sabato 28 settembre 2019

Spooner

di Pete Dexter, Einaudi

Romanzo americano di formazione, tenero, ironico e spiazzante, traccia la parabola di un giovane nel quale pochi confidano, soprattutto a causa della sua specialissima caratteristica di sapersi infilare in situazioni pericolose anche quando non è necessario. Su di lui, una famiglia con una madre sempre sofferente e un patrigno molto in gamba e dal quale Spooner è molto amato. 

Dagli anni '60 alla fine del millennio, si respira nel romanzo un apparente spirito autobiografico, evidente soprattutto nelle personalissime emozioni di Spooner e del suo patrigno Calmer, che sembrano tanto personali da apparire quasi come confessioni. In una famiglia con tre fratelli vicini alla genialità e un gemello nato morto a causa del suo cordone ombelicale, Spooner è costretto fin dall'infanzia ad un'indipendenza forzata, dovuta soprattutto ad una madre assente, travolta da un'asma continua e dall'incapacità di dare al secondo marito – Calmer – l'affetto che meriterebbe. Calmer, pratico ed eclettico, rimane quindi per Spooner l'unica figura di riferimento, anomala e con un ruolo genitoriale difficile da gestire. Oltretutto Spooner per tutta la vita e nelle diverse parti degli Stati Uniti in cui si trova a vivere, mantiene l'innata capacità di infilarsi in guai molto più grandi di lui, pur conservando nella sua incoscienza una vena ironica difficilmente ignorabile. È quindi con rassegnazione e un muto sorriso di comprensione che Calmer si trova di volta in volta a raccogliere i pezzi del suo figlioccio più scapestrato, la cui energia vitale è impressionante, e particolarmente evidente nell'incredibile capacità di riprendersi ogni volta dopo ogni crollo con un'aumentata voglia di vivere. E di ricacciarsi di nuovo nei guai.

Giudizio sintetico: Parentale



Di sangue e di ghiaccio

di Mattia Conti, Solferino

Romanzo imperniato sulla situazione dei manicomi a fine '800, nel periodo in cui le teorie di Lombroso sembravano offrire una facile soluzione all'analisi e alla cura dei "mentecatti", spesso solo poveri cristi che le famiglie internavano per levarseli di torno. 

Lecco, fine 1800. Ranocchia è un ragazzo poco più che adolescente, gracile e balbuziente, che la famiglia ha lasciato andare via di casa e che sopravvive grazie all'aiuto di Bandini, un capocomico che ha indovinato le enormi capacità teatrali del giovane – che sul palco si trasforma smettendo di balbettare e recitando con potenza –, dotato oltretutto di una memoria prodigiosa. Un giorno tuttavia Ranocchia sembra impazzire, e viene ripescato nudo dal fiume gelato mentre vaneggia. L'unica soluzione apparente è quella di ricoverarlo al San Martino, l'ospedale dei "mentecatti", al quale è da poco arrivata anche Bianca, la Maestrina che a Ranocchia ha insegnato a leggere e scrivere.
Romanzo storico solo in parte, poiché l'ambientazione è circoscritta alla struttura ospedaliera di Como e ai dintorni di Lecco, l'odissea di Ranocchia e la sua ricerca da parte di Bandini si leggono soprattutto per la curiosità di "sapere come va a finire", anche se a volte la commistione tra il registro colloquiale-regionale e ricercate forme evocative lascia un po' perplessi.

Giudizio sintetico: Psichiatrico

martedì 24 settembre 2019

Greco cerca greca

di Friedrich Dürrenmatt, Einaudi

Commedia in prosa, recita il sottotitolo di questo breve e famoso romanzo evocativo, ambientato in un luogo non facilmente individuabile in un tempo ancor meno definito. Nella velocissima e vertiginosa ascesa economica e sociale di un oscuro impiegatuccio di infimo livello, aleggia il mistero di una donna bella e misteriosa incontrata tramite il più improbabile degli annunci.

Arnolph Archilochos è una delle ultime ruote del carro, in senso assoluto: fisicamente inadeguato, socialmente inattivo, professionalmente inutile, è un timido impiegato di un oscuro settore periferico di una multinazionale. Abita in una pensione molto economica e ha stilato una sua propria graduatoria di personaggi-modello cui ispirarsi, basata su un ideale borghese di rispetto sociale molto rigido. Spinto dalla proprietaria della pensione, che ne ha pietà, mette un annuncio su un giornale – quello che dà il titolo al libro – incontrando una donna attraente che lo prende in simpatia e della quale Arnolph si innamora perdutamente. Da quel momento, la sua ascesa prende un ritmo vertiginoso e il successo inizia ad arridere al fortunato travet, che vedrà comunque crollare il castello sociale cui si è ispirato fino a quel momento.
Con un occhio alla commedia e uno spirito fortemente teatrale, Dürrenmatt costruisce un racconto onirico nel quale la generosità della realtà sembra sconfiggere un'idea di piramide sociale avvilente e che sembra destinata a restare immutabile per sempre, a meno che non intervenga un deus ex-machina molto singolare.

Giudizio sintetico: Iperbolico


sabato 21 settembre 2019

Il pianto dell'alba

di Maurizio De Giovanni, Einaudi

L'ultima ombra per il commissario Ricciardi, sottotitolo del romanzo, indica il calare del sipario sul commissario dagli occhi verdi. Occhi carichi di dolore come quelli di sua madre, dalla quale ha ereditato anche la terribile condanna di "vedere" i defunti nei luoghi in cui è avvenuta la loro morte violenta e di sentirne le ultime parole, quelle precedenti il loro spirare. Ultima puntata, dunque, anche se lo spuntare dell'alba con cui si chiude il romanzo può far pensare a una futura continuazione, magari con cambiamenti netti rispetto a questa serie che si chiude.

Luglio 1934, Napoli. Il fascismo mostra in modo sempre più evidente il suo essere violento e oppressivo, avvicinandosi alla Germania, in cui Hitler, preso il potere, ha appena organizzato la notte dei lunghi coltelli con l'eliminazione dei capi delle SA. A queste tragiche vicende si collega la trama gialla di questo romanzo: il maggiore Manfred von Brauchtssch, l'uomo che aveva corteggiato in passato Enrica, ora moglie di Ricciardi, viene ucciso e la messa in scena del delitto induce a ritenere colpevole Livia, vedova Vezzi, da tempo innamorata disperatamente di Ricciardi. Il commissario sta vivendo finalmente un periodo di vita felice accanto ad Enrica, sposata da poco più di un anno, ora prossima a diventare madre, ma, pur con i rischi che sa di correre data la natura politica del delitto, si sente di dover intervenire per aiutare Livia. Le nuove responsabilità, quella di marito e di prossimo padre, le parole di Enrica "Non dimenticarti di noi", provocano in Ricciardi una paura finora sconosciuta "Se hai qualcuno che ami, se qualcuno dipende da te, la paura è diversa. Cambia colore." L'indagine condotta dal Commissario, dal fedele brigadiere Maione e dal dottor Modo, fiero antifascista, accompagnato sempre dal suo cane, porta alla soluzione del caso. Il romanzo, ancora più dei precedenti, unisce ai caratteri del genere giallo una forte vena lirica, è un canto all'amore, segnato dal dolore.
Bel finale della serie, che si chiude con una nota di intensa malinconia.

Giudizio sintetico: Triste final

lunedì 16 settembre 2019

Ogni riferimento è puramente casuale

di Antonio Manzini, Sellerio editore

Sette racconti incentrati sulla scrittura e sulle attività redazionali, pillole grottesche che deridono il mondo della narrativa e i suoi protagonisti. Sullo sfondo, l'amarezza per un mondo culturale che va deteriorandosi, svilito dalle logiche commerciali del moderno marketing e dall'abbandono della lettura da parte dell'utente medio italiano. Tra il disperato e il faceto, la consapevolezza di appartenere ad un settore in pieno naufragio, ma del quale il mondo non può ancora fare a meno.

