano i caratteri dei personaggi femminili, in particolare quello dell'ispettrice Deborah Cianchetti, da poco entrata a far parte del gruppo: dura, tatuata, con modi spicci e diretti che contrastano con le maniere raffinate ed eleganti del suo capo, Manrico, personaggio malinconico e solitario separato e con rapporti un po' complessi con le donne, che spesso ne restano affascinate: ama la musica, soprattutto quella lirica, in cui ritrova sentimenti, caratteri, situazioni che lo aiutano a comprendere meglio i casi che la professione gli fa incontrare. 
Scorrevole e curata la prosa, vario il lessico, registri linguistici che variano in rapporto all'estrazione culturale e sociale dei personaggi. Un noir ben costruito con personaggi riusciti. 

Giudizio sintetico: Parenti serpenti

LaRose

di Louise Erdrich, Feltrinelli


Una vicenda tragica al centro di questo romanzo, un terribile incidente di caccia. Landreaux, dopo aver spiato per settimane un cervo, studiandone i movimenti e valutando il momento opportuno per sparare, colpisce non l'animale ma un bambino, Dusty, suo nipote, il figlio della sorellastra di sua moglie. Un incidente che rompe gli equilibri delle 2 famiglie e di tutte le persone che le compongono.
Un romanzo psicologico complesso, in cui le azioni maturano lentamente , seguendo i punti di vista dei personaggi principali.
 

Il romanzo è ambientato tra la fine del '900 e l'inizio del 2000, tra gli Indiani Ojibwe del Nord Dakota, quando i timori del millenium bug, atteso come una possibile tragedia, vengono sostituiti dal trauma dell'undici settembre. Si può considerare l'ultimo episodio di una trilogia – Il giorno dei colombi e La casa tonda, – come questo ambientati in una riserva indiana immaginaria e nel contempo realistica. L'autrice, per un quarto di origine Cheppewa, molto stimata e premiata negli USA, costruisce questo romanzo considerando la storia e le tradizioni dei nativi americani. Così quando Landreaux colpisce a morte il piccolo Dusty, ritiene di dover "risarcire" i genitori del bambino, Peter e Nola, dando loro il proprio figlio piccolo LaRose, come vuole la tradizione indiana, d'accordo con sua moglie Emmaline, straziata dal distacco. La Rose si trova così ad avere 2 famiglie e una nuova sorella, Maggie, sorella di Dusty, che non sa più come suscitare l'attenzione dei propri genitori ma costruisce un legame forte con LaRose. I sentimenti dei personaggi si intrecciano: il senso di colpa di Landreaux, solo in parte attenuato dall'aver ceduto il proprio bambino, la disperazione di Nola, madre di Dusty e il suo attaccamento al "nuovo" figlio, mostrano come una tragedia inneschi situazioni e eventi a volte anche positivi. La narratrice racconta in modo delicato, senza sentimentalismi, con stile fluido ma lento, con pochi dialoghi e utilizzando diverse analessi che raccontano avvenimenti precedenti alla storia principale. 

Giudizio sintetico: Effetto domino

Non si uccide per amore

di Rosa Teruzzi, Sonzogno


Terzo episodio de
I delitti del casello, dopo La sposa scomparsa e La fioraia del Giambellino. Protagoniste, come nei romanzi precedenti, Libera, ex libraia, ora fioraia autrice di bouquet straordinari per la combinazione di fiori rispondenti ai caratteri delle spose e sua madre Iole, settantenne pimpante e stravagante, ex hippy, favorevole al libero amore, che indagano su un caso di vent'anni fa, l'omicidio di Saverio, marito di Libera. L'episodio ha segnato dolorosamente l'esistenza della donna e della figlia, Vittoria, ed è giunto il momento di affrontare un nodo cruciale della vita e scoprire il colpevole del delitto.

