di Joe R. Lansdale, Einaudi
Per creare nuove imprese del duo Hap & Leonard, Lansdale ha in questo caso praticamente resuscitato il protagonista, morto nell'ultimo racconto. Ma il risultato non è dei migliori, i dialoghi hanno perso la verve dei primi romanzi, con un decadimento che li rende artefatti, mentre i comprimari sono tratteggiati in modo esagerato. Un peccato perché la trama avrebbe meritato di meglio.Hap Collins è tornato al mondo dopo la sua – evidentemente "quasi" – morte avvenuta nell'ultimo libro e ha ripreso la normale routine che può avere un tipo come lui: mangiare schifezze, scherzare con l'amico di sempre (Leonard Pine), amare la fidanzata, proteggere la figlia che ha scoperto di avere. E, naturalmente, mettersi nei guai. Un'anziana donna nera si presenta infatti nella sgangherata agenzia investigativa di Hap e Leonard, sostenendo che il figlio è stato ammazzato dalla polizia e chiedendo di sapere come è andata: da questo incarico nascerà l'ennesimo circo di guai, botte e armi di quella che probabilmente è la più strana coppia della letteratura noir, anche se in questo caso gli esilaranti dialoghi degli esordi hanno lasciato il posto ad una forzatura che dal pulp è passata al trash e il contrasto tra allegria e sanguinarie vendette suona come un leit motiv già troppo sfruttato in precedenza.
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