Uno scrittore smarrito, un critico in crisi di coscienza, un'esperta di marketing alle prese con un autore importante, uno scrittore autoesiliatosi sul Gennargentu, un libraio senza clienti, la corvée delle firme con dedica e il problema dei ringraziamenti sono i protagonisti di questi – più o meno brevi – racconti  interamente dedicati al mondo dell'editoria. Nonostante gli aspetti più ironici e grotteschi, dalle pagine di tutte le storie qui messe in scena dall'ideatore di Rocco Schiavone emerge un unico grido di aiuto, quello di chi vorrebbe un ritorno alla purezza e all'originalità di una narrativa libera dalle logiche di mercato, ma che è ben consapevole che quelle logiche sono indispensabili, a meno di non uscire dal mercato e finire nel dimenticatoio (testimone ne è la presenza costante dell'autore ai primi posti delle hit di vendita ad ogni sua nuova pubblicazione).

Giudizio sintetico: Metaeditoriale

giovedì 12 settembre 2019

M. Il figlio del secolo

di Antonio Scurati, Bompiani

Romanzo storico cronachistico molto corposo, che analizza a fondo la nascita e lo sviluppo del fascismo incentrandosi sulla figura di Mussolini. Alla base, una ricerca storica immensa e una forma romanzata che non tralascia di descrivere emozioni, passioni, scaltrezza non soltanto del dittatore, ma anche dei personaggi che hanno caratterizzato i sei anni dalla fine della Grande Guerra all'assunzione in Parlamento della responsabilità politica del delitto Matteotti. Una grande lezione di storia, ricca di documenti e testimonianze, che si legge in scioltezza come un racconto di fiction. Vincitore del Premio Strega 2019.

Mussolini è già il direttore de Il Popolo d'Italia, quando davanti ad una platea di poche centinaia di reduci capisce che la fine della Grande Guerra ha profondamente cambiato la politica e la società italiana e dà l'avvio al Fascio di combattimento, un gruppetto di personaggi, in prevalenza Arditi, che lui stesso per molti versi disprezza ma dei quali non rinuncia a servirsi. La vittoria mutilata, l'abitudine dei reduci alla violenza e l'assenza di una classe politica adeguata al nuovo secolo sono il terreno fertile in cui un uomo dal carattere prorompente e dall'ambizione smisurata può farsi strada facilmente, cavalcando il malcontento e sfruttando la caparbietà di una generazione, quella sopravvissuta alla guerra, che si sente tradita e che vuole prendersi con la forza un'intera nazione. La lotta contro i socialisti nel "biennio rosso" sarà l'occasione di sviluppo di una politica aggressiva e violenta, in cui si fanno notare uomini e donne poi passati alla Storia: dipinti con passione, ma sempre con estremo rigore documentale, si incontrano tutti i protagonisti degli anni da 1919 al 1925, da D'Annunzio a Turati, da Margherita Sarfatti a Matteotti, piccoli e grandi personaggi che hanno partecipato, lottato, vinto e perso una lotta per il potere combattuta con ogni mezzo e che ha visto prevalere l'uomo che più degli altri incarnava il "sentire" del nuovo secolo.
Un libro importante ma non pesante, ottima lezione di una Storia che a 100 anni di distanza, se dimenticata, potrebbe ancora correre il rischio di ripetersi.

Giudizio sintetico: Eziologico

martedì 10 settembre 2019

Vuoto

di Maurizio De Giovanni, Einaudi

Nuovo capitolo della serie che ha per protagonisti i Bastardi di Pizzofalcone, poliziotti mandati "per punizione" in questa zona difficile di Napoli per aver compiuto, nella loro carriera, degli errori. In questa puntata si aggiunge al gruppo ormai consolidato un nuovo personaggio, Elsa Martini, giovane vicecommissario di notevole bellezza, dal carattere spigoloso, proveniente dal Piemonte. Vuoto per i Bastardi, che attraversano una fase critica della loro vita personale e Vuoto perché, questa volta, devono affrontare il caso della misteriosa scomparsa di un'insegnante.