Già nei romanzi precedenti si accenna alla tragica morte di Saverio, marito di Libera, vittima di un delitto di tanti anni prima. Nel romanzo di inizio della serie, viene trovato in una vecchia camicia di Saverio un bigliettino, scritto presumibilmente da una mano femminile, che fissava un appuntamento per "Martedì 25, alle sette, al parcheggio", appuntamento da cui Saverio non era uscito vivo, ucciso a bruciapelo da una pallottola. Ne La fioraia del Giambellino era emerso il sospetto terribile di un traditore in questura che aveva confuso le indagini. In questo terzo episodio, Libera affronta l'indagine con decisione e coraggio, non esitando a viaggiare per l'Italia per ricostruire la dolorosa vicenda. La aiutano la madre Iole, donna eccentrica ma presente e consapevole dei sentimenti della figlia, e Irene, detta la Smilza, giovane giornalista del quotidiano La città, dotata di intuito e sensibilità .
Un'indagine personale, che permette di approfondire e conoscere meglio Libera, i suoi sentimenti, l'amore e il rimpianto per il marito morto e il nuovo amore che inizia a germogliare nel suo animo. Vediamo il rapporto di complicità profonda con sua madre Iole, pur così diversa da lei, e di incomprensione con la figlia Vittoria, indurita dal dolore per la perdita subita nella primissima infanzia, di cui sembra quasi "incolpare" la madre Libera.
Romanzo scritto con garbo e simpatia, con un tocco di malinconia (come i precedenti), si legge con facilità; il titolo è già di per sé un messaggio, ribadito nelle pagine del libro: "L'amore non ha colpe. L'amore non ha niente a che fare con la violenza".

Giudizio sintetico: Calabromilanese

giovedì 17 giugno 2021

Borgo Sud

di Donatella Di Pietrantonio, Einaudi


Scrittura forte, con frasi che sono sentenze ipotattiche di forte effetto, per questo sequel de l'Arminuta che rappresenta tuttavia un libro a sé stante e che può essere letto con piacere anche da chi non ne conosce già le protagoniste. Caratteri femminili fortemente connotati e particolarmente interessanti risaltano in una vicenda che si nutre di emozioni non scontate e nella quale è facile ritrovare i conflitti familiari di molte realtà italiane.

L'Arminuta è cresciuta, ha trovato un cambio di vita, successo professionale, marito, forse non nell'ordine giusto. Nella sua dimensione è sempre stata presente la tempestosa sorella Adriana, compagna di sventura di un abbandono bambino che ha lasciato segni indelebili sulla loro vita affettiva. Un'assenza di tenerezza compensata con l'amore totalizzante per i rispettivi fidanzati, Piero e Rafael, che sono il rifugio e la condanna delle due bambine diventate adulte. È una storia interessante quella di queste due donne, legatissime e sempre in contrasto tra loro, affamate di amore ma capaci di dominare le passioni, così diverse e tuttavia così unite nella consapevolezza della sfortuna affettiva che è toccata loro. La madre mantiene comunque una presenza imbarazzante nelle loro esistenze, che ignori o maledica, che predìca separazioni o che semplicemente rimanga freddamente arroccata nella sua alterigia contadina.
Con una lingua potente ed efficace, esaltata da un registro regionale sempre presente, l'Autrice ci porta in un Abruzzo eterogeneo, fatto della parte moderna di Pescara, dove la protagonista ha vissuto agiatamente con il marito dentista, ma anche del quartiere Borgo Sud, che al puzzo del pesce accompagna i suoni e l'odore di una vita più difficile ma più passionale e dove Adriana ha trovato il suo pescatore, amore giovane e totalizzante. Tutto a soli 50 km dal paese dell'entroterra in cui sono cresciute "figlie di nessuna madre", in una dimensione arcaica e contadina che ha reso le due protagoniste dure e fragili ma capaci di coinvolgere emotivamente anche il lettore più distaccato.

Giudizio sintetico: Sorellanza

Terra Alta

di Javier Cercas, Guanda


Thriller spagnolo di buona qualità, altalena i temi classici del giallo chandleriano a riflessioni introspettive, imperniandosi su un eroe suo malgrado che indaga su un efferato omicidio mentre salti temporali non spiazzanti ci raccontano la sua storia infelice, da ragazzo perduto a poliziotto ostinato. Godibile, può tuttavia rivelarsi a tratti poco credibile e indugia poco sui luoghi teatro della vicenda, che rimangono solo uno sfondo sfocato e avrebbero forse meritato più attenzione.

