domenica 9 settembre 2018

Betibù

di Claudia Piñeiro, Feltrinelli

Piacevole giallo leggero e scorrevole, ironico quanto basta per dimenticare che è imperniato su un delitto particolarmente efferato compiuto in un quartiere iperprotetto, una zona esclusiva dell'hinterland di Buenos Aires. La protagonista, involontario perno di un'indagine priva di mezzi, risulta subito capace di accattivarsi le simpatie dei lettori e soprattutto delle lettrici, anche grazie ad un entourage di comprimari particolarmente animato. Se l'ambiente, i protagonisti, il carattere latino possono ricordare vagamente i libri della Bartlett, lo stile narrativo paratattico investe invece i lettori come una cascata di mille riccioli dialogici, quasi fosse un taglio di capelli – appunto – alla Betty Boop.

Nurit Iscar è una scrittrice di romanzi gialli in crisi, costretta a fare la ghost writer da quando, con esiti disastrosi, ha deciso di cambiare genere letterario. Il suo ex, noto direttore di un quotidiano, per il quale ha sofferto molto e al quale deve il soprannome Betibù, la ricontatta improvvisamente per mandarla in un quartiere esclusivo, nel quale è stato trovato sgozzzato  un uomo molto conosciuto perché in passato coinvolto nella morte misteriosa della moglie. Il suo incarico sarà quello di raccontare da un pusto di vista narrativo, non giornalistico, l'ambiente, le indagini, i misteri che stanno dietro il ritrovamento del cadavere. Spinta più dal portafoglio che dal cuore, Betibù si trova immersa in un indagine che la vede affiancata, per circostanze strane e imprevedibili, da due giornalisti che più diversi non potrebbero essere, per ragioni generazionali e culturali. Un racconto piacevole con spunti ironici eleganti e un finale decisamente originale, molto argentino.

Giudizio sintetico: Giustapposto

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