sabato 30 settembre 2017

Le nostre anime di notte

di Kent Haruf, NNE editore

L'incontro di due settantenni, una storia delicata e profonda basata sui sentimenti di due anziani. Un romanzo che parla ai lettori di una "certa età", subito in empatia con i protagonisti. Se però è vero che i sentimenti sono universali, un romanzo per tutti.

"E poi ci fu il giorno in cui Addie Moore fece una telefonata a Louis Waters." Inizia così l'incontro di due anziani vedovi, rimasti soli ora che i rispettivi figli, diventati adulti, se ne sono andati. Vicini di casa, nella cittadina di Holt (immaginaria) in Colorado, non si conoscevano ma l'invito semplice e diretto della donna dà inizio a incontri notturni, nel letto di lei, dove prima di dormire, Addie e Louis parlano a lungo, svelando all'altro e a se stessi il proprio passato, i propri sentimenti e la propria visione della vita. Tra i due nasce un'intimità sempre più profonda e una condivisione autentica della vita dell'altro, che li porta a svelare anche al mondo esterno il loro rapporto. Pettegolezzi, giudizi severi, ostilità frutto di un'ipocrisia e un perbenismo che non perdona niente agli altri. Un romanzo delicato che, grazie anche a una scrittura semplice ed essenziale, si insinua dentro il lettore lasciando una traccia destinata a durare.

Giudizio sintetico: Vitale 

venerdì 29 settembre 2017

L'attentatrice

di Yasmina Khadra, Mondadori

Bellissima discesa nell'inferno degli estremismi del conflitto israeliano/palestinese da parte di un chirurgo arabo perfettamente integrato tra gli ebrei di Israele. Lontano dagli stereotipati proclami delle parti in lotta, il protagonista deve mettere in discussione non soltanto la sua doppia appartenenza etnica, ma la sua stessa vita presente e passata, in un calvario emotivo che lo sconvolgerà e che non lascia intravedere nessuna speranza di riappacificazione.

Il dottor Jaafari è uno stimato chirurgo di Tel Aviv, di origine palestinese, ricco, con una bella moglie – che adora –, una bella casa, tutto l'affetto e la stima degli amici israeliani che compongono la sua realtà sociale. Dopo un attentato in un bar da parte di un kamikaze, passa la notte tra pronto soccorso e sala operatoria intervenendo senza sosta per salvare le vittime dell'esplosione. La sorpresa arriverà in seguito, quando scoprirà che il kamikaze era sua moglie, una donna apparentemente molto lontana dall'integralismo fondamentalista. Rifiutando quella che appare l'evidenza dei fatti e nel tentativo di capire il gesto della donna, vagherà a lungo tra il mondo di origine e quello di adozione, scontrandosi con le ideologie degli opposti estremismi e cercando le ragioni che potrebbero portare una donna bella e intelligente, ammirata da tutti, a commettere una strage di bambini rinunciando alla sua stessa vita. Un libro avvincente, che supera i luoghi comuni per raccontare l'ineluttabile assurdità di una convivenza impossibile.

Giudizio sintetico: Autodistruttivo

Lampa lampa

di Lello Gurrado, Radici Future

Un racconto semplice e breve, con una narrazione ridotta all'essenziale, ma che ci ricorda con una schiettezza fredda e disarmante la serie infinita dei soprusi, dei furti, delle violenze che i migranti devono sopportare prima di arrivare a Lampa Lampa, l'isola di Lampedusa, porta di ingresso delle migliaia di disperati che approdano in Europa.

Taiwo non è un migrante come gli altri, non è il bisogno a spingerlo ad intraprendere il lungo viaggio che lo porterà in Italia, ma solo il desiderio di scoprire cosa è successo a suo figlio Sulley, che quel viaggio lo ha intrapreso mesi prima con addosso una maglietta del suo calciatore preferito e che non si è più fatto sentire. Nel lunga odissea che lo aspetta, scopriremo quali insidie si nascondono nell'universo di povertà, criminalità e schiavitù che ruota intorno alla disperazione di chi sceglie di pagare e sopportare l'impossibile per garantirsi solo una misera porta di uscita sull'ignoto. Da suggerire ai giovani perché non diventino preda di facili stereotipi.

