lunedì 14 gennaio 2019

Giuro che non avrò più fame

di Aldo Cazzullo, Mondadori

Una carrellata di Amarcord commoventi e spietati sul periodo della Ricostruzione post-bellica, scritta con grazia e determinazione per richiamare l'Italia di oggi al senso di comunanza sociale, mentre gli italiani sembrano orientarsi sempre più verso l'individualismo e il rifiuto della collettività. Nello stesso stile dello struggente La guerra dei nostri nonni, ripercorre senza vincoli cronologici personaggi ed episodi che hanno tirato il nostro Paese fuori dall'impasse seguito al 1945.

Il titolo richiama il grido di rabbia e la voglia di riscatto di Rossella O'Hara in Via col vento, allorché si rende conto di aver perduto tutto quanto possedeva a causa della Guerra Civile. Il parallelo con la situazione post-bellica italiana del 1945 è palese: una generazione che aveva vissuto lo stremo di una dittatura e di due Guerre Mondiali non può più accettare passivamente la Storia, ma decide di risalire speranzosamente la china, anche al prezzo di tremende privazioni e sacrifici, imboccando un percorso che in pochi anni porterà il Belpaese al boom economico degli anni '60. Cazzullo vede in questa voglia di rinascita uno stimolo per le generazioni di oggi, alle quali suggerisce di seguire le orme di quelle donne e quegli uomini di 70 anni fa, il ricordo dei quali viene filtrato attraverso i loro desideri, le idee, i compromessi e gli errori. Le storie della contrapposizione PCI-DC, quelle degli sportivi entrati nel mito, dei capitani d'azienda, di attrici e registi, di politici e di semplici uomini e donne, diventano lo sprone per le generazioni di oggi, reduci da un susseguirsi di crisi finanziarie e che hanno la necessità di riprendersi psicologicamente prima ancora che economicamente, imparando dal passato per non sbagliare in futuro. Come a dire che, oltre il libro di Storia, deve esserci anche la voglia di rimboccarsi le maniche per creare un domani in cui credere.

Giudizio sintetico: EnergEtico

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