di Carmine Abate, Mondadori

Antonio lavora in un centro di seconda accoglienza in cui tiene lezioni di Italiano ai migranti che hanno presentato domanda di asilo. Tra loro una splendida ragazza somala, Sahra, colta, bellissima e dal sorriso enigmatico, che da un giorno all'altro sparisce nel nulla. Ripercorrendone la storia, grazie alle confidenze della cognata – anche lei ospite del centro –, Antonio cerca di riavvolgere il filo della storia di Sahra e della sua famiglia allargata, per trovare un capo che gli permetta di ritrovarla.
Sahra diventa così la protagonista assente la cui storia racconta le mille facce del disastro somalo, dai coraggiosi tentativi di aiuto internazionale alle violenze della guerra civile, alla fuga disperata attraverso il deserto e all'incubo delle carceri libiche.
Romanzo corale linguisticamente eterogeneo, in cui Abate si muove con disinvoltura, spaziando agevolmente dal registro regionale alla lingua arrangiata e lessicalmente povera dei migranti, rendendo così trasparenti, nelle voci dei narranti, le emozioni e gli stereotipi di due mondi lontani che si confrontano duramente ma che non possono dimenticare di essere accomunati dalla stessa necessità di fuga, anche se a distanza di due generazioni.