La Terra Alta è una regione decentrata della Catalogna nella quale è stato trasferito, per tutelarlo da eventuali rappresaglie, il poliziotto Melchor Marin, involontario eroe che da solo ha neutralizzato, uccidendoli, quattro terroristi islamici che stavano per compiere una strage. In quel distretto non succede mai niente, ma a Melchor va benissimo perché la sua storia di vita lo ha portato a desiderare il massimo della pace e della tranquillità possibili. La scoperta dei cadaveri orrendamente torturati e mutilati di due anziani benestanti è l'avvenimento che rompe la monotonia professionale di Melchor e mette in movimento un ciclo investigativo coordinato da un team di investigatori specializzati, provenienti da fuori, che lo coinvolgono con il suo vice solo in quanto esperti della zona.
L'indagine viene alternata alla storia di Melchor, un detective che sembra interrogarsi sul contrasto tra giustizia e forma giuridica, su delitto e punizione, sulla necessità di un aiuto valido per la riabilitazione. Un antieroe classico dal passato anomalo, quasi improbabile, per un thriller che presenta tutti i caratteri del noir classico ma che riavvolge il nastro del tempo per motivare, senza giustificarli, azioni e pensieri del suo protagonista mentre dà un carattere scontato, quasi macchiettistico, agli altri comprimari.

Giudizio sintetico: Cocciuto

martedì 8 giugno 2021

La salita dei saponari

di Cristina Cassar Scalia, Einaudi

Un romanzo giallo ambientato in Sicilia. La storia tuttavia sembra avere collegamenti addirittura internazionali, dato che la vittima è Esteban Torres, cubano-americano con cittadinanza italiana e residenza in Svizzera. Il complicato caso è affidato a Vanina Guarrasi, vicequestore della mobile di Catania, personaggio già protagonista di due precedenti romanzi della Scalia,
Sabbia nera e La logica della lampara. Questo terzo episodio rimanda a vicende e personaggi che alcuni lettori hanno già conosciuto, ma può essere letto e apprezzato anche come episodio a sé, che fa presagire una nuova puntata. 

Aeroporto di Catania, in un'auto viene ritrovato il cadavere di Esteban Torres: "Fedina penale pulita, immagine impeccabile, mai beccato a commettere il più piccolo reato, eppure in odore di mafia da lasciare la scia al suo passaggio. Un odore che nonostante le indagini dell'FBI tale è rimasto." L'arma del delitto, una pistola russa, una Makarov 9 mm. Un americano ucciso con un'arma russa molto in uso durante la guerra fredda... 
Il caso si complica ancora di più quando viene rinvenuto nel giardino di un hotel a Taormina un secondo cadavere, quello di una donna legata allo stesso Esteban Torres. Vanina, rientrata da Palermo, dove seguiva complesse indagini, affronta il caso avvalendosi dei suoi collaboratori e, in particolare, dell'intuito dell'ex commissario Biagio Patanè, ora in pensione. 
Centrale nel romanzo la figura della protagonista, la Guarrasi, donna affascinante, amante del buon cibo, fumatrice, cinefila, una relazione complicata con il magistrato di Palermo Paolo Malfitano, un passato doloroso alle spalle – la morte del padre, ucciso dalla mafia mentre era in servizio. Coprotagonista la città di Catania, con le sue viuzze, il traffico, i suoi squarci, la Muntagna (l'Etna) che domina la città. 
Scritto in un italiano sicilianizzato, con termini e modi di dire tipici del luogo, il romanzo si legge piacevolmente e potrebbe essere consigliabile per una lettura estiva. 

Giudizio sintetico: Trinacria gialla

I delitti della salina

di Francesco Abate, Einaudi


Giallo storico, ambientato nella Cagliari dei primi del '900, imperniato su un'indagine condotta da una donna giornalista, già solo per questo un personaggio inconsueto, ma ancor di più per l'origine "mezzosangue" cinese. Il mondo in cui si muove l'anomala protagonista viene ricostruito con notevole precisione storica, ma con lo stile caratteristico del thriller moderno, contrasto che potrebbe risultare spiazzante per alcuni lettori.

