di Edoardo Albinati, Rizzoli
Una lettura davvero impegnativa, ma che affronta qualsiasi tema o pensiero si possa aver avuto nella propria adolescenza e nella vita in generale. Come tema centrale, la vita nel quartiere borghese di Roma in cui si trova la scuola privata che l'Autore ha condiviso con i criminali del delitto del Circeo.Vincitore del premio Strega, Albinati ha scritto un'opera davvero monumentale, per corpo e temi trattati. Il delitto del Circeo e le vite dei ragazzi che condividono e caratterizzano l'ambiente in cui è stato commesso quell'orrendo crimine si trovano ad essere il filo conduttore di un saggio sulla borghesia, sui suoi vizi, sulle sue abitudini, sulla scuola privata cattolica, sulle aberrazioni del conflitto sociale degli anni '70 e, in generale, su tutti gli aspetti dell'adolescenza e della vita. Dalla scuola alla religione, alla violenza; e poi amicizia, tradimento, sessualità, insicurezze, politica, timidezza e prepotenze, lo stupro come affermazione di sé: troviamo davvero di tutto e di più in quest'opera che si dichiara un romanzo, ma che appare più come un trattato sociologico sulle storture di un mondo e di due generazioni (padri e figli) che si sono trovati a cavallo tra tradizione e innovazione senza saper gestire le proprie e le altrui emozioni nel passaggio tra una e l'altra. Un po' autobiografia, un po' libro di denuncia, un po' romanzo e molto saggio sociale, non c'è una sola riga di questa imponente opera letteraria che non possa essere oggetto di riflessioni e analisi profonde, e altrettanto si può dire della splendida ed eterogenea galleria dei personaggi, reali e immaginari, che popolano il mondo in cui si muove l'io narrante. 1300 pagine dense e massicce, che costituiscono davvero una colonna portante della nostra cultura, anche se - forse - con un punto di vista maschile piuttosto marcato. Un libro non per tutti, ma che vale sicuramente la fatica necessaria per terminarlo.
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