di Gila Lustiger, Neri Pozza editore
Un thriller di denuncia sociale. Si può essere attratti da questo tipo di romanzo quando si cerca un giallo diverso rispetto agli stereotipi del genere, se si è incuriositi dalla citazione marxiana posta dalla narratrice in premessa: "...venne un tempo in cui quelle stesse cose che fino allora erano state comunicate ma mai barattate, donate ma mai vendute, acquisite ma non acquistate - virtù, amore. opinione, scienza, coscienza,ecc. - tutto divenne commercio".
Il romanzo inizia come un classico thriller. Un caso di omicidio viene riaperto nel 2011 dalla polizia di Parigi, dopo quasi trent'anni dall'accaduto grazie all'esame del DNA, in passato inesistente, che sembra accusare un tranquillo impiegato dell'uccisione di una prostituta.
Un giornalista , Marc Rappaport, non è convinto e inizia un'indagine complessa partendo dalla vittima e dai suoi anni adolescenziali vissuti a Charfeuil. Un colpo di scena devia il percorso del giornalista e lo conduce in un universo inatteso per lui e per il lettore. Scopre in un gioco di scatole cinesi una realtà al cui centro è la fabbrica Nutricare.
Non più solo un thriller, ma una rappresentazione complessa e contraddittoria della società occidentale di oggi: politica in mano a personaggi spesso miserabili e corrotti, invasione del capitale cinese, produzione industriale con logiche spietate anche a danno della salute di operai e di persone comuni.
Il protagonista, mosso dalle proprie contraddizioni personali, avanza nell'indagine con una forte volontà di giustizia sociale tesa a rinnegare le proprie origini alto borghesi legate al nonno capitano di industria, figura autorevole amata/odiata da Marc, morto ormai da qualche anno ma sempre presente nella coscienza del giovane.
Si giunge all'epilogo di questo lungo e interessante romanzo, non privo di qualche lungaggine, senza scorgere possibilità di riscatto né di fuga da questo sistema.Giudizio sintetico: Indagatorio
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