Clara Simon è una giornalista donna, relegata a mera correttrice di bozze per L'Unione, il giornale del capoluogo, a causa di alcuni articoli che non sono piaciuti ai notabili della città. Non manca però di scrivere i propri articoli, "correggendo" quelli di un collega amico di infanzia, con il quale vive un rapporto di amicizia molto stretto. Bella ed esotica, attira anche le attenzioni di un tenente dei Carabinieri appena arrivato nell'isola, proveniente da Napoli e fermamente convinto del proprio ruolo istituzionale. Con l'aiuto dei suoi due cavalieri, Clara cercherà di risolvere il mistero della scomparsa di alcuni miserabili piciocus de crobi, ragazzini considerati pedine da lavoro sacrificabili che vivono ai margini del mercato vivendo di espedienti.
Il romanzo altalena descrizioni storiche, contrasti sociali e fiction in uno strano connubio nel quale fanno capolino, senza mai risultare determinanti, anche piccole note sentimentali e brevi richiami alle discriminazioni razziali. L'estrema eterogeneità del racconto si rispecchia nella descrizione di una città, Cagliari, divisa in quartieri che cercano di conquistarsi le risorse di una promessa di sviluppo che appare imminente mentre sullo sfondo si affacciano le prime rivendicazioni di un proletariato logorato dalle condizioni di lavoro.

Giudizio sintetico: Rivendicativo

sabato 29 maggio 2021

Nudi e crudi

di Alan Bennett, Adelphi 


Un romanzo breve, o racconto lungo, questo di Bennett. Una storia che, partendo da uno spunto iniziale quale un furto straordinario ai danni di una coppia di mezza età della media borghesia londinese, mette in luce, con uno sguardo ironico, i caratteri dei personaggi, la loro vita monotona e grigia, innescando nel lettore riflessioni sulle consuetudini, i non detti, gli equilibri instabili che un evento eccezionale può spezzare.
 

I coniugi Ransome. Lui un serio e grigio avvocato, lei un'apatica tranquilla casalinga abituata ad adeguarsi alle esigenze e ai gusti del marito, si allontanano da casa per assistere a teatro al Così fan tutte di Mozart. Mr. Ransome è un appassionato delle opere di questo musicista; la sera, a casa, dopo una giornata di lavoro, ne ascolta la musica estraniandosi da tutto ed evitando così di parlare con la moglie. 
Al rientro dal teatro, la coppia trova la casa completamente svaligiata: non c'è più niente, né mobili, né oggetti vari, neppure il forno con lo sformato quasi pronto, neppure la moquette. Un trasloco avvenuto in poco tempo, senza che i vicini o il guardiano si siano accorti dell'accaduto. La polizia non sembra colpita dallo strano caso, considerandolo alla stregua di un furto qualunque. 
Mr. Ransome si preoccupa soprattutto della perdita del suo stereo (che riacquista subito per tornare a riascoltare Mozart), lei cerca di comperare poco alla volta quello che manca. Così gira per le vie del suo quartiere, riscoprendolo, cercando oggetti a poco prezzo per rendere la casa più vivace e piacevole. Scopre che la televisione si può accendere anche durante il pomeriggio e guardare vite diverse, aspetti differenti della realtà, acquisire un nuovo lessico. Due modi diversi di reagire ad un evento traumatico, che li mette l'uno di fronte all'altra, senza maschere e non detti. 
Dopo un inizio brillante, il racconto, che pur si legge volentieri, non decolla  né si crea empatia con i personaggi. L'ironia sottile è un gioco intellettuale che rende la narrazione un po' fredda e poco coinvolgente. 

Giudizio sintetico: Senza coperture

Versilia Rock City

di Fabio Genovesi, Mondadori


Romanzo d'esordio del noto autore toscano, è una galleria di personaggi dropout singolari e ben disegnati nelle proprie manie, nei numerosissimi errori, nelle difficoltà sociali che li rendono macchiette tenere e tragiche di un racconto corale che alterna salti temporali e intrecci saltuari. Divertenti, spaesati, chiusi in mondi e spazi psicologici angusti e tipizzati, cercano ognuno uno spazio di vita proprio in una Forte dei Marmi vuota e invernale, descritta senza pietà.