Commissariato di Pizzofalcone. Si presentano il vicepreside e una docente di matematica di un Istituto Tecnico, una scuola difficile di Napoli, a causa di un'utenza spesso afflitta da problematiche familiari e sociali. I due informano i poliziotti della scomparsa di una collega, Chiara Firmiani, docente di Lettere, donna molto tranquilla e riservata, che da qualche giorno non si è presentata a scuola senza neppure avvertire, lei sempre puntuale e presente anche in caso di malattia. Chiara è sposata con Marcello Baffi, importante industriale, impegnato anche in attività politiche, che non ha sporto denuncia della scomparsa della moglie. La collega di matematica, amica e confidente della Firmiani, è molto preoccupata: già nei giorni precedenti la sparizione Chiara non sembrava più lei, si mostrava inquieta, ben diversa dalla persona serena che è sempre stata.
I Bastardi avviano l'indagine. Collabora anche la nuova arrivata, Elsa Martini, che sta sostituendo il vicecommissario Pisanelli, ricoverato in ospedale in condizioni precarie di salute, assistito con affetto quasi filiale dall'agente Aragona. Mentre l'indagine si snoda, svelando il mistero e i lati oscuri dell'animo umano alla base di comportamenti apparentemente inspiegabili, proseguono le vicende personali degli agenti ed emergono le difficoltà che ciascuno di loro deve affrontare per cercare di colmare i vuoti della propria esistenza.
Il romanzo, narrato con la prosa piana e a tratti lirica tipica dell'autore, conferma la gradevolezza della serie, risultandone forse uno dei capitoli più riusciti.

Giudizio sintetico: Abissi dell'anima

Le stelle di capo Gelsomino

di Elvira Serra, Solferino

Romanzo diviso in tre parti, centrate sulle tre protagoniste: Lulù, la nonna; Marianna, la figlia; Chiara, la nipote. È quest'ultima che ripercorre la storia della famiglia, narrando in prima persona momenti ed episodi della loro vita per arrivare a comprendere un passato familiare intessuto di segreti e non detti, che hanno guastato i rapporti tra la nonna e la madre.

Chiara vive a Milano con la madre Marianna, famosa ginecologa, separatasi dal marito Enea, padre molto presente e attento alla crescita e ai sentimenti di Chiara. Fin da piccola, Clarita – come la chiama il nonno Vittorio – trascorre le estati con i nonni in Sardegna, a Capo Gelsomino, vicino ad Olbia, nella villetta che Lulù, bravissima ostetrica, e Vittorio hanno acquistato come casa di vacanza e hanno poi trasformato in dimora abituale. Il fascino di quelle estati, il mare, il senso di libertà rendono così felice Chiara da farle desiderare per tutto l'anno il ripetersi di quelle esperienze. Soprattutto il rapporto con la nonna, donna elegante in ogni occasione, affettuosa e in grado di comprendere profondamente la nipote, è un punto di riferimento essenziale per la ragazza, che non riesce a capire perché tra sua madre e la nonna ci sia invece freddezza e incomprensione. Marianna sembra sempre critica e infastidita dalla presenza e dal comportamento di Lulù. Chiara, spinta dal desiderio di comprendere, inizia a raccontare la storia della famiglia sui quaderni che le ha regalato la nonna, facendo di lei una scrittrice. Giunge a scoprire i segreti familiari e a capire le donne fondamentali della sua esistenza.
Romanzo narrato con una prosa scorrevole e aggraziata, mai leziosa, che nella rievocazione di luoghi e personaggi, quello della nonna in particolare, trasmette una nostalgia forse autobiografica.

Giudizio sintetico: Isola dell'infanzia