di Marcello Introna, Mondadori
Il castigo di Dio del titolo è Amaro, il boss della "Socia", un palazzone-bordello a più livelli realmente esistito, che si configura come un Inferno dantesco al contrario e nel quale salendo i vari piani aumenta la gravità delle attività criminali che vi si svolgono. Attorno al rapimento di una ragazzina figlia di un proprietario terriero ruotano vari personaggi: una prostituta letterata, ex maestra costretta a vendersi, un fabbro carismatico, un giornalista a caccia di scoop, due bambini orfani e sfruttati, un prefetto fascista colluso, ma soprattutto una Bari vittima prima del giogo fascista, poi dell'occupazione alleata. La Socia diventa la costruzione-ghetto dove confinare la prostituzione di basso livello, i più disperati e gli umiliati, rendendoli subalterni di una banda criminale senza scrupoli che li sfrutta in modo brutale e che approfitta della Guerra per arricchirsi. La mancanza di un protagonista vero lascia comunque orfano il libro dell'empatia necessaria a farlo decollare, sebbene le premesse di originalità e struttura narrativa ci siano tutte.
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