venerdì 21 febbraio 2020

Una domenica

di Fabio Geda, Einaudi

Non accade molto in questo romanzo, descrizione dell'incontro della solitudine di un uomo diventato vedovo da poco e di una giovane donna che ha perso la voglia di far fronte alle difficoltà della vita. La voce narrante esterna, la figlia dell'uomo, marca ancora di più la difficoltà di riuscire a rendere reciproci pensieri ed emozioni dei due protagonisti, per i quali trovare una vera confidenza è difficile nonostante il loro animo glielo suggerisca con forza.

Torino. Il padre della voce narrante è un tecnico esperto di ponti che ha girato il mondo e che una volta in pensione si è ritrovato vedovo a causa di un incidente stradale occorso alla moglie. Sebbene inesperto in cucina, con pazienza e ostinazione ha deciso di preparare un luculliano pranzo domenicale per la famiglia di un'altra figlia, così da passare la domenica con le nipotine che vede raramente. Ma la caduta da un albero di una delle due piccole fa saltare l'incontro e il pensionato si trova con una tavola imbandita e nessuno con cui dividerla. Amareggiato – e preoccupato per la nipotina che non può raggiungere –, decide quindi di uscire a piedi e incontra casualmente Elena e Gaston, una madre e un figlio che sembrano ancora più soli di lui. L'invito che ne consegue si offre come spunto per conoscere la vita, le emozioni, i segreti e le difficoltà di interazione interne agli affetti familiari dell'uomo, la cui storia è emblematica di una generazione ricca di speranze e conscia del proprio valore, messa a confronto con le disillusioni della generazione successiva, che ha perso troppo in fretta le prospettive per il proprio futuro ma il cui spirito non è ancora spento.

Giudizio sintetico: Generazionale

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