mercoledì 1 novembre 2017

La carta e il territorio

di Michel Houellebecq, Bompiani

Una biografia immaginaria di un artista dei nostri tempi, raccontata con la profondità analitica e l'ossessione per la fine dell'esistenza che l'autore francese ci aveva già fatto conoscere ne Le particelle elementari. La storia non è purtroppo all'altezza della narrazione, anche se ravvivata dalla presenza dello stesso Houellebecq – che nel libro compare in prima persona in un singolare ruolo di primo piano – e dall'approccio quasi thriller dell'ultima parte.

Jed Martin è un artista solitario, incapace di gestire saggiamente rapporti affettivi profondi e ossessionato in modo monocorde dalla ricerca di una rappresentazione concreta delle realtà fisiche con cui entra in contatto. Dopo il discreto successo di una singolare mostra fotografica (costituita da una serie di immagini di carte stradali Michelin), la sua vita segna una svolta: il successo artistico come pittore dei "mestieri", il rapporto con una splendida donna in carriera, la vicinanza emotiva con uno scrittore disperato e sofferente (Houellebecq, appunto), sembrano far uscire Jed dalla solitudine di una vita ripetitiva, nella quale l'unico momento socialmente rilevante è la cena settimanale con un padre egocentrico e accentratore. Gli sviluppi successivi vedranno Jed confrontarsi con un mondo che lo affascina, ma del quale non entra mai a far parte in prima persona, anche se un atroce delitto gli farà vivere da protagonista l'ultima fase della sua vita affettiva, oltre la quale resta solo la capacità di osservazione dell'artista più distaccato (forse Houellebecq stesso?), l'unico in grado di cogliere il senso della vita perché l'unico a non averla vissuta con la necessaria partecipazione.

Giudizio sintetico: Antisociale

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