di Alessandra Scagliola, Morellini
Un libro divertente e leggero che sdrammatizza malattie e acciacchi dell'età avanzata rendendoli parte di un racconto semi-criminale e grottesco in cui la morale lascia il posto alla necessità di sopravvivenza. Iperbolico, riesce a far sorridere anche della tristezza della periferia torinese e delle varie povertà che vi trovano posto, da quelle degli immigrati – italiani e non – a quelle degli anziani dimenticati da figli e nipoti troppo impegnati per ricordarsi della loro esistenza.Torino. In un palazzo della periferia cittadina si trova un gruppo di anziani condomini che condividono la frequentazione di una "nipote adottiva" giovane e disinvolta, che "compensa" le commissioni che svolge per ognuno di loro con qualche pranzo a scrocco e alcuni piccoli furtarelli commessi ai loro danni. La ragazza, voce narrante simpatica e smaliziata, si imbatte tuttavia in una scoperta imprevista che la spinge a coinvolgere il gruppo dei "suoi nonni" in un colpo troppo ardito, dai risvolti pessimi anche per la giovane ideatrice. Tra zingari minacciosi, profughi kosovari, vecchi e nuovi delinquenti, si snoda il racconto di personaggi tratteggiati un po' troppo sopra le righe, ma che riescono comunque a strappare qualche sorriso.
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