lunedì 29 luglio 2019

Rosso come una sposa

di Anilda Ibrahimi, Einaudi

L'Albania dall'inizio del XX secolo ai primi anni del XXI è il teatro in cui si rappresentano le vicende di donne di generazioni diverse appartenenti alla stessa famiglia.  Un romanzo che, grazie alla scrittura veloce e leggera, rende un quadro interessante e coinvolgente di un Paese, l'Albania, ricca di tradizioni e credenze risalenti a culture e religioni diverse (Cristianesimo e Islamismo), segnata nel corso di un secolo da profondi sconvolgimenti storici.

Kaltra, sconosciuto villaggio sulle montagne albanesi, prima metà del XX secolo. La giovanissima Saba, vestita tutta di rosso, sposa – per volontà della famiglia – Omer, vedovo di sua sorella maggiore, morta di parto. Saba piange sotto il velo nuziale, ma nessuno se ne accorge. È il suo destino, questo, che si compie. Inizia così la storia di Saba che si collega alla storia dell'Albania. Dalla invasione degli Italiani (i peppini, come venivano chiamati) alla seconda guerra mondiale con l'invasione nazista, dall'avvento del comunismo di Hoxha con la scelta di una politica filosovietica, al ritiro dal Patto di Varsavia. Le vicende storiche non costituiscono tuttavia excursus del narratore, ma si evincono dalle vite delle protagoniste e dalle vicende, spesso dolorose, dei personaggi intorno a loro.
Nella seconda parte del libro la narrazione è condotta in prima persona dalla nipote di Saba, Dora, che ci conduce, con una prosa ironica e talora nostalgica, alle vicende più recenti dell'Albania. La caduta del comunismo, l'apertura del Paese al mondo occidentale e al capitalismo. Dora, conseguita la laurea, lascia l'Albania per andare a vivere in una capitale europea: prima si trasferisce in Svizzera, poi a Roma. Qui ci racconta, in italiano, questa storia.

Giudizio sintetico: Sprazzi di memoria

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