domenica 2 settembre 2018

Il senso della lotta

di Nicola Ravera Rafele, Fandango

Una ricerca familiare sul proprio passato che proietta un giornalista – abbastanza giovane da essere un precario ma abbastanza maturo da non nutrire più troppe illusioni – alla ricerca dei propri genitori, ex terroristi morti in Francia all'inizio degli anni '80. Un viaggio a ritroso negli anni della contestazione, poi della lotta armata, infine della perdita dei valori e delle convinzioni, che si mischia con lo smarrimento di un ragazzo di una generazione diversa, alle prese con le proprie incertezze e – forse – tradito dalla propria storia. Impossibile non notare i probabili ri-scontri generazionali autobiografici, visti i natali dell'Autore, che si rivela comunque una penna molto valida.

Un lavoro precario ma continuato al Corriere delaa Sera di Roma, una fidanzata colta e sicura di sé, una famiglia di intellettuali di sinistra simpatici e disponibili, una sorella sposata negli Stati Uniti. Sembra un quadro apparentemente caldo e confortevole per un più che trentenne, senonché un piccolo incidente sanitario con uno strascico imprevedibile proietta Tommaso Musso, classe 1979, in una ricerca a ritroso nel tempo sulle orme dei genitori, morti in clandestinità dopo averlo affidato alle cure della zia, che lo ha cresciuto come un figlio da quando aveva quattro anni. Una ricerca che lo porterà a perdere molto e a riconsiderare la propria storia e quella delle persone che lo hanno cresciuto, ma che lo proietta anche nella galassia di una generazione del passato che ha tanto creduto alle proprie idee da arrivare ad usare le armi. Un libro corposo ma appassionante, alla ricerca di quel momento in cui "la terra promessa si è spostata dietro le spalle".

Giudizio sintetico: Generazionale


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