domenica 10 marzo 2019

Anima

di Wajdi Mouawad, Fazi Ed.

Romanzo corale insolito, in cui i narratori sono gli animali che casualmente assistono al noir possente che è il filo conduttore del racconto. Il distacco iniziale dato dalla molteplicità e dalla singolarità delle voci riesce ben presto a coinvolgere il lettore nell'appassionante e disperata ricerca della verità da parte del protagonista, un uomo buono e cocciuto che si ritrova vittima della crudeltà della peggiore bestia del mondo: l'Uomo.

Wahhch Debch è un uomo buono, che al ritorno a casa trova la moglie orrendamente trucidata e cade nella più profonda disperazione. A raccontarlo un particolare narratore, il gatto della donna, che assiste alla scena. La polizia identifica il responsabile, ma stranamente non sembra attivarsi più di tanto per catturarlo. Debtch decide quindi di mettersi sulle tracce dell'uomo per trovare una ragione che possa spiegare il delitto, sotto gli occhi di vari animali che assistono al suo viaggio. Inizia così una caccia che lo porterà tra i criminali mistici delle riserve indiane del Quebec, poi negli Stati Uniti, fino a ripercorrere la sua stessa storia, la tragica infanzia in Libano nei campi di Sabra e Chatila. A dispetto della forma espositiva, unica nel suo genere, in cui le voci di mille animali (identificati con la nomenclatura binomia latina) vanno a comporre la storia, il racconto è potente e si lascia leggere rapidamente, anche sorvolando su alcune incongruenze della trama e sull'estrema brutalità delle vere bestie del romanzo, i protagonisti umani, la cui anima nera è messa a nudo dai narratori animali con rassegnata freddezza.

Giudizio sintetico: Esopo-pea noir



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