di Wajdi Mouawad, Fazi Ed.
Un romanzo introspettivo che si interroga su quanto influiscano le paure infantili sullo sviluppo del sé, soprattutto in una fase difficile come quella della prima adolescenza e in presenza di un trauma tanto grave quanto incomprensibile, capace di incidere persino sulla percezione della realtà. Il punto di svolta è un atto di ribellione, accompagnato da incontri improbabili con persone originali e a loro volta in difficoltà, in un viaggio percettivo descritto con particolare profondità dall'autore di Anima, scrittore considerato tra i più anomali – nel bene e nel male – del panorama letterario dei nostri giorni.Wahab è un bambino che a sette anni ha assistito, in Libano, all'incendio di un autobus da parte di un gruppo di terroristi. In quella occasione ha visto per la prima volta una donna mostruosa, dal volto coperto e dagli arti di legno, divorare tra le fiamme un piccolo passeggero. La paura di questo essere crudele lo accompagna da allora, anche adesso che abita in un Paese occidentale sicuro (molto probabilmente, il Canada) e si appresta ad affacciarsi all'età adulta, con tutti i problemi e le incomprensioni familiari che accompagnano questo difficile passaggio. Ma proprio il giorno del suo quattordicesimo compleanno, Wahab prova uno smarrimento traumatizzante perché non riesce più a riconoscere i volti dei suoi familiari, soprattutto quello della madre, quasi che una misteriosa ospite ne abbia usurpato l'aspetto e l'affetto, privandolo dell'appiglio necessario a garantirgli la necessaria sicurezza. In cerca di un senso che gli impedisca di sentirsi impazzire, il giovane inizia quindi una fuga che lo porterà ad incontri inconsueti con vari personaggi, come l'uomo misterioso che gli regala una parola o la ragazzina che parla solo con lui. Un libro ermetico, che racconta con imbarazzante sincerità emotiva la disperata ricerca di un aggancio con il mondo esterno da parte di chi si sente estraneo proprio alle persone che dicono di amarlo di più.
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