giovedì 10 agosto 2017

La sposa scomparsa

di Rosa Teruzzi, Sonzogno

Tre ritratti femminili, senza pretese di profonde analisi psicologiche , presentati con garbo e leggerezza e una pennellata di simpatia nei confronti di tutte e tre le figure, pur di età e visioni della vita diverse, nella Milano di oggi, zona Navigli. Per chi cerca una lettura facile ma non banale.

Il suono del campanello della casa,anzi dell'ex casello ferroviario in cui vivono le protagoniste di questo romanzo, dà l'avvio al giallo. Si presenta un' anziana donnina,vestita di nero che cerca la più giovane delle tre protagoniste ,Vittoria, agente di polizia, per chiederle di continuare la ricerca della verità su sua figlia Carmen scomparsa circa trent'anni prima. Vittoria è poco incline a lasciarsi coinvolgere ma le altre due, la madre Libera e la nonna Iole, si buttano nell'impresa, colpite dalla tenacia e dall'intensità del dolore mai lenito della donna. Libera poi non può fare a meno di identificarsi nel destino di quest'altra madre e di pensare che,come lei, non avrebbe potuto rassegnarsi a non sapere quale fine abbia fatto la propria figlia. L'entusiasmo delle due coinvolge anche la ragazza e l'intuizione femminile porta alla soluzione del caso.
Al di là della trama gialla il romanzo vive dei caratteri delle tre donne, Iole hippy e nemica di ogni ipocrisia, Libera, fiorista creativa capace di creare bouquet giusti per ogni singola sposa, ma non sempre in grado di comprendere la figlia, e infine quest'ultima, un po' rigida e spigolosa soprattutto nei confronti della madre.
Un romanzo che ricorda quelli di Brunella Gasperini, un po' d'altri tempi. Forse anche le figure femminili sono d'altri tempi o, più semplicemente, non sembrano appartenere alla realtà, ma la lettura è piacevole, i dialoghi briosi e la Milano estiva e piovosa uno sfondo indovinato.

Giudizio sintetico: Femminile

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