Ci sono Mario e Renato, ex bambini, ex protagonisti delle serate degli anni '90, uno ex-DJ, l'altro ex-regista impegnato, forse troppo impegnato. Poi c'è Nello, detto "il Botta": ex-tossicodipendente, anche adesso violento, approfittatore, privo di qualsiasi morale, ma del quale si infatuano tutte le donne e che quindi scatena l'odio di padri, mariti, sorelle, amici. Ma non di Teresa, inflessibile avvocato che frequenta l'intellighenzia del luogo, donna decisa e capace ma che sente la mancanza di emozioni degne di essere chiamate tali. L'autosegregazione di Mario, lo strano lavoro di Renato, le follie di Nello e l'amore disperato di Teresa si muovono sullo sfondo di paesaggi senza personalità, l'hinterland milanese, ma soprattutto la vuota Forte dei Marmi invernale, meta turistica di una Milano sbruffona e snob che la vede, con l'accondiscendenza interessata degli stessi abitanti della città versiliana, solo come una "casa al mare", da sfruttare uno o – al massimo – due mesi all'anno, ignorando l'esistenza della città e dei suoi residenti per i restanti 10/11 mesi.
Piacevole e imperniato sul confronto tra passato e presente, il romanzo vive della disperazione dei protagonisti, che sono troppo avviluppati in sé stessi per creare empatia, ma che come macchiette riescono comunque a suscitare una divertita commiserazione. Prova generale delle tematiche dei romanzi successivi dello stesso autore, non ne raggiunge tuttavia ancora lo spessore narrativo.

Giudizio sintetico: Ex-che?

domenica 23 maggio 2021

Il mistero della finocchiona a pedali

di Dario Cecchini e Alessandro Mauro Rossi, Feltrinelli

Un giallo senza paura, senza emozioni, senza la necessità di inferire niente da parte del lettore. I fatti vengono spiegati nei minimi particolari, gli attori sono tutti - quasi - buoni, il mondo del piccolo paese toscano in cui si svolgono i fatti è quello di una moderna ambientazione alla Guareschi, ma senza lo scontro tra due opposte fazioni. La storia è anche interessante, ma raccontata in modo molto tranquillizzante. 

Panzano in Chianti, terra di cinghiali, di mangiate, di piccoli avvenimenti di paese. Al centro del borgo, ombelico gastronomico della regione e centro di aggregazione sociale, la macelleria (esiste davvero!) di uno degli autori, noto gastronomo dai successi internazionali. 
Il mistero inizia con la morte di un ciclista, apparentemente vittima di un pirata della strada o di un incidente. Ma il maresciallo sardo trapiantato in Toscana che si occupa dell'indagine non ne è convinto. Dopo qualche tempo, altre morti di ciclisti, questi chiaramente vittime di una misteriosa arma che non lascia tracce, portano all'attenzione dei media nazionali la stranezza di un luogo in cui il numero degli abitanti è troppo esiguo per giustificare tanti delitti. Sul mistero iniziano ad indagare, oltre al commissario, anche i due autori del libro, che si muovono in un mondo di cacciatori, bracconieri, strani turisti e misteri raccontato troppo nel dettaglio e che non lascia al lettore nessuno spazio di deduzione autonoma.
A metà tra un libro per ragazzi e un giallo, il romanzo ha comunque il pregio di raccontare alcune caratteristiche geografiche e gastronomiche del Chianti, stimolanti per chi volesse, incuriosito, trascorrervi un periodo di vacanza leggendo un thriller leggero di cui sono protagonisti due personaggi reali, che potrebbe anche incontrare di persona.

Giudizio sintetico: Pro Loco

La moglie perfetta

di Roberto Costantini, Marsilio Ed.


Ultimo caso del commissario Balistreri, eroe noir riflessivo dal passato oscuro e dalle parentele ingombranti. La serie a lui dedicata si conclude con un'indagine suddivisa in due periodi separati da un decennio e il taglio narrativo, rispetto ai titoli precedenti dedicati a questo protagonista noir, è decisamente più introspettivo e autoriflessivo.

2001, Roma. Dopo la giovinezza a Tripoli e la vita da commissario a Roma, Balistreri è stanco e amareggiato, ma non rinuncia né a fumare in ufficio, né ad infischiarsene della gerarchia. Insieme alla pm Bianca Benigni, indaga sulla morte di una ragazza stuprata e assassinata su una spiaggia vicino ad una discoteca. Attorno all'indagine, si dipanano le vite di due coppie: il prof. Bonocore, borioso professore sposato a Nicole, una americana bella ed elegante, e la stessa pm Bianca Benigni, moglie dello psicologo Nanni, specializzato in terapia di coppia ma smarrito davanti alla sua stessa vita matrimoniale. Caratteri molto diversi, collegati da una brillante e spregiudicata ragazza, Scarlett, provocante e disinibita, sorella della moglie del professore. L'indagine conduce ad un colpevole, ma 10 anni dopo Balistreri si troverà a dover rivedere i fatti alla luce di altre prospettive e con un ulteriore decennio di rassegnata ostinazione.
Romanzo riflessivo, molto orientato a descrivere le dinamiche emozionali dei personaggi, rimane comunque un noir di taglio classico, sebbene i trascorsi del protagonista (narrati in una fortunata serie di romanzi ambientati in due periodi diversi tra Libia e Italia) non siano del tutto consueti al genere poliziesco classico. Balistreri sembra attraversare il tempo con leggerezza, senza invecchiare mai e senza lasciare un segno tangibile se non nello spirito di chi gli è vicino, preoccupato di seguire una morale tutta sua, poco incline al compromesso ma spesso accomodante nei confronti dei risultati attesi.

