venerdì 29 settembre 2017

Stoner

di John Williams, Fazi Editore

Come scrivere un romanzo straordinario raccontando la vita poco avventurosa di un professore di Filosofia dell'università del Missouri. Pubblicato per la prima volta nel 1965 e ignorato da critica e pubblico, diventa un best seller quando viene ridato alle stampe nel 2003. Un caso letterario dibattuto nelle università e sui giornali degli Stati Uniti, un successo del passaparola in Italia. Un romanzo-universo impossibile da leggere una sola volta.

William Stoner, vissuto tutta la vita a Columbia, cittadina sede dell'università del Missouri, docente di Filosofia presso quell'università dal 1918 al 1956. Una moglie, Edith, una figlia, Grace, un grande amore, Katherine. Una vita sottotono, passata sui libri, nei corridoi dell'università, ad ignorare Edith, la donna che ha sposato, che non lo farà mai felice, come capisce fin da subito. Un'infelicità senza desideri fino all'incontro con Katherine Driscoll, giovane insegnante di cui William si innamora fortemente ricambiato. "A quarantatré anni compiuti William Stoner apprese ciò che altri, ben più giovani di lui, avevano imparato prima: che l'amore non è una fine, ma un processo attraverso il quale una persona tenta di conoscerne un'altra".
Una scrittura precisa, senza eccessi o brillantezze, quasi specchio del carattere del protagonista, ma seduttiva nel suo procedere ordinato e nella sua grande capacità di sintesi, per cui poche parole aprono universi di vita.

Giudizio sintetico: Immenso

1 commento:

Elena ha detto...

Stoner è uomo con un dono, che non riesce però a sfruttare pienamente, come all'inizio sembrerebbe volere. Un uomo capace di cogliere la magia della parola scritta, ma che ne rimane folgorato. Ad occhi sbarrati, di fronte a tanta meraviglia, smette di vivere. È come pietrificato, si limita a gravitare intorno a questa rivelazione ammirandola. E quindi non riesce più a relazionarsi alla vita vera. Sembra sempre che abbia bisogno di una spinta, di un incoraggiamento. Che però non arriva mai. Subisce l'indifferenza di Edith. Si arrende all'amore di Katherine. Attende che i suoi desideri e le sue passioni si realizzino senza la sua personale partecipazione. Ma non è uno sconfitto, è un ingenuo, è un sognatore. Non suscita pietà ma tenerezza. Da rileggere all'infinito.