venerdì 15 settembre 2017

Il mio paradiso è deserto

di Teresa Ciabatti, Rizzoli

Una famiglia della ricchissima borghesia romana. Un deserto di affetti, un mondo di ipocrisia e di benessere solo apparente. Un mondo già più volte rappresentato dalla letteratura, dal cinema e dalle fiction televisive di questi anni.

Un romanzo a più voci, corrispondenti ai punti di vista dei componenti di una famiglia ricca e potente della Roma di oggi. Il padre Attilio Bonifazi, l'Ottavo re di Roma, tanto è enorme il suo patrimonio di beni e di potere, costruito sull'immondizia, dato che la discarica di sua proprietà raccoglie i rifiuti della capitale e di gran parte del Lazio. Un uomo che si è fatto da solo e che, a coronamento della sua ascesa, ha sposato la nobile Luisa che in Attilio ha visto la persona in grado di difenderla dai pericoli della vita. Se poi la tradisce, poco importa. La figlia Marta, in adorazione del padre da bambina, da ventenne lo disprezza assumendo un comportamento volgare e aggressivo, evitando legami affettivi se non quelli con un unico amico, Lorenzo. Marta compensa il vuoto della sua vita con il cibo, tanto da essere ormai obesa. Il figlio Pietro, fragile e insicuro, ha costruito un mondo fittizio, pieno di bugie. I protagonisti di questo "paradiso" non sono simpatici, non ci si affeziona a nessuno di loro perché con nessuno ci si identifica. Perché allora ho letto questo romanzo? Responsabile la citazione ironica posta dall'autrice in apertura del romanzo:" Di tutto il patrimonio che avevano, cosa gli è rimasto? Quel castelletto con il borgo intorno, niente" (Mia suocera). Un inizio sarcastico,efficace. Mi aspettavo poi un registro narrativo ironico e leggero. Ma non è così.

Giudizio sintetico: Evitabile 

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