mercoledì 17 ottobre 2018

Un romanzetto lumpen

di Roberto Bolaño, Adelphi

Lumpen: nell'accezione più diffusa, "sottoproletariato". E proprio in questo ambiente depresso e senza speranza si muove una protagonista smarrita ma dotata di grande carattere, che si lascia scorrere addosso la vita senza aspettarsi nulla. Un raccontino breve e pietoso, imperniato su un gruppo di non adulti ancora in grado di stupirsi davanti ad un quiz televisivo e che ricorda molto alcune ambientazioni pasoliniane.

Un romanzo breve commissionato allo scrittore argentino nell'ambito di una collana sulle principali città del mondo: Bolaño scelse Roma per ambientare la storia dell'adolescenza di Bianca, che poco più che ragazzina deve abbandonare la scuola per mantenere sé stessa e il fratello, improvvisamente rimasti orfani a causa di un incidente in cui hanno perso entrambi i genitori. Trovato lavoro in un negozio di parrucchiere, Bianca dopo qualche tempo si trova in casa anche due amici del fratello, con i quali instaurerà un rapporto distaccato, alternandoli nel suo letto ma non dando loro quasi nessuna confidenza. Saranno i due uomini a proporle di commettere, tutti assieme, un crimine ai danni di un divo dei film peplum ormai cieco, Maciste, con il quale Bianca instaura il rapporto forse più complesso che abbia mai avuto con un altro essere umano e che la obbliga a compiere delle scelte
. Ultimo scritto dell'autore prima della sua morte, rimane comunque un valido assaggio dell'opera di questo particolare narratore sudamericano.

Giudizio sintetico: Pasoliniano

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