di Ciro Noja, Astoria

Milano, 2015. È la città dell'Expo quella in cui vive una famiglia all'apparenza come tante, anche se si tratta di una famiglia "allargata": Pietro infatti ha perso la moglie Elena, stroncata dalla malattia quando la loro figlioletta Viola aveva solo 6 anni. Dopo i primi anni segnati dal lutto, in cui padre e figlia si sono fatti forza stringendosi l'uno all'altra, pian piano Pietro ha ritrovato fiducia nella vita e ha incontrato Chiara, con la quale ha creato un bel rapporto, che ha portato al matrimonio. Sono stati attenti entrambi a Viola, hanno cercato di coinvolgerla e di avere pazienza, pensando che quell'iniziale ostilità di fronte alla "intrusa" si sarebbe dissolta. Questione di tempo, così pensavano. Poi è nato il loro bambino, Andrea, che hanno messo in braccio a Viola per farglielo sentire come un fratello. La realtà era molto diversa ed è tragicamente emersa quando Viola ha ucciso la matrigna e il piccolo Andrea di 1 anno.
La narrazione è a due voci, quella di Pietro e quella di Viola. Attraverso le loro parole viviamo i fatti precedenti la strage e quelli successivi, i sentimenti dei personaggi, le fragilità talvolta gravissime degli adolescenti, che gli adulti talvolta non colgono e capiscono quando è troppo tardi.
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