lunedì 9 ottobre 2017

Mia madre è un fiume

di Donatella Di Pietrantonio, Elliot Edizioni



Il rapporto tra una madre e una figlia ricco di sentimenti intensi ma conflittuale per la diversità delle due donne, si approfondisce e si chiarisce quando la malattia degenerativa annulla, a poco a poco, la memoria della madre. Ripercorrere insieme la sua vita permette alla figlia di ritrovare un legame profondo, di perdonare la madre e di accettare se stessa.

Una malattia crudele svuota la memoria di Esperia Viola, detta Esperina. La figlia non ha avuto un rapporto facile con lei: Esperina ha vissuto una vita dura, dedita al lavoro, non si è mai permessa il lusso di stare vicina alla sua bambina né ha mai capito il bisogno della piccola di attaccarsi a lei. Un'educazione rigida in cui l'etica del sacrificio ha prescritto che qualsiasi piacere debba essere il frutto di tanto impegno e tanta fatica. Una visione della vita di cui la figlia si è liberata sentendo però così di aver tradito sua madre. Ora che la memoria della madre si spegne soprattutto sulle cose presenti e quotidiane, la figlia le racconta il suo passato, legato a una terra, quella d'Abruzzo, aspra e dolce nel contempo. I ricordi disegnano i personaggi e ripercorrono momenti della storia italiana del dopoguerra segnata dalla povertà e dall'emigrazione. Una scrittura ricca di analogie riferite soprattutto alla madre, definita come un fiume, un albero, una farfalla, sempre comunque inafferrabile. Un romanzo scorrevole, semplice ma senza grande spessore, che evapora dopo la prima lettura.

Giudizio sintetico: Abruzzese

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