di Guido Maria Brera, Edoardo Nesi - La nave di Teseo
Proprio il libro che stavo cercando. Un libro che raccontasse con chiarezza e senza far ricorso ai tecnicismi degli addetti ai lavori che cosa è accaduto all’economia dei paesi occidentali dopo il 2000. Un libro liberato dalle formule matematiche e dagli algoritmi, un libro di economia scritto in forma di romanzo a quattro mani. Un incontro felice.“Bastano venti giorni per cambiare tutto”. Un giovane imprenditore tessile della provincia di Firenze, erede di piccoli industriali che come molti altri nel dopoguerra hanno permesso all’Italia di rinascere, la sera dell’11 dicembre 2001 va a dormire tranquillo. Anzi, è quasi felice. La Cina è appena entrata nel WTO, l’Organizzazione Mondiale del Commercio, e gli hanno detto che da domani per lui si apriranno le porte di un nuovo Paradiso. Sogna di essere sommerso da una pioggia di ordini dalla Cina, sogna di assumere nuovi operai, sogna che Prato rimanga la capitale del tessile italiano. Bastano venti giorni per capire che non è vero niente, che gli economisti benpensanti lo hanno preso in giro, che la globalizzazione è un inganno e che la sua azienda si avvia verso un destino drammatico, la chiusura.
Edoardo Nesi, imprenditore, racconta l’agonia della sua azienda, i licenziamenti, i grandi marchi della moda italiana che lo abbandonano e vanno a produrre in Cina per risparmiare pochi euro, l’indifferenza della politica.
Dalla City di Londra un giovane italiano diventato AD di un’importante società di gestione di capitali e guarda al mondo sapendo di avere in mano la vita di milioni di persone sparse per il pianeta. Deve far guadagnare i suoi clienti, i ricconi che gli hanno affidato i loro soldi per diventare ancora più ricchi sulla pelle degli altri. Il giovane italiano fa un mestiere che gli piace e gli rende molto, ma ha anche una coscienza e quando nel novembre 2011 i mercati finanziari si avventano sull’Italia, vive una crisi profonda e quasi si sente un traditore se pensa che anche lui, per forza, dovrà vendere BOT italiani. Del resto nessuno può far niente "contro un potere illimitato e immateriale, mai eletto e dunque impossibile da spodestare" che si chiama finanza.
Non i parlamenti, non la democrazia, forse potrebbe qualcuno di quegli omini che si nascondono dentro la cassaforte del giovane gestore di capitali che ha studiato alla sapienza di Roma.
La stessa storia raccontata da due punti di vista diversi in un impasto narrativo pieno di pathos e di tensione. Come in un thriller alla fine vorremmo scoprire l’assassino che in questo caso non ha nome ma c’è, eccome.
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