lunedì 2 ottobre 2017

La compagnia delle anime finte

di Wanda Marasco, Neri Pozza

Attraverso la vita di Vincenzina, la madre morta, Rosa ripercorre l'esistenza di un intero quartiere di Napoli dal primo dopoguerra agli anni '70. L'ambiente che la Marasco porta in scena è la parte più nera della città di Eduardo e di Totò, dove l'ironia non riesce a trapassare il muro di disperazione dei vicoli in cui il bisogno di arrangiarsi si fa troppo pressante per lasciare spazio ai sentimenti.

Un racconto di tre generazioni di donne: la nonna Adelina, la madre Vincenzina e la figlia Rosa. La vera protagonista è la madre, che per sfuggire alla nonna e ad un futuro di poche speranze trova una via di uscita nel matrimonio con un ricco borghese messo in disparte – per sua stessa scelta – dalla famiglia di origine. Vincenzina si muove in un quartiere, la Sanità, che nelle scalinate verso Capodimonte trova il simbolo del proprio faticoso desiderio di innalzamento sociale, un microcosmo complesso e dialettale che la Marasco racconta con una ricchezza di linguaggio quasi barocca, alternando le forme più elevate al dialetto con la stessa naturalezza con cui intorno a Vincenzina ruotano i personaggi di un mondo eterogeneo incattivito dalla vita, dalla volgare matrona dei bassi, alla "guagliunera", all'intellettuale frustrato, agli snob di via Duomo. Una storia di donne e di miserie evitate al prezzo della propria emotività, dove l'unico sentimento che davvero vale è quello che spinge a garantire la sopravvivenza di chi si ama.

Giudizio sintetico: Verista

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