sabato 16 febbraio 2019

Leone

di Paola Mastrocola, Einaudi

Un romanzo particolare. La storia di un bambino di 6 anni, Leone, riporta il lettore al mondo dell'infanzia, allo sguardo ingenuo, fantasioso e fiducioso con cui i bambini guardano le cose, mantenendo la capacità di sperare, che spesso l'uomo adulto smarrisce. Leone è il bambino che nei momenti difficili o per aiutare qualcuno, si rivolge a Gesù come ad un amico e prega.

In un quartiere immaginario di una grande città – Bussolo – ai giorni nostri vive Leone con la madre, Katia, separata dal marito da quando Leone aveva 1 anno. Katia è una donna di 36 anni, commessa in un supermercato, che vive le difficoltà e i ritmi frenetici di una madre single, attenta al proprio figlio ma con poco tempo da dedicargli. Il padre incontra il bambino un giorno ogni 2 settimane, mangiano insieme un hamburger parlando pochissimo. D'altronde Leone avverte che il padre lo vorrebbe diverso, un "ometto", forte e spigliato, non così timido, indifeso e privo di capacità da leader nel gruppo dei coetanei. Leone ha avuto un rapporto speciale con la nonna materna che si occupava di lui durante le ore di lavoro della madre. Nonna Teresa gli ha insegnato tante cose, a giocare, a pregare, a fare l'esame di coscienza, ad andare in chiesa. Alcuni mesi prima dell'inizio della storia, la nonna è morta ma Leone non ha smesso di pregare, anzi, sentendosi solo, lo fa ancora più spesso, in qualunque luogo, tanto da essere scoperto anche da coloro che vivono intorno a lui. I genitori, all'oscuro dell'educazione cristiana impartita dalla nonna, sono scandalizzati e irritati, i compagni lo deridono e lo isolano. Alcuni invece col tempo iniziano a raccontargli le proprie difficoltà e a chiedergli di pregare per loro.

Idea originale quella alla base del romanzo, che presenta uno sguardo sul mondo di oggi segnato da individualismo e solitudine sempre più evidenti, in cui i genitori non trasmettono più valori spirituali ai propri figli e, nella crisi della famiglia, lasciano i bambini soli ad affrontare problemi troppo grandi. Nella conclusione, tuttavia, l'intreccio scivola su un piano magico e irrealistico diventando meno credibile e assumendo quasi una finalità didascalica.

Giudizio sintetico: Pascoliano

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