Giudizio sintetico: Autoriflessivo

venerdì 30 aprile 2021

Fiori

di Maurizio De Giovanni, Einaudi 


Protagonisti di questo romanzo sono i Bastardi di Pizzofalcone, poliziotti scartati da altre sedi, che ormai formano una squadra coesa forse perché ciascuno di loro procede nelle indagini utilizzando doti diverse, così da integrarsi e compensarsi l'uno con l'altro. Un'indagine complessa, questa, da risolvere in tempi stretti, a rischio di dover rinunciare al caso o addirittura di veder chiudere il loro commissariato. Una sfida che i Bastardi affrontano brillantemente.
 

Inizio di primavera a Pizzofalcone. L'aria è limpida e profumata. Questo quartiere di Napoli, posto in collina, è un luogo fantastico in primavera, in cui si dovrebbe vagare senza meta per percepire pienamente con i sensi quello che la stagione appena arrivata regala: suoni, colori e profumi. Profumi di fiori diversi. Proprietario di un chiosco di fiori del quartiere è la vittima dell'omicidio da cui si dipana la trama. Savio Niola, un uomo stimato e amato da tutti, pronto ad aiutare chi ne avesse bisogno, che aveva denunciato poco prima della propria morte, comparendo anche in TV, il racket che taglieggiava i commercianti di zona. Potrebbe essere una pista, come potrebbe esserlo il ragazzo albanese a cui il Niola dava ospitalità in casa sua, scomparso dopo il delitto. 
Senza dare nulla per scontato e senza pregiudizi, i Bastardi indagano, cercando di capire il motivo per cui l'uomo sia stato ammazzato con brutale violenza, addirittura massacrato. Intanto si approfondiscono i caratteri e le vite dei Bastardi, ciascuno con una personalità differente che il narratore accosta a fiori diversi. E già nelle ultime pagine si intravedono prossime svolte nelle loro vite... 
Scritto nella consueta prosa scorrevole e fluida, a tratti lirica, il romanzo non presenta elementi di sostanziale diversità dai precedenti della stessa serie e forse il suo limite sta proprio nella modesta originalità. 

Giudizio sintetico: Stagionale

mercoledì 28 aprile 2021

Quando tornerò

di Marco Balzano, Einaudi



Famiglia, affetti, la decisione di abbandonare i luoghi perché la vita lo impone. La storia di una famiglia che per necessità è costretta a sfaldarsi e per necessità deve mantenersi unita per far fronte alle avversità. Un racconto a tre voci sull'importanza di andare via per trovare la propria strada e sulla durezza della vita di chi rimane, tracciato su quella linea a cavallo tra il coraggio di chi emigra e l'ostinazione di chi resta.

Filip e Daniela abitano in un piccolo paese della Romania, in un posto dimenticato dal mondo nel quale la piattezza del paesaggio rispecchia la mancanza di prospettive di tutti gli abitanti. Una terra in cui l'emigrazione femminile è la prassi, destino inevitabile di donne che prima o poi vanno in Italia a fare i mestieri che gli italiani non fanno più – badanti, donne di servizio, baby sitter – e uomini che emigrano per lavoro, in patria o in paesi stranieri. Nel cassetto, il desiderio di far studiare i figli per emanciparli da un destino che sembra sempre più simile a quello dei genitori. Manuel, adolescente di otto anni più piccolo della sorella, è il figlio minore della coppia e quello che a dispetto della durezza dei suoi comportamenti sembra soffrire di più della situazione. Angelica, la sorella maggiore, ha nella responsabilità e nella determinazione le sue caratteristiche più evidenti. Ma è nella vita di Daniela la nota distintiva del romanzo, che descrive con spietata crudezza il disagio di chi si trova a combattere tra la necessità di aprirsi a nuove prospettive e la volontà di mantenere saldi i legami con la famiglia e il paese di origine, temi già affrontati dall'autore ne L'ultimo arrivato e in Resto qui
La scelta del racconto in prima persona per i tre personaggi protagonisti delle tre parti del romanzo, se da un lato sottolinea il desiderio di offrire al lettore una maggiore introspezione, dall'altro ne spezza anche la continuità, riducendone in parte la capacità di suscitare empatia.

