venerdì 23 giugno 2017

Stirpe selvaggia

di Eraldo Baldini - Einaudi


Qual è il destino che ci aspetta se la nascita ci porta in una direzione predeterminata? Basta la forza del carattere a determinare un cambiamento, o bisogna scoprirsi eredi di un disegno più grande, magari lontano come l'America? Una storia solitaria e misteriosa, nel periodo storico più difficile del nostro Paese.

Ogni libro di Baldini presenta sempre una fortissima collocazione storica e una cura estrema del linguaggio, che riesce a calare il lettore nel tempo e nel luogo della vicenda, lasciandogli però il distacco di un osservatore coinvolto solo in parte. In questo romanzo, che ricorda da vicino il Novecento di Bertolucci, l'autore racconta la vita di Amerigo e Mariano, amici da sempre e divisi dalle vicissitudini che attraversano il periodo tra l'inizio del secolo e le due guerre mondiali. Contornano la vicenda principale alcuni strani personaggi comprimari, che abitano il piccolo paese dell'Appennino in cui si svolge il racconto e che donano al romanzo la sua caratteristica magia. Pur non raggiungendo il livello de L'uomo nero e la bicicletta blu o il lirismo di Nevicava sangue, anche in questo caso Baldini ci regala un bellissimo racconto gotico-rurale (così viene generalmente definito il suo stile, che trae il nome da una raccolta di racconti) sull'ineluttabilità del vivere e sull'impossibilità di sfuggire alla propria natura.

Giudizio sintetico: Ineluttabile

Nessun commento: