mercoledì 24 ottobre 2018

Prigionieri del presente

di Giuseppe De Rita e Antonio Galdo, Einaudi

In che mondo viviamo? Viene da chiedersi, se ai nostri giorni i versi di Orazio " Carpe diem, quam minimum credula postero" siano tradotti con la frase "Acchiappa tutto fin che puoi, fregandotene degli altri, tanto non sai se domani ci sarai ancora". Che mondo è questo, in cui non esiste più alcuna etica e i valori sono pallidi fantasmi considerati retaggio del passato?

Giuseppe De Rita, presidente del Censis e autore, qualche anno fa, di L'eclissi della borghesia, un testo fondamentale per comprendere la storia dell'Italia repubblicana dall'ultimo dopoguerra ad oggi, nell'ultima opera si confronta, sempre insieme al giornalista Antonio Galdo, con importanti problematiche di carattere antropologico, economico e politico. Assolutamente consigliabile leggere i capitoli dedicati alla morte del tempo inteso come divenire di una continuità. Nel t
empo liquido di oggi infatti non ci sono più né passato né futuro, siamo entità autocentrate costrette a vivere istante dopo istante nell'eterno presente del mondo digitalizzato e di un sapere frammentato. Una situazione irreversibile? L'unico antidoto è mantenere vivo il senso critico, attaccato però da ogni lato dall'omogeneità digitale.

Giudizio sintetico: Resistenziale

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