Giudizio sintetico: Migratorio


giovedì 22 aprile 2021

La donna degli alberi

di Lorenzo Marone, Feltrinelli


Un Marone diverso, immerso nella Natura, montano, scrive un libro introspettivo su un mondo difficile e ostile, ma comunque capace di affascinare. Storia di rinascita e di addio, con una donna ostinata e pronta ad accettare i doni di una montagna ricca di ricordi ma capace di dare emozioni forti e semplici.

La donna fugge dalla città, dalla delusione di un mondo che non apprezza più. E si rifugia in montagna, nella baita di famiglia, che a fatica deve rimettere in ordine per esigenze di sopravvivenza. Si deve far accettare dal bosco, dalla montagna, dagli animali che curiosi vanno a trovarla. Ma nell'indipendenza di uomini, donne, animali c'è il senso del suo rinnovato interesse per la vita. E i personaggi sono tutt'altro che anonimi: la strana ed efficacissima Guaritrice, la generosa Benefattrice, la Rossa che la adotta come sorella, lo Straniero che la coinvolge nel suo sogno verde.
Una storia di riscoperta dei valori essenziali e della autenticità della sopravvivenza, dettata dal ritmo delle stagioni e dalla necessità di riscoprire se stessi. Una storia non ironica, non ricca di avvenimenti, più improntata al mistero della scoperta della natura, ambientale e umana. Una storia che chi ha apprezzato i precedenti romanzi di Marone potrebbe anche non apprezzare.

Giudizio sintetico: Cognettiano

martedì 13 aprile 2021

Million dollar baby

di Fabio Carlini, Gremese 


Un saggio sul film omonimo di Clint Eastwood  del 2004. Un libro che, per chi ha visto quel film, è quasi necessario per capire la magia con cui il regista, partendo da un romanzo, è riuscito a creare un film straordinario. Tecniche cinematografiche che ai non addetti ai lavori sfuggono, ma che l'autore svela non per smontare il film ma per coglierne tutte le sottili sfumature che lo rendono un capolavoro.

Il libro si apre con un'introduzione dell'autore che, riferendo del proprio primo impatto alla visione del film, ci riconduce alla commozione provata da noi spettatori. Non si passa "emotivamente indenni" attraverso la storia dei protagonisti, Frankie (interpretato dallo stesso Clint Eastwood) e Maggie (Hilary Swank), a meno che la si rifiuti per eccesso di commozione. La parte principale del saggio si sofferma sul racconto del film, sulla storia principale, quella di Frankie, noto allenatore di giovani boxeur, che accetta di preparare Maggie, cameriera, con grandi aspirazioni pugilistiche. 
Intorno ai protagonisti anche la raffigurazione dei vari personaggi, ognuno dei quali rappresenta uno spaccato significativo di diversa umanità. E le famiglie, quelle reali, crude e aride, contrapposte a quelle elettive, nate dalle proprie frustrazioni ma non per questo meno solide e autentiche. Il film è infatti una grande storia d'amore, quella di Frankie, padre rifiutato dalla propria figlia e Maggie, figlia elettiva, con cui forma una famiglia al di fuori di schemi e legami di sangue. 
Il saggio continua con pagine interessanti, illustrate con numerose e puntuali fotografie, in cui Carlini spiega il mestiere del vero regista, quello che fa in modo che lo spettatore entri nella scena e partecipi in prima persona. Tecnica fatta di primi piani, di riprese dall’alto, di inquadrature soggettive, di luci e ombre, di spaccati, di riprese veloci e di riprese lente, tutto sapientemente mixato. Si capisce così come sia raffinata ed importante la regia di un film, quella che fa la differenza, quella che rende diverso un capolavoro da un’opera semplicemente onesta. 
Il libro è breve, ben scritto, interessante anche per chi non è cinefilo. Consigliabile vedere prima il film. 

Giudizio sintetico: Affinità elettiva