di Chris Bachelder, Big Sur

Non si capisce come mai, ma un gruppo di maschi poco più che quarantenni si ritrova una volta all'anno (un week-end) in un albergo di poche pretese per mettere in scena un famoso infortunio di un quarterback che negli anni '80 ha visto la propria carriera stroncata da un giorno all'altro a seguito di una frattura. Il racconto descrive con minuzia tutta la cura con la quale il gruppo prepara la simulazione, i sentimenti che accompagnano i partecipanti, le loro difficoltà sociali, la loro vita nell'albergo dall'arrivo fino alla malinconica rappresentazione finale. Non si riesce a immaginare come questi quarantenni abbiano potuto investire feticisticamente questo appuntamento di tanta importanza e di tante aspettative. Forse perché non siamo americani e non giochiamo a football, forse perché l'autore vuole mantenersi distante dai personaggi, forse perché manca una storia che possa dirsi tale, forse perché piove sempre: ma la capacità di immedesimazione del lettore è messa davvero a dura prova.
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