di Edward St Aubyn, Neri Pozza

Charlie Fishburne, sceneggiatore di successo, ha sei mesi di vita. Il medico è stato chiarissimo, mentre gli prescriveva del prozac con un sorriso di circostanza. Dalle pastiglie al desiderio di liberarsi di tutto quello che ha per capire quale sia la propria vera natura, il passo è breve: dopo aver contattato il suo agente – meraviglioso esempio di insensibile materialista – per proporgli un libro analitico sulla sua situazione, Charlie decide di disfarsi dei suoi beni e studiare il suo stato di futuro morto da un punto di vista filosofico, analisi che nel suo caso specifico non può prescindere, dato il poco tempo a disposizione, dall'ossessione di uscire di scena in modo consapevole e dignitoso. Attraversando varie fasi di disperazione,
malinconia, desiderio, perdizione, introspezione, St Aubyn racconta la difficile ricerca del sé di un uomo con i giorni contati che trova comunque la forza di ragionare sui grandi temi della filosofia e della scrittura. Su tutto, anche il mistero del casuale rapporto amoroso con la bella Angélique, musa erotica e perduta che incarna quella corporeità sensuale propria dell'essere umano che il protagonista sa già di dover perdere. Tra non molto.
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