martedì 22 maggio 2018

La vedova

di Fiona Barton, Einaudi

Difficile definire il genere di questo romanzo. Thriller? Forse no. Il protagonista non è l'investigatore, anche se questo personaggio è presente. Noir? Forse sì, ma la protagonista, la vedova, non sfida il sistema (legale o politico). Al di là comunque delle definizioni, riconoscendo elementi di entrambi i generi, la narrazione punta sull'indagine della psicologia dei personaggi e mantiene una certa suspense o comunque l'attesa della soluzione del mistero.

Londra, ottobre 2006. Una bambina, Bella, di quasi tre anni, viene rapita mentre gioca nel giardino della sua casa mentre sua madre, occupata nelle faccende domestiche, si è distratta e l'ha persa di vista. Iniziano le indagini guidate dall'ispettore Bob Spakes, che ricerca l'uomo che guidava un furgone blu avvistato nelle vicinanze della casa della bambina. La ricerca porta a Glen Taylor, che la polizia, la stampa, la televisione cercano di mettere alle strette. L'uomo proclama la propria innocenza sostenuto dalla moglie, Jean, al suo fianco senza nessun cedimento.
Dalle prime pagine del romanzo si viene a sapere che Jean è rimasta "vedova" in quanto il presunto colpevole, Glen, è morto quattro anni dopo il rapimento della bambina in seguito a un incidente. A questo punto la pressione si sposta sulla vedova che è forse l'unica in possesso della verità.
La narrazione corre fluida e tutti i capitoli, che non seguono un ordine cronologico, sono intitolati con il nome di uno dei personaggi centrali (La vedova, L'ispettore, La madre, La giornalista), consentendo al lettore di entrare nella psiche di ognuno e di meglio comprendere la soluzione del caso e il mondo perverso da cui ha avuto origine.

Giudizio sintetico: Di genere

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