giovedì 2 novembre 2017

L'Arminuta

di Donatella Di Pietrantonio, Einaudi


Ancora un romanzo della Di Pietrantonio sul rapporto tra madre e figlia; come nei due romanzi precedenti, si tratta di un rapporto difficile, lacerante, opposto all'idea comunemente condivisa per cui l'amore materno è scontato e indiscutibile. Una storia ambientata negli anni '70 raccontata in prima persona dalla figlia adolescente che, attraverso alcune ellissi temporali, ci rivela quanto quelle vicende abbiano segnato la sua esistenza di donna adulta.

Una ragazzina tredicenne è l'Arminuta, vale a dire "la ritornata" in quanto restituita dall'uomo e dalla donna che l'hanno allevata da quando aveva 6 mesi facendole credere di essere i suoi genitori, ai veri genitori, quelli biologici, senza che alla ragazza venga data alcuna spiegazione su queste decisioni degli adulti. Da una vita in città, confortevole e serena, con il calore dell'affetto dei suoi e il conforto di un'amica del cuore, la ragazzina è catapultata nella casa misera del paesello, piena di figli (fratelli?) e di fame, con i genitori, che conosce solo adesso, induriti dalle fatiche della vita e incapaci di comunicare affettivamente. Un doppio abbandono: della prima madre, che l'ha fatta vivere con un'altra donna, e della seconda madre che l'ha restituita. Un romanzo di formazione, di crescita attraverso il dolore, addolcito dalla presenza della ritrovata sorella Adriana, molto diversa da lei a causa dell'ambiente in cui ha vissuto, ma in grado di volerle bene, narrata con semplicità ed efficacia grazie anche alla presenza di alcuni termini dialettali che contribuiscono a rappresentare la cultura e il linguaggio della gente del paesello. Un romanzo che ha la forza delle storie vissute da chi le racconta, non  tanto nei fatti in sé, quanto nella natura dei sentimenti provati.

Giudizio sintetico: Intenso   

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