Giudizio sintetico: Migratorio


Stoner

di John Williams, Fazi Editore

Come scrivere un romanzo straordinario raccontando la vita poco avventurosa di un professore di Filosofia dell'università del Missouri. Pubblicato per la prima volta nel 1965 e ignorato da critica e pubblico, diventa un best seller quando viene ridato alle stampe nel 2003. Un caso letterario dibattuto nelle università e sui giornali degli Stati Uniti, un successo del passaparola in Italia. Un romanzo-universo impossibile da leggere una sola volta.

William Stoner, vissuto tutta la vita a Columbia, cittadina sede dell'università del Missouri, docente di Filosofia presso quell'università dal 1918 al 1956. Una moglie, Edith, una figlia, Grace, un grande amore, Katherine. Una vita sottotono, passata sui libri, nei corridoi dell'università, ad ignorare Edith, la donna che ha sposato, che non lo farà mai felice, come capisce fin da subito. Un'infelicità senza desideri fino all'incontro con Katherine Driscoll, giovane insegnante di cui William si innamora fortemente ricambiato. "A quarantatré anni compiuti William Stoner apprese ciò che altri, ben più giovani di lui, avevano imparato prima: che l'amore non è una fine, ma un processo attraverso il quale una persona tenta di conoscerne un'altra".
Una scrittura precisa, senza eccessi o brillantezze, quasi specchio del carattere del protagonista, ma seduttiva nel suo procedere ordinato e nella sua grande capacità di sintesi, per cui poche parole aprono universi di vita.

Giudizio sintetico: Immenso

mercoledì 27 settembre 2017

Bella mia

di Donatella Di Pietrantonio, elliot

Il terremoto visto dall'interno, accanto a chi l'ha vissuto.Questo romanzo parla soprattutto ai lettori interessati a sentire più profondamente lo squarcio che un sisma produce, disposti ad un'umana compassione, vale a dire ad una autentica condivisione dell'esperienza con i terremotati di ogni parte del mondo.

L'Aquila: 6 aprile 2009. La scossa sismica terribile distrugge la città, fa crollare le case, pone fine a tante esistenze, sconvolge quelle dei sopravvissuti. Caterina, la protagonista-narratrice del romanzo, perde la sorella gemella, Olivia, e diventa "madre" del nipote adolescente Marco, che non vuole andare a vivere a Roma con il padre, colpevole di aver lasciato Olivia per un'altra donna. Marco è un adolescente scontroso e ribelle, che rivela nei suoi comportamenti trasgressivi il dolore per la perdita della madre. Anche la madre di Olivia è lacerata dal lutto e ogni giorno, così come accudisce Caterina e Marco, si prende cura della cara defunta al cimitero; non perdona il genero che, separandosi dalla moglie, l'ha spinta a tornare da Roma alla sua città, L'Aquila, dove ha incontrato la morte.
Un romanzo intenso anche per la scrittura immaginifica ed essenziale che ci porta in una condizione dolorosa e precaria resa tale anche dalla necessità di vivere nelle C.A.S.E., assegnate ai terremotati provvisoriamente, ma che rischiano di diventare definitive. Una storia di amore e attaccamento alla propria terra, la "Bella mia" appunto, in cui lo strazio del presente lascia qualche speranza di ricostruzione e ripresa futura.

Giudizio sintetico: Sismico

lunedì 25 settembre 2017

Quaranta frustate meno una

di Elmore Leonard, Einaudi

Einaudi ripubblica, dopo quasi mezzo secolo dalla sua prima uscita negli USA, un racconto western dello scrittore scomparso nel 2013. Il racconto è anche bello, nel caratteristico stile dello scrittore che tanto ha ispirato i fratelli Coen e Quentin Tarantino, ma non si capiscono né la scelta del titolo, né la quarta di copertina, che anticipa al lettore avvenimenti che accadono alla fine del libro. Non leggetela!

Un libro nello stile più classico delle crime story, ma ambientato nella famosa prigione di Yuma nel periodo immediatamente precedente la sua chiusura (nel 1909). Due detenuti che tutti considerano con la pelle del colore sbagliato – e che sono due veri antieroi – finiscono per odiarsi, picchiarsi, farsi punire e tramare vendette l'uno nei confronti dell'altro a causa delle macchinazioni dello scaltro "ras" della prigione e di altri personaggi. Finiranno loro malgrado per doversi coalizzare, correndo per sopravvivere nella più anomala tra le prigioni, tra delinquenti, prostitute, un direttore etnografo e bigotto, e guardie poco ortodosse. Raccomandiamo ancora una volta di non leggere la quarta di copertina se non dopo aver finito il libro: troppe anticipazioni che potrebbero guastare il ritmo del racconto.

Giudizio sintetico: Galeotto

sabato 23 settembre 2017

La cattedrale del mare

di Ildefonso Falcones, Longanesi

Romanzo storico ambientato nella Catalogna del XIV secolo, ci regala l'avventura di una vita tutta in ascesa, nella quale il protagonista risale tutti i gradini della scala sociale nonostante i soprusi e le violenze caratteristici della sua epoca. Sulla scia di altri titoli di genere (tra i quali "Vetro" e "I pilastri della Terra" in primis).

Uno stupro, una fuga, una rinuncia obbligata alla propria posizione sociale portano un padre e un figlio a rifugiarsi a Barcellona ai tempi della costruzione di Santa Maria del Mar, la "chiesa del popolo", dove  vivranno di stenti in una condizione subalterna in casa di un parente ingiusto e approfittatore. Vasai, facchini, guerrieri, banchieri, ogni mestiere ha le sue regole e rigidi limiti, ma il carattere e la forza interiore possono tutto, anche vincere la battaglia per la libertà e l'emancipazione sociale, tra colpi di scena, inganni e vecchi e nuovi soprusi. Un medioevo duro e crudele, soprattutto con le donne, fa da sfondo a questo romanzone d'appendice orchestrato con le giuste dosi di avventura, sentimento e ricostruzione storica, quasi completamente ambientato nella capitale catalana. Un feuilleton d'altri tempi, ma curato nei minimi particolari.

Giudizio sintetico: Medievale

venerdì 22 settembre 2017

Le cose che non ho

di Grégoire Delacourt, Salani

Un romanzo breve sul tema della felicità e su cosa normalmente si ritiene necessario per essere felici: una bella casa,un'auto potente,orologi costosi e altri status symbol del genere. Un romanzo sulla capacità di adattamento di molte donne, capaci di trovare soddisfazioni (felicità?) nelle piccole cose quotidiane. Un best seller in Francia, paragonato a "L'eleganza del riccio", che può incuriosire proprio per il successo ottenuto.


La protagonista di questo romanzo, Jocelyne, è una donna quasi cinquantenne che ha attraversato tante prove della vita: la morte improvvisa della madre, la malattia del padre, la perdita di una figlia durante il parto, la conseguente crisi matrimoniale. Poi, le cose sembrano prendere il verso giusto o almeno si ristabilisce un equilibrio: il lavoro nella piccola merceria rilanciato dal suo blog di grande successo, l'armonia coniugale faticosamente ritrovata, le simpatiche amiche sempre presenti.A questo punto un evento inaspettato e sconvolgente: la vincita di milioni di euro alla lotteria. Jocelyne e suo marito adesso potranno essere più felici? La felicità si raggiunge soddisfacendo i tanti desideri di cose materiali apparentemente necessarie? Questi i quesiti che il lettore, insieme alla protagonista, si pone partecipando emotivamente alla storia, grazie alla semplicità della scrittura e all'empatia con la protagonista. Resta però al termine del romanzo l'impressione di un libro costruito per entrare nei cuori femminili e procurarsi un facile apprezzamento.

Giudizio sintetico: Furbetto
  

sabato 16 settembre 2017

I bambini sardi non piangono mai

di Gesuino Nemus, Elliot-LIT edizioni

Torna il microcosmo sardo di Televras, già teatro dell'esordio di Nemus con "La teologia del cinghiale", ma con protagonisti diversi. Questa volta il racconto è più complicato e si sviluppa con meno ironia e più suspence, incentrandosi sul discusso tema dell'unicità della Sardegna, peculiarità sbeffeggiata neanche troppo velatamente da un Nemus piuttosto sarcastico.

Un omicidio "come tanti", ma realizzato in modo da lasciare troppo perplesso un capitano dei carabinieri di mezza età, lombardo di nascita ma che vuole vivere in Sardegna a tutti i costi, malgrado la piccola comunità teatro del delitto non sia per niente d'accordo. E poi un magistrato che teme spionaggio e consorte, un isolato scrittore reduce da un pellegrinaggio manicomiale di 40 anni, pastori indipendentisti e bambini che non piangono. Il singolare circo dialettale di un paese abbarbicato sui monti dell'Ogliastra in cui sembra che tutti si facciano i fatti loro ma nel quale in realtà succede ed è successo di tutto, tra servizi segreti (forse) criminali politici di grande rettitudine (sicuramente), pecore, sequestri e ladri di bestiame.
Si stenta ad individuare un vero protagonista in questo racconto complesso, a tratti caotico, spesso dialettale (ma sempre tradotto in italiano), organizzato sul doppio filo delle indagini del capitano e del diario dell'io narrante che, manco a dirlo, non ha mai pianto da bambino.

Giudizio sintetico: Sardastico



venerdì 15 settembre 2017

Il mio paradiso è deserto

di Teresa Ciabatti, Rizzoli

Una famiglia della ricchissima borghesia romana. Un deserto di affetti, un mondo di ipocrisia e di benessere solo apparente. Un mondo già più volte rappresentato dalla letteratura, dal cinema e dalle fiction televisive di questi anni.

Un romanzo a più voci, corrispondenti ai punti di vista dei componenti di una famiglia ricca e potente della Roma di oggi. Il padre Attilio Bonifazi, l'Ottavo re di Roma, tanto è enorme il suo patrimonio di beni e di potere, costruito sull'immondizia, dato che la discarica di sua proprietà raccoglie i rifiuti della capitale e di gran parte del Lazio. Un uomo che si è fatto da solo e che, a coronamento della sua ascesa, ha sposato la nobile Luisa che in Attilio ha visto la persona in grado di difenderla dai pericoli della vita. Se poi la tradisce, poco importa. La figlia Marta, in adorazione del padre da bambina, da ventenne lo disprezza assumendo un comportamento volgare e aggressivo, evitando legami affettivi se non quelli con un unico amico, Lorenzo. Marta compensa il vuoto della sua vita con il cibo, tanto da essere ormai obesa. Il figlio Pietro, fragile e insicuro, ha costruito un mondo fittizio, pieno di bugie. I protagonisti di questo "paradiso" non sono simpatici, non ci si affeziona a nessuno di loro perché con nessuno ci si identifica. Perché allora ho letto questo romanzo? Responsabile la citazione ironica posta dall'autrice in apertura del romanzo:" Di tutto il patrimonio che avevano, cosa gli è rimasto? Quel castelletto con il borgo intorno, niente" (Mia suocera). Un inizio sarcastico,efficace. Mi aspettavo poi un registro narrativo ironico e leggero. Ma non è così.

Giudizio sintetico: Evitabile 

giovedì 7 settembre 2017

Tempo assassino

di Michel Bussi, Edizioni e/o

Una Corsica aspra e turistica, e due storie che si svolgono a distanza di quasi trent'anni una dall'altra, con gli stessi protagonisti e con le stesse bugie, tradimenti e misteri. Molta suspence e un racconto noir a ritmi serrati, a tratti prevedibile, capace comunque di portare al finale con l'architettura complessa e ritmata delle più coinvolgenti letture estive.

Clo torna in Corsica (la terra di origine di suo padre) dopo quasi trent'anni, con un marito e una figlia che ha la stessa età che aveva lei quando la sua vita è stata sconvolta. Ma Clo trent'anni prima ha affidato a un diario i propri pensieri, le emozioni, gli avvenimenti della sua vita di quindicenne. Due racconti, narrati uno in prima e uno in terza persona, e stessi protagonisti, oggi come alla fine degli anni '80. Ad unire questo salto temporale, un altro salto molto più reale, il misterioso incidente automobilistico nel quale Clo ha perso la sua famiglia precipitando sulle scogliere che circondano il promontorio della Revellara, vicino a Calvi. L'unica superstite si trova, dopo essersi rifatta una vita, a confrontarsi con gli stessi personaggi e gli stessi luoghi che le hanno sconvolto l'esistenza.

Giudizio sintetico: Diegetico

.

Io sono Dot

di Joe R. Lansdale

I dialoghi, il cinismo dei protagonisti e lo squallore della provincia americana sono perfettamente nel consueto stile dell'autore texano. Eppure in questo libro Lansdale sembra mostrare un'anima meno nera, come se la mancanza di una vera e propria storia si stemperasse in un tratteggio di caratteri che fa quasi tenerezza per la propria ingenua semplicità adolescenziale.

Dorothy, Dot per gli amici, ha 17 anni, un carattere forte, non sa tenere la lingua a freno e per lavoro deve pattinare tutto il giorno, facendo la cameriera in uno strano fast food che serve il cibo servendosi di giovani pattinatrici come lei. La vita di questa ragazzina quasi orfana di padre e della sua sgangherata famiglia al femminile si arricchisce di colpo di uno zio comparso dal nulla, che si accampa con un furgone davanti alla casa mobile in cui Dot vive con la sorella, un fratello, la madre e la nonna. Sembra una situazione di degrado senza speranza, ma la voglia di vivere, il carattere e un paio di pattini molto veloci possono a volte aiutare moltissimo. Per giovani ma non giovanissimi.

Giudizio sintetico: A rotelle

venerdì 1 settembre 2017

L'infortunio

di Chris Bachelder, Big Sur

Finalista al National Book Award negli USA, questo libro è una galleria di personaggi ritratti nella più improbabile delle loro occasioni di evasione dalla routine familiare. Molto americano nel tratteggio delle situazioni e delle emozioni, Bachelder rimane comunque molto distaccato dai suoi personaggi, in uno stile ibrido che ricorda da vicino la narrativa di Updike ma senza una vera storia alle spalle.

Non si capisce come mai, ma un gruppo di maschi poco più che quarantenni si ritrova una volta all'anno (un week-end) in un albergo di poche pretese per mettere in scena un famoso infortunio di un quarterback che negli anni '80 ha visto la propria carriera stroncata da un giorno all'altro a seguito di una frattura. Il racconto descrive con minuzia tutta la cura con la quale il gruppo prepara la simulazione, i sentimenti che accompagnano i partecipanti, le loro difficoltà sociali, la loro vita nell'albergo dall'arrivo fino alla malinconica rappresentazione finale. Non si riesce a immaginare come questi quarantenni abbiano potuto investire feticisticamente questo appuntamento di tanta importanza e di tante aspettative. Forse perché non siamo americani e non giochiamo a football, forse perché l'autore vuole mantenersi distante dai personaggi, forse perché manca una storia che possa dirsi tale, forse perché piove sempre: ma la capacità di immedesimazione del lettore è messa davvero a dura prova.

Giudizio sintetico: Inverosimile

Commedia nera n.1

di Francesco Recami, Sellerio

Rimangono le ambientazioni da microcosmo urbano in questo libro di Recami, ma l'autore qui abbandona il suo consueto personaggio – il pensionato Consonni con le sue strampalate indagini – per scrivere un libro al contrario che stravolge i cliché del noir e spinge a desiderare che un delitto avvenga, perché può essere l'unica chiave di volta di un racconto sfortunato ed esilarante come un cartoon di Wyle Coyote.

Antonio Maria e Maria Antonietta sono uno il contrario dell'altro, non solo nel nome: sono al contrario le loro vite, una attiva l'altra passiva, i loro fisici, uno imponente, l'altro piccolo ed esile, la loro salute, il loro coraggio, i loro mestieri, il loro desiderio sessuale; tutto al contrario, anche se l'aspetto più tragico è che un coniuge è completamente ostaggio dell'altro a causa della differenza di carattere e volontà. Ed è al contrario anche questo, almeno rispetto alle consuetudini: è Maria Antonietta a schiacciare il marito sotto un tallone di ferro, vessandolo, imponendogli i suoi tradimenti espressamente dichiarati e certificati, e sottoponendolo ad ogni tipo di angheria fisica e morale. Il poveretto subisce di tutto, elaborando via via strategie complesse e pasticciate come quelle del famoso coyote dei cartoon, per trovare una via d'uscita dalla sua triste situazione. Lasciamo alla curiosità dei lettori scoprire se anche il finale sarà al contrario o meno.

Giudizio sintetico: Inconsueto