di Matteo Righetto, Mondadori
Se non fosse ambientato nelle dolomiti del Brenta, potrebbe essere tranquillamente scambiato per un'opera di Cormack McCarthy: troviamo infatti in questo libro tutti gli elementi classici del western epico, dai cavalli, alla natura selvaggia, all'epopea della frontiera, in questo caso quella tra Austria e Italia che la giovanissima protagonista deve affrontare per contrabbandare un carico di prezioso tabacco alla fine del XIX secolo.Protagonisti audaci e silenziosi di questa epopea tra i boschi e le vette dolomitiche alla fine del 1800 sono Augusto De Boer e sua figlia Jole, contrabbandieri di tabacco e metalli per necessità, coraggiosi per vocazione ed esperti della natura per tradizione. La loro è una povertà coraggiosa, che nel racconto si incontra e si scontra con altre povertà materiali e culturali in un ambiente naturale descritto nel minimo dettaglio, con un'epica a tratti eccessiva ma sempre simbolo di una natura umana forte e semplice che ha accettato i limiti della montagna e delle sue stagioni. L'odissea di Jole, accompagnata nel suo viaggio solo da un cavallo e un fucile, di sicuro ci riporta immediatamente alla mente le frontiere della narrativa e del cinema stranieri, a noi più familiari nonostante siano dall'altra parte del mondo, ma tuttavia mantiene nel profondo una purezza diversa che avrebbe meritato uno sviluppo maggiore e una copertina meno americanizzante.
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