di Vittorino Andreoli, Rizzoli
Una riflessione colta e impegnativa sull'agonia di una civiltà, la nostra, in cui l'uomo da sapiens sapiens diventa stupidus stupidus.Immaginiamo di essere sul lettino di uno psicanalista. Uno importante, famoso, di cui ci fidiamo. Siamo lì per parlare del nostro disagio esistenziale, un disagio profondo, che ci impedisce di vivere bene. Raccontiamo fatti, parliamo di sentimenti, facciamo domande. Vorremmo stare meglio, essere rassicurati e curati. Pendiamo dalle sue labbra. Quando lo psicanalista inizia il suo discorso, siamo presi dallo sconcerto: Platone, Gesù Cristo, l'Umanesimo e poi Giambattista Vico, Charles Darwin, Karl Marx, Sigmund Freud, cioè la summa della cultura e del sapere dell'Occidente. Ecco, questo è Homo stupidus stupidus di Vittorino Andreoli, una lunga seduta psicanalitica in cui il lettore, nel ruolo di paziente, trova nelle parole del libro le spiegazioni al suo disagio.
Diviso in tre parti, intitolate rispettivamente La distruttività, La caduta dei principi, L'uomo senza misura, il testo di Andreoli annuncia, senza acrimonia ma con malinconia, la fine della nostra civiltà, iniziata circa duemilacinquecento anni fa in Grecia. Ad ucciderla una sola cosa: la stupidità umana.
1 commento:
Questa volta un saggio, sono contento, non di sola narrativa vive il lettore...
Posta un commento