di Yasmina Khadra, Mondadori
Bellissima discesa nell'inferno degli estremismi del conflitto israeliano/palestinese da parte di un chirurgo arabo perfettamente integrato tra gli ebrei di Israele. Lontano dagli stereotipati proclami delle parti in lotta, il protagonista deve mettere in discussione non soltanto la sua doppia appartenenza etnica, ma la sua stessa vita presente e passata, in un calvario emotivo che lo sconvolgerà e che non lascia intravedere nessuna speranza di riappacificazione.Il dottor Jaafari è uno stimato chirurgo di Tel Aviv, di origine palestinese, ricco, con una bella moglie – che adora –, una bella casa, tutto l'affetto e la stima degli amici israeliani che compongono la sua realtà sociale. Dopo un attentato in un bar da parte di un kamikaze, passa la notte tra pronto soccorso e sala operatoria intervenendo senza sosta per salvare le vittime dell'esplosione. La sorpresa arriverà in seguito, quando scoprirà che il kamikaze era sua moglie, una donna apparentemente molto lontana dall'integralismo fondamentalista. Rifiutando quella che appare l'evidenza dei fatti e nel tentativo di capire il gesto della donna, vagherà a lungo tra il mondo di origine e quello di adozione, scontrandosi con le ideologie degli opposti estremismi e cercando le ragioni che potrebbero portare una donna bella e intelligente, ammirata da tutti, a commettere una strage di bambini rinunciando alla sua stessa vita. Un libro avvincente, che supera i luoghi comuni per raccontare l'ineluttabile assurdità di una convivenza